venerdì 24 ottobre 2008

CONTRO LA MAFIA,senza se e senza ma...

Questo post è dedicato a tutti coloro che in questi giorni hanno partecipato "a viso aperto" al dibattito che si sviluppato spontaneamente attraverso questo blog e il blog "nazione2sicilie" di Nello Esposito.Lo dedicato a tutti coloro che- indipendentemente da quello che pensano-sono schierati contro tutte le mafie assassine, mafie che contribuiscono ad alimentare un sistema d'oppressione che ha trasformato le nostre Terre in riserve askarizzate.E' dedicato a tutti coloro,in divisa e non,impegnati nel contrasto nel territorio dove operano-e non sulla luna-dei mafiosi.E non importa se nel loro cuore non sventola la bandiera borbonica o la bandiera con la trinacria...CHI LOTTA LA MAFIA E' MIO FRATELLO,senza se e senza ma...
Orazio Vasta mercoledì 22 ottobre 2008
GAMORRA,SAVIANO E DINTORNI...
Riprendo integralmente dal blog http://www.nazionedelleduesicilie.blogspot.com/ del mio caro amico Nello Esposito questi interventi dell'area "neoborbonica"-"duosiciliana" -"merdionalista" sul caso "Gomorra" e del suo autore,Roberto Saviano,che,a causa di questo libro,è costretto a vivere sottoscorta della polizia per le minacce di morte ricevute dalla camorra.

Chi conosce A RARIKA sa chiaramente che io e il gruppo del blog siamo e stiamo con Roberto,siamo e stiamo con tutti coloro che con i fatti denunciano la malapianta della mafia e della mafiosità. Gli interventi pubblicati da Nello sul suo blog non li condivido/condividiamo!

Ma,nello stesso momento,sono contento che essi ci siano...

In merito agli attacchi gratuiti e,direi,"cattivi" espressi contro la persona di Roberto mi viene spontanea una domanda:
MA,VI SIETE BEVUTI IL CERVELLO?

Rispetto tutte le idee,ma,Santo Dio,come si fa ad infieire a livello personale su un giovane che rischia di saltare in aria per aver scritto un libro?

A Catania,il giornalista e scrittore Pippo Fava denunciava la mafia e i suoi protettori ,e,contemporaneamente,veniva accusato, da più parti,compresi settori dell'area sicilianista,d'infangare la Sicilia e i siciliani...

Pippo,poi è stato trucidato dai killer del boss Nitto Santapaola,capo di Cosa nostra a Catania!

Ripeto:MA,VI SIETE BEVUTI IL CERVELLO?

La vergogna per Napoli e per Catania,non sono Roberto-LUNGA VITA!- e Pippo...

Il fango sui "duosiciliani" e sui siciliani non lo buttano gli scrittori e i giornalisti che rischiano la propria vita...

La vergogna per il popolo campano è la villa del boss camorrista Schiavone...

Oppure,la colpa di Roberto è quella di essere ancora vivo?...

Perchè,e non sarà un caso,i giornalisti che "infangano" Napoli e Catania,da morti diventano EROI...pensate che a Catania,da qualche anno,la via dov'è stato ammazzato quel "calunniatore" di giornalista,porta il nome VIA GIUSEPPE FAVA!....

Poi,è chiaro-a parte Nello che ammette di non aver letto "Gomorra" e di non aver visto il film-che questo tanto odiato libro non è mai stato letto da gran parte degli intervenuti nel blog nazione2sicilie...vero Mario Moccia?...

Comunque,la lotta contro la mafia o camorra che sia passa anche attraverso l'esercizio della democrazia... e ciò è stato fatto da Nello ,e così sto facendo io... Scusate per la franchezza.

Cordialmente,Orazio Vasta .

