mercoledì 26 novembre 2008

Indossa l'Abaya,il rock "rosa" saudita contro la droga!

Sopra i jeans a vita bassa porta l'«Abaya»
Il rock é «rosa» in Arabia saudita
La prima band rock del Paese è tutta al femminile. Ha un profilo su MySpace, ma prova in segreto in una cantina.
L'Abaya è una veste nera che copre interamente il corpo, tipico capo saudita mirato anche a celare le curve femminili. Dina, Lamia, Amjad e Dareen la indossano quando si esibiscono nei loro concerti, rigorosamente in locali underground di Jedda, «per non offendere le autorità religiose».
Le quattro ragazze appartenenti al gruppo The Accolade, come racconta il corrispondente del New York Times Robert F. Worth, hanno appena inciso Pinocchio, il loro primo Lp dal titolo simbolico che sta imperversando in rete. Come la maggior parte dei teenagers del momento, vantano un profilo su MySpace, ma le loro performance avvengono in clandestinità e non possono essere fotografate. La loro colpa è di suonare il rock, con l'aggravante di essere donne.
UN PAESE GIOVANE – Del resto il contrasto nel regno saudita è molto forte: da una parte le donne non possono nemmeno guidare e il rock viene visto come una forma estrema di corruzione, dall'altra una persona su dieci ha un'età inferiore ai 25 anni.

Il che si traduce in una diffusa voglia di libertà e in una certa intolleranza alle regole.
L'ultima esibizione di un band rock, nel 1995, era stata occasione per l'arresto di 300 giovani fan, intercettati dalla polizia religiosa davanti al locale del «concerto della perdizione». Ma le ragazze di The Accolade sono andate oltre e hanno deciso di sfidare anche l'ultimo e più radicato dei tabù, quello riguardante «il sesso debole».
La cosa più strana è che le quattro giovani donne della band, che hanno scelto come nome per il loro gruppo un'opera dell'amato pittore inglese Edmund Blair Leighton e amano mischiare sapientemente arte e musica, non sono per nulla delle rivoluzionarie e non hanno mai lasciato il proprio Paese di nascita.
NO ALLA DROGA - «Forse siamo pazze, ma vogliamo fare qualcosa di veramente diverso», sostiene la voce del gruppo, Limia, fiera del suo piercing. Ma poi la chitarrista, Dina, ci tiene a precisare: «Disapproviamo totalmente fumo, droga e alcol. E rispettiamo le nostre tradizioni».
Emanuela Di Pasqua

24 novembre 2008
*Fonte: http://www.corriere.it/




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