Tutti dalla parte di Baglioni via il vicesindaco
DALL'INVIATO Federico Vacalebre Lampedusa.
L’emergenza continua, per quanto possa sembrare un paradosso continuare a parlare di emergenza dopo 21 anni di sbarchi (21.000 persone nei primi nove mesi del 2008), di carrette del mare e tragedie annunciate, testimoniate dalle tante croci senza nome nel cimitero di Lampedusa.
Mentre sotto la pioggia sbarcano sull’isola altri 150 disperati nordafricani, alcuni in precarie condizioni di salute, «’O Scià» scuote la politica locale, forse non solo quella.
«Siamo qui per parlare di integrazione e accoglienza, ma finiamo per essere prigionieri delle dichiarazioni di una vicesindaco e senatrice che ne dice di tutti i colori», sbotta Rossella Barattolo, compagna di Claudio Baglioni e presidente della fondazione che porta il nome della kermesse solidale voluta dal cantautore.
«Prometto di portare sul palco la testa del vicesindaco Angela Maraventano, sono nauseato dalle sue insinuazioni», dice il sindaco Dino De Rubeis, «da quando è stata eletta al Senato in Emilia Romagna sotto la bandiera leghista non riesce più ad occuparsi dei veri problemi della sua gente».
Sotto l’acqua che sferza l'isola e ha messo a rischio il gran finale della sesta edizione di «’O Scià», con l’accoppiata Baglioni-Fiorello a tentare di recuperare terreno dopo due giorni autarchici, il sindaco annuncia la «sofferta decisione di ritirare la delega di vicesindaco e assessore alla Maraventano, che si atteggia a generale della Finanza chiedendo di controllare i bilanci della Fondazione ”’O Scià”, presentati, come da legge, anno dopo anno. Le sue esternazioni distruggono il lavoro di Baglioni e del festival. L’isola sta con Claudio contro Angela».
A suffragare l’ultima affermazione ci sono anche degli striscioni appesi all’ingresso del paese.
«Ma quelli li ha messi Salvatore Cappello, sono appena andata a denunciarlo», dice la pasionaria sudista della Lega Nord, «è il proprietario della Cupola Bianca», che poi sarebbe il ristorante-albergo dove «’O Scià» ha montato il quartier generale, utilizzato anche dal sindaco per la conferenza stampa in cui promette «la testa» dell’ex amica eletta con lui in una lista civica di centrodestra.
Lampedusa si è affezionata al cantore del «Piccolo grande amore», che un bel giorno non è riuscito più a godersi le vacanze facendo finta di non vedere che cosa succedeva a pochi metri di mare dalla sua barca. «Abbiamo una tradizione di accoglienza», teorizza De Rubeis, vicino a Forza Italia, «e poi il festival ha allungato la stagione turistica e spende sull’isola quasi tutto ciò che ha dalle istituzioni».
Che sono solidali con Baglioni: le dichiarazioni fioccano, con toni generici pro-Claudio: si va dai ministri Prestigiacomo e La Russa ai sottosegretari Miccichè e Roccella, dalla Regione Sicilia (presidente, vicepresidente e assessore Cimino) al consiglio comunale, dove c’è chi annuncia la decisione di uscire dalla maggioranza finché non si sarà liberata del vicesindaco.
Che la prende sportivamente: «Meglio così per me, non per la mia terra. Per lei continuerò a combattere. Sarò io a chiedere le dimissioni del sindaco, è impazzito e la spara sempre più grossa. Un giorno dice che i negri puzzano, l’altro che mi vuole decapitare. Ormai è chiaro che qui nessuno viene per cantare o per occuparsi di chi rischia la pelle in mare, ma per fare politica. Io non ho dato del ladro a nessuno, ho solo detto che i soldi a Lampedusa, più che per un concerto, li spenderei per fare scuole, fogne, ospedali.
E ho chiesto a Baglioni una sola cosa: possibile che costi 600 mila euro una tre giorni fallimentare sulla spiaggia con un videoproiettore e due cantanti che vengono gratis?».
La polemica continua.
«Ma anche la strada di ”’O Scià”», assicura sotto la pioggia l'uomo di «Notte di note», che sa che il futuro della manifestazione è affidato alla prossima Finanziaria.
Intanto, a dargli manforte c’è Fiorello, che comincia lo show ironizzando sulla Maraventano: «Qui tutti ci vogliono bene, tranne una».
Poi scherza sui testi del cantautore: «Tutti li capiscono, tranne il vicensindaco».
Fonte: http://www.ilmattino.it/
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