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Interventi pubblicati sul blog di Nello...
lunedì 20 ottobre 2008
GOMORRA
Ricevo da Virginia Lalli la seguente mail:
Cari neoborbonici,avrete saputo che il film "Gomorra" rappresenterà L'Italia agli Oscar.Allora se da una parte ha il merito di essere un film denuncia, dall'altra è evidente che diffonde a livello internazionale un'immagine del Paese e soprattutto di Napoli come una società oltre che corrotta, profondamente immorale e di fatto sottosviluppata ( e senza rimedio) e conferma lo stereotipo dell'italiano meramente e solo mafioso.Allora esprimo le mie perplessità in tal senso. Si dovrebbe quantomeno controbilanciare con qualcosa di positivo di eguale risonanza o con poderose misure di contrasto alla criminalità e incentivi all'economia.Diversamente quale risultato si ottiene, data la situazione.?
Virginia Lalli
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Purtroppo devo condividere quanto da Te detto cara Virginia, oggi la società ci propone sempre gli eroi attentamente studiati a tavolino per propagandare quello che fa comodo al potere.Premesso che non ho mai letto il libro di Saviano, reputandolo un mattone scemo di morale (ma questo è un mio personale parere), mi chiedo se davvero i camorristi che lo hanno condannato a morte l'abbiano letto?Conosco tante persone che lottano contro la camorra, potrebbero riempire le pagine di 10 gomorra, eppure non sono degli eroi, ne possono contare sulla potenza economica che Saviano è riuscito a costruirsi.Saviano è diventato un personaggio della lotta alla camorra, protetto, propagandato ed elogiato anche dalle autorità Romane, che godono nel vedere esportato un LORO PRODOTTO (la camorra) all'estero.
Nello Esposito
Pubblicato da duesicilie 10/20/2008
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Dal blog di Nello...
martedì 21 ottobre 2008
A proposito di Gomorra
Pubblico due dei commenti ricevuti sul post Gomorra:
1)RICEVO DA MARIO MOCCIA
Ciao Nello, se dovessi commentare il libro di saviano e soprattutto i danni che lo stesso sta creando a Napoli ed ai Napoletani, non potrei utilizzare altre parole che le tue che sottoscrivo pienamente! Ho appena finito di scrivere un libro che titola L'Italia non esiste (soprattutto se ha bisogno di un Saviano per propagandarsi nel mondo). E nel quale, all'interno, - misticamente ho espresso un pensiero identico al tuo. E siccome il libro ancora non l'ho mandato in giro, non puoi averlo suggestionato dal mio scritto.Un abbraccio, forza e onore!
Mario
*SaVIANO,un "eroe" attentamente studiato a tavolino per propagandare quello che fa comodo al potere del Paese che non c'é che continua a seminare odio e bugie sulle popolazioni duosiciliane. Che la camorra, la mafia, la n'drangheta e Sacra corona unita esistano, si sapeva già, non c'era bisogno di un Saviano per capire che esiste; ma il grande scrittore ha dimenticato, forse perché troppo serrato dal business-system, di dire il perché esiste il fenomeno mafioso ( come gli altri citati), e chi sono i loro padrini! Solo in questo caso, Saviano sarebbe stato un vero Eroe!Conosco tante persone e tanti onesti magistrati che lottano contro la camorra, e potrebbero riempire tante pagine per un intero trattato su gomorra, eppure non sono degli eroi, nè possono contare sulla potenza economica che Saviano è riuscito a costruirsi tantomeno possono doversi preoccupare di essere uccisi - come si presume - la camorra vorrebbe fare con Saviano. Per fortuna anche questa è una buon orchestrata propaganda per dare più spessore al libro ed allo stesso film, che ne hanno proprio bisogno. Saviano, attenzione, che quando la vena aurifera del tuo "giacimento" si sarà esaurita, i tuoi padrini non decidano di farti fuori sul serio, tanto per rilanciare il messaggio e far capire al mondo in quale drammatico clima deve operare la politica italiana, per rieducare i meridionali, quelli che briganti erano ieri, e briganti sono oggi! Perché che i briganti sono stati e restano il leit-motiv della ragion di stato di un risorgimento assassino! Durante il quale però - stranamente - a morire sono stati circa un milione di duosiciliani! Avrà capito Saviano con chi si è messo? Parla male di coloro nel cui stesso piatto sta mangiando. Non è propriamente un comportamento da eroi!Saviano è diventato un personaggio della lotta alla camorra, protetto, propagandato ed elogiato anche dalle autorità Romane, che godono nel vedere esportato un loro prodotto (la camorra, come le altre mafie,) in tutto il mondo!
