lunedì 12 maggio 2008

Pablo Neruda,Federico Garcìa Lorca,Herman Hesse,Jacques Prévert,Salomone...

Qui ti amo
Pablo Neruda
Qui ti amo.
Negli oscuri pini si districa il vento.
Brilla la luna sulle acque erranti.
Trascorrono giorni uguali che s'inseguono.
La nebbia si scioglie in figure danzanti.
Un gabbiano d'argento si stacca dal tramonto.
A volte una vela. Alte, alte stelle.
O la croce nera di una nave.
Solo.
A volte albeggio, ed è umida persino la mia anima.
Suona, risuona il mare lontano.
Questo è un porto.
Qui ti amo.
Qui ti amo e invano l'orizzonte ti nasconde.
Ti sto amando anche tra queste fredde cose.
A volte i miei baci vanno su quelle navi gravi,
che corrono per il mare verso dove non giungono.
Mi vedo già dimenticato come queste vecchie àncore.
I moli sono più tristi quando attracca la sera.
La mia vita s'affatica invano affamata.
Amo ciò che non ho. Tu sei così distante.
La mia noia combatte con i lenti crepuscoli.
Ma la notte giunge e incomincia a cantarrni.
La luna fa girare la sua pellicola di sogno.
Le stelle più grandi mi guardano con i tuoi occhi.
E poiché io ti amo, i pini nel vento
vogliono cantare il tuo nome con le loro foglie di filo metallico.
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Sonetto del dolce lamento
Federico García Lorca
Temo di perdere la meraviglia
dei tuoi occhi di statua e la cadenza
che di notte mi posa sulla guancia
la rosa solitaria del respiro.
Temo di essere lungo questa riva
un tronco spoglio, e quel che più m'accora
è non avere fiore, polpa, argilla
per il verme di questa sofferenza.
Se sei tu il mio tesoro seppellito,
la mia croce e il mio fradicio dolore,
se io sono il cane e tu il padrone mio
non farmi perdere ciò che ho raggiunto
e guarisci le acque del tuo fiume
con foghe dell'Autunno mio impazzito.
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Perché ti amo
Hermann Hesse
Perché ti amo, di notte son venuto da te
così impetuoso e titubante
e tu non mi potrai più dimenticare
l'anima tua son venuto a rubare.
Ora lei è mia - del tutto mi appartiene
nel male e nel bene,
dal mio impetuoso e ardito amare
nessun angelo ti potrà salvare.

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I ragazzi che si amano
Jacques Prévert
I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell'abbagliante splendore del loro primo amore

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Cantico dei cantici 3
"Sul mio letto durante le notti ho cercato colui che la mia anima ha amato.

Lo cercai, ma non lo trovai.

Lasciami levare, ti prego, e andare in giro per la città;

nelle strade e nelle pubbliche piazze lasciami cercare colui che la mia anima ha amato.

Lo cercai, ma non lo trovai.

Le guardie che facevano la ronda nella città mi trovarono:'Avete visto colui che la mia anima ha amato?'

Le avevo appena oltrepassate che trovai colui che la mia anima ha amato.

L'afferrai, e non lo lasciavo andare,finché l'ebbi introdotto nella casa di mia madree nella stanza interna di colei che era stata incinta di me.

Vi ho posto sotto giuramento, o figlie di Gerusalemme,per le gazzelle o per le cerve del campo,di non cercar di svegliare né di destare [in me] l'amoref inché esso non vi sia incline"
Salomone

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