lunedì 12 maggio 2008

LE STONATURE DI GRILLO E COMPANY...

Come faremmo senza le stecche dei V-day?
di Nadia Redoglia – Megachip
Nel carpe diem epocale del termine, ora buono per tutti gli usi, "casta" sinteticamente coniato da Rizzo e Stella perchè, a ragione, rivela la natura delle cose senza se e senza ma, così come il "gomorra" di Saviano, a ragione, svela la natura della camorra (i libri di storia di medie e superiori fra tot anni, in due righe, li citeranno), compare il carpe diem di Beppe Grillo. Ha ottenuto il suo carisma grazie alla tv italiana che a un certo punto lo ha allontanato arrogandosi il potere, a torto, di sentenziare che cibi succulenti come l'attore comico a lungo possono minare la nostra salute.cche dei V-day?
Fregandosene della metafora è espatriato sul web, ignoriamo se sua sponte o accompagnato, azzeccando tempi, momenti e metodi giusti per avvalersi della libertà di espressione garantita dai costituzionali articoli 18-19-21. Dal suo blog che per quantità di intervenuti ha ottenuto la decima postazione planetaria, sono nati il vaffanculo uno e due. Nella stereotipata "casta" del V-day 2 ci sono finite l'informazione e l'editoria italiana. Scegliere il giorno dell'anniversario della liberazione avrebbe rimarcato la volontà di liberarcene. Voci di corridoio annunciano che il terzo potrebbe essere dedicato alla camorra e dalla "casta" si passerebbe dunque alla "gomorra" Vediamo questa new liberation.
Sotto il sole cocente del 25 aprile torinese si è ammassata la marea di tutti i 45.000 corpi che piazza San Carlo può strutturalmente contenere, nonostante Grillo ne contasse quasi tre volte tanto, numero che è stato raggiunto per umano sfinimento di coloro che hanno ceduto, lasciando così il posto ad altri corpi affluenti da via Roma che spingevano per sfociare in quel mare, cosicché nelle 4 ore si è arrivati a contarne più di centomila. Scenografia centrata: palco ed effetti speciali identici a quelli montati per la pop/rock star di turno con tanto di casse acustiche utili ad arricchire quelle non acustiche degli otorini, pubblico in delirio, risate, ovazioni e simboli al cielo, fischi e liberatori vaffanculo indotti dal Beppe. A differenza dei mega concerti il pubblico non era pagante, ma appagato, dal che si è messo in fila per sottoscrivere l'abrogazione dell'ordine dei giornalisti, della sovvenzione pubblica alle testate, della legge Gasparri così come proposto dal Grillo super star, a sua volta appagato dai consensi che riceve, aggiornati quotidianamente nel suo blog assurto a una specie di concilio più o meno ecumenico che promulga verità dogmatiche del tipo: "la rete è informazione, la televisione è roba vecchia, triste come quei vecchi che dialogano solo più sui defunti di giornata" ripetuto dal palco della liberazione insieme a qualche mezza verità guascona e qualche peccatuccio da esaltazione, oltre naturalmente all'abituale sequela di mal nati, mal viventi, mal operanti, nani e presidenti più o meno dormienti come da V-day 1 cui si sono aggiunti i soggetti protagonisti del V-day 2 che di mestiere fanno i giornalisti e gli editori, insomma l'accozzaglia di personaggi che ciascuno di noi, nei modi più disparati e disperati, si snocciola quotidianamente guardando la tv. Grillo, come da mestiere originale, spruzza le sue macedonie con comicità acchiappante che contagia anche coloro che preferiscono la satira e l' ironia. Dal palco ha concesso la parola a qualche rappresentante delle sue battaglie contro i killer dell'ambiente, i responsabili del precariato, i fautori di tav e dal molin, le banche e confindustria (tutti rigorosamente cronometrati nei tempi come da scaletta del più classico dei format) che sono poi le battaglie dell'uomo della strada alle prese con la sua quotidianità priva di consensi e sostegni. Al tramonto del sole e della manifestazione ascoltiamo Marco Travaglio, lo scrittore giornalista che nella graduatoria di Grillo è il solo a meritare la palma della professione. Travaglio è bravo e sa meritatamente e autorevolmente dimostrarlo. Essendo super famoso spesso incorre in fan che, come con Grillo, lo implorano a candidarsi in Parlamento dimostrando così di non aver capito niente del primo V-day, sulla buona strada per non capire niente neppure del secondo. Chiacchierando con qualche collega della stampa estera mi sono sentita chiedere quando gli italiani cesseranno di servirsi di miti, santi, mostri ed eroi e cominceranno a valutare seriamente il camminare da soli.
Chi ha saputo portare afflato espressivo al 25 aprile di 63 anni fa è stata Fida Moro, figlia dello statista ucciso. Adoperando come metafora la dea egizia Maat ha ricordato come sia fondamentale che il nostro cuore debba essere alleggerito dalla vergogna di atti indegni, sì da pesare quanto la piuma posata sull'altro piatto della bilancia. Tutto deve arrivare da lì, il resto è folklore. Non ci viene chiesto di essere eroi, è sufficiente essere coerenti con la nostra coscienza e la nostra vita.
A noi pare tutto giusto, consapevoli di essere circondati da troppi eroi ad arte o per caso che ci rubano il tempo necessario per la ricerca della coerenza. L'informazione che possediamo non solo non ci aiuta, ma anzi contribuisce a non uscire dalla spirale. Grillo ha vaticinato che la televisione è vecchia e che il futuro sarà la rete così disconoscendo, anzi buttando nel cesso, il presente di un buon 70% del popolo italiano che non va in web e perciò continua ad essere "protetto" dall'informazione matrigna, pennivendola, scorretta e bugiarda. Allora parliamo della rete, che non è solo il suo blog, ma innumerevoli preziosi siti d'informazione curati da giornalisti non retribuiti e non sovvenzionati dallo Stato, ma che spesso sono i soli a fare informazione corretta, ma Grillo (così come Travaglio) non ne ha proprio parlato, non li ha neppure menzionati. Una chicca ci ha poi fatto sorridere: l'accesso stampa al suo backstage era consentito, come da perentorie disposizioni, solo a chi era in possesso della tessera dell'ordine giornalisti, altrimenti niente pass e assoluto divieto di accesso. Non siamo raffinati intenditori di rock-music, ma qualcosa di musica capiamo e da quel palco sono arrivate non poche stecche e stonature.

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