di Mario Moccia di Montemalo
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2)RICEVO DA GIULIO LAROSA
Devo in parte non concordare con quanto scritto a proposito di Gomorra. Non ho letto il libro di Saviano ma ho visto il film, in piu' ho letto e promosso la diffusione del libro di Nazario "per fortuna che ci ho la camorra" (vedere sito Duesicilieabruzzo), un amico e collega meno famoso di Saviano, che denuncia cose estremamente simili e negli stessi termini di Saviano.Anche qui viene data una immagine triste e senza speranza della nostra societa' e nella mia recensione questa critica circa l'assenza di qualsiasi riferimento positivo c'e' e netta.Tuttavia va riconosciuta la veridicita' di cio' che si denuncia e anche gli esiti molto positivi che questa denuncia sta ottenendo, in particolare gli arresti e la decimazione dei Casalesi.Nel film invece le figure positive non mancano: in particolare c'e' un giovane che dopo aver visto gli orrori del commercio di rifiuti tossici si rifiuta di continuare e affronta il faccendiere con parole coraggiose e piene di onesto amore per la sua terra.C'e' poi il sarto bravissimo e onesto che e' costretto a cambiare mestiere e si mette a fare il camionista, insomma ci sono anche belle figure e non soltanto brutti ceffi e gente corrotta.Pubblicato da duesicilie a 10/21/2008
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Dal blog A RARIKA...Ricevo da "La catena di San Libero"
(
riccardoorioles@gmail.com ),condivido e pubblico...
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Saviani
Anche oggi Marco ha preso il motorino, è uscito di casa e se n'è andato in cerca di notizie. Ha lavorato tutto il giorno e poi le ha mandate in internet a quelli che conosce. Fa anche un giornaletto (Catania Possibile) di cui finalmente anche i lettori hanno potuto vedere un numero (il primo solo i poliziotti incaricati di sequestrarlo in edicola) con relative inchieste. Non ci guadagna una lira e fa questo tipo di cose da una decina d'anni. Ha perso, per farle, la collaborazione all'Ansa, la possibilità di uno stipendio qualunque e persino di una paga precaria come scaricatore: anche qui, difatti, l'hanno licenziato in quanto "giornalista pacifista". Marco non ha paura (nè della fame sicura nè dei killer eventuali) ed è contento di quel che fa.
Anche oggi Max è contento perché è riuscito a mandare in giro un altro numero della Periferica, il giornaletto che ha fondato con alcuni altri amici del quartiere. Il quartiere è Librino, il più disperato della Sicilia. Se ne parla in cronaca nera e nei pensosi dibattiti sulla miseria. Loro sono riusciti a mettere su una redazione, a organizzare non solo il giornale ma anche un buon doposcuola e dei gruppi locali. Non ci guadagnano niente e i mafiosi del quartiere hanno già fatto assalire una volta una sede. Max non ha paura, almeno non ufficialmente, ed è contento di quel che fa.
Anche oggi Pino ha finito di mandare in onda il telegiornale. Lo prendono a qualche chilometro di distanza (la zona dello Jato, attorno a Partinico) e contiene tutti i nomi dei mafiosi, e amici dei mafiosi, del suo paese. Non ci guadagna niente (a parte la macchina bruciata o un carico di bastonate) ma lui continua lo stesso, ed è contento di quel che fa.
Anche oggi Luca ha chiuso la porta della redazione, al vicolo Sanità. Il suo giornale, Napoli Monitor, esce da un po' più di due anni e dice le cose che i giornalisti grossi non hanno voglia di dire. E' da quando è ragazzo (ha iniziato presto) che fa un lavoro così. Non ci guadagna nulla, manco il caso di dirlo, e non è un momento facile da attraversare. Ma lui continua lo stesso, ed è contento di quel che fa.
Ho messo i primi che mi sono venuti in mente, così per far scena.
Ma, e Antonella di Censurati.it? Sta passando guai seri, a Pescara, per quell'inchiesta sui padri-padroni.
E Fabio, a Catania? Fa il cameriere, per vivere, ed è giornalista (serio) da circa quindici anni.
E ti sei dimenticato di Antonio, a Bologna?
Vent'anni sono passati, da quando gli puntarono la pistola in faccia per via di quell'inchiesta sui clan Vassallo e gli affitti delle scuole. Eppure non ha cambiato idea.
E Graziella? E Carlo Ruta, a Ragusa? E Nadia? E... Vabbè, lasciamo andare.
Mi sembra che un'idea ve la siate fatta.
C'è tutta una serie, in Italia, di piccoli giornali e siti, coi loro - seri e professionali - redattori.
Ogni tanto ne fanno fuori qualcuno, o lo minacciano platealmente; e allora se ne parla un po'. Tutti gli altri giorni fanno il loro lavoro così, serenamente e soli, senza che a nessuno importi affatto - fra giornalisti "alti" e politici - se sono vivi o no. Eppure, almeno nel settore dell'antimafia, il novanta per cento delle notizie reali viene da loro.
Saviano è uno di loro.
Quasi tutti i capitoli di Gomorra sono usciti prima su un sito (un buon sito, Nazione Indiana) e nessuno, salvo chi di mafia s'interessava davvero, se l'è cagati. Poi è successa una cosa ottima, cioè che l'industria culturale, il mercato, ci ha messo (o ha creduto di metterci) le mani sopra. Ne è derivato qualche privilegio, ma pagato carissimo, per lui. Ma ne è derivato soprattutto che - poiché l'industria culturale è stupida: vorrebbe creare personaggi mediatici, da digerire, e finisce per mettere in circolo contenuti "sovversivi" - un sacco di gente ha potuto farsi delle idee chiarissime sulla vera realtà della camorra, che è un'imprenditoria un po' più armata delle altre ma rispettatissima e tollerata e, in quanto anche armata, vincente.* * *
Ci sono tre cose precisissime che, in quanto antimafiosi militanti, dobbiamo a Saviano.
Una, quella che abbiamo accennato sopra: la camorra non è la degenerazione di qualcosa ma la cosa in sè, il "sistema". Due, che il lato vulnerabile del sistema è la ribellione anche individuale, etica. Tre, che lo strumento giornalistico per combattere questo sistema non è solo la notizia classica, ma anche la sua narrazione "alta", "culturale"; non solo "giornalismo" ma anche, e contemporaneamente, "letteratura". (Quante virgolette bisogna usare in questa fase fondante, primordiale: fra una decina d'anni non occorreranno più).
Dove "letteratura" non è l'abbellimento laterale e tutto sommato folklorico, alla Sciascia, ma il nucleo della stessa notizia che si fa militanza.
Nessuna di queste cose è stata inventata da Saviano.
Il concetto di "sistema", anziché di semplice (folkloristica) "camorra" è stato espresso contemporaneamente, e credo sempre su Nazione Indiana, da Sergio Nazzaro (non meno bravo di Saviano: e vive vendendo elettrodomestici); e forse prima ancora, sempre a Napoli, da Cirelli.
L'aspetto fortemente etico-personale della lotta non alla "mafia" ma al complessivo sistema mafioso è egemone già nelle lotte degli studenti (siciliani ma non solo) dei tardi anni Ottanta. La simbiosi fra giornalismo e "letteratura", che è forse l'aspetto più "scandaloso" (e che più scandalizza; e non solo a destra) di Saviano è già forte e completa in Giuseppe Fava, e nella sua scuola.
Le "scoperte" di Saviano sono dunque in realtà scoperte non di un singolo essere umano ma di una intera generazione, sedimentate a poco a poco, nell'estraneità e indifferenza dell'industria culturale, in tutta una filiera di giovani cervelli e cuori. Alla fine, maturando i tempi, è venuto uno che ha saputo (ed ha osato) sintetizzarle; e che ha avuto la "fortuna" di incontrare, esattamente nel momento-chiave, anche l'industria culturale. Che tuttavia non l'ha, nelle grandi linee, strumentalizzato ed è stata anzi (grazie allo spessore culturale di Saviano, ma soprattutto dell'humus da cui vien fuori) in un certo qual senso strumentalizzata essa stessa.* * *
Questa è la nostra solidarietà con Saviano. Non siamo degli Umberto Eco o dei Veltroni, benevoli ma sostanzialmente estranei, che raccolgano firme e promuovano (in buona fede) questa o quella iniziativa. Siamo degli intellettuali organici, dei militanti ("siamo" qui ha un senso profondissimo, di collettivo) che hanno un lavoro da compiere, ed è lo stesso lavoro cui sta accudendo lui.
Anche noi abbiamo avuto paura, spesso ne abbiamo, e sappiamo che in essa nessuno essere umano può attendersi altro conforto che da se stesso. Roberto, che è giovane, vedrà certo la fine di di questo orrendo "sistema" e avrà l'orgoglio di avervi contribuito: non - poveramente - da solo ma volando alto e insieme, con le più forti anime di tutta una generazione.
Pubblicato da Orazio Vasta a
martedì, ottobre 21, 2008
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Da:
mario moccia
A:
oraziovasta

Oggetto:
Re: GOMORRA e... con preghiera di pubblicazione
Ricevuto il:
22/10/08 09:41
Caro Orazio, per quanto io ti stimi per il lavoro che stai facendo per la nostra causa ( comunque utile), anche se talvolta le tue posizioni sono un poco "olimpiche" ( come discendenti cioé dall'olimpo siciliano), Questa volta hai veramente male interpretato il pensiero di tutti gli antisaviano campani. Parlo per me ( napoletano d.o.c. di Benevento), però di nome Moccia, ma penso anche di interpretare il punto di vista degli altri.
E' ora di finirla di fare figure di merda senza mai dire che la malapianta della camorra e della mafia, non é un costume nostro ( di noi duosiciliani tutti), e quindi compresi i siciliani... ma qui dovrei dilungarmi e scrivere un intero trattato partendo però da un autore milanese, un certo Manzoni dei "Promessi sposi" con tutta la preziosa storia che é un piccolo trattatello di mafia di potere ( don Rodrigo), che si serve dei "bravi" i mafiosetti locali, e del solito pavido don Abbondio.
E siamo a Milano, non a Palermo o a Napoli!
Rifletti se hai letto quel vero capolavoro e non Saviano, chi permetteva a don Rodrigo di essere quel che era?
Di chi si sono serviti gli americani quando sono sbarcati in Sicilia, e con il permesso di quali autorità italiane?
Ma prima ancora, chi ha consentito a Garibaldi di sbarcare in Sicilia, e chi lo ha consentito agli inglesi?
Ma tu credi veramente che sia stata la mafia in prima persona?
E il cazzo di plebiscito a Napoli, che ha definitivamente consacrato la presenza della camorra nelle sorti politiche, chi lo ha consentito, il cattivissimo Popolo meridionale? Ma spiegami una cosa, caro Orazio, ti ho conosciuto attraverso il tuo interessante blog, come persona lucida ed intelligente, ma ora devo chiederti: "MA TI SEI BEVUTO IL CERVELLO?
Ecco, Orazio, questa é la mia risposta alla tua difesa a spada tratta di chi infama le nostre terre ed i nostri costumi.
Per caso, non sarai mica un agente segreto dei servizi deviati, un provocatore?
Tu parli di Pippo Fava, ma che cosa c'entra uno che faceva veramente inchiesta, contrariamente ad un certo modo di trattare la vicenda mafia del potere giornalistico ufficiale, con un "furbetto" del quartiere come Saviano?
Ora, mi spieghi perché la gente del Popolo é costretta a dipendere dall'elemosina ( sostegno economico), dei camorristi? Se lo Stato, il potere politico avesse fatto per il Sud quello che andava fatto, soprattutto dopo averlo messo in ginocchio, la Gente, la nostra gente, sicuramente non avrebbe mai dovuto eccettare, né si sarebbero poste le condizioni per accettare il sostegno di Camorristi e mafiosi!
Che hanno trovato libero quello spazio che avrebbe dovuto occupare il potere politico!Orazio, ora mi sono stufato, ma voglio sperare che tu abbia capito che cosa intendeva dire Nello, e che cosa intendono dire tutti gli Antisaviano...
Quantunque ti saluto con fraterno affetto e con immutata stima... tutti possiamo sbagliarci, in questo grande imbroglio nel quale siamo stati precipitati!
Mario Moccia di Montemalo
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mercoledì 22 ottobre 2008
ROBERTO SAVIANO
Casino!Devo imparare a non parlare di cose che non ho mai letto!io non sono un "antisaviano", poveretto lui che si è giocato la sua libertà credendo di scrivere qualcosa di utile alla società napolitana, e neanche penso che la sua morte l'avrebbe reso un eroe, ma certamente NON MI SONO BEVUTO IL CERVELLO!, mi sono semplicemente MANGIATO IL FEGATO, ascoltando che ieri la storia di Saviano è stata scritta su ben 52 quotidiani nel MONDO!!!
Non so voi ma io non vivo a Oslo, io vivo a Castellammare di Stabia, una bellissima città infangata dall'operato di gente vigliacca che commercia droga, pretende il pizzo, e ti vieta quella libertà che molte altre persone possono avere, devo aver paura di uscire con mio figlio e mia moglie per strada, devo fare attenzione a chi apro la porta, il sottoscritto è stato oggetto di svariate truffe, organizzate dalla camorra paesana con la complicità di banche e società toscopadane, sto pagando 3 avvocati che curano i miei interessi nei confronti delle banche delle società e dell'ERARIO, figurati quanto può interessarmi leggere sto benedetto libro di Saviano. Il fatto di essere coinquilino di camorristi non mi fa certamente odiare il mio paese, e mai ne parlerò male.
Bisogna semplicemente riflettere sul fenomeno Saviano, gonfiato a dismisura dalla sua casa editrice.
Certamente su quel libro ci sono scritte cose giuste come mi suggeriva Giulio LAROSA, ed altrettanto è pesante la responsabilità e l'impegno di cui si è gravato il giove cronista napoletano, ma c'era bisogno di un giovane scrittore per indagare sull'operato delle industrie del nord in combutta con la camorra? Sentivamo noi tutti la necessità di propagandare l'ennesimo lato negativo che Saviano e BEN descritto nel suo libro?
Sentivamo la necessità di sentire i politici che pubblicano il bilancio di esercizio della camorra, 'ndrangheta o mafia?
Nessuno mette in dubbio il fatto che viviamo circondati da persone che hanno fatto della prepotenza il loro stile di vita, ma sono nauseato e mai riuscirò a leggere un libro che racconta del disagio in cui vivo, ancora oggi devo sopportare i ragazzi di strada che come suoneria del telefono usano la colonna sonora del film "IL CAMORRISTA", e devo vedere che la locandina di un film che racconta di Napoli all'estero ha come soggetto principale due ragazzi che si divertono a sparare a mare!
No, non mi sono bevuto il cervello, nè tantomeno sono antisaviano, ma avevamo veramente bisogno di Saviano?
Pubblicato da duesicilie a 10/22/2008 11:28:00 AM
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Brancolatore
A:
oraziovasta@libero.it
22/10/08 23:22
Gent.mo Orazio Vasta, mi permetto, in punta di piede e con pudore, di entrare nel dibattito.Ci risiamo, ci risiamo con la solita ciclica polemica su mafia, antimafia e professionisti di ambo i fronti; questa volta, però, la polemica si è spostata sul confine alto del Regno delle Due Sicilie: si parla di camorra.
Mi riferisco, ovviamente, all´insensata polemica ai più vari livelli apertasi su Saviano e, di conseguenza, sul suo libro Gomorra.Mi permetto di fare alcune riflessioni.
Comprai Gomorra, in tempi assolutamente non letterariamente sospetti, non appena uscì e senza alcuna consapevolezza dei suoi contenuti. Per una volta mi sono fidato della grafica, del titolo, del fotoritratto dell´autore e, in ultimo, della sua giovane età. Iniziai a leggerlo distrattamente, stentavo ad "entrare" nel senso del libro ma, superato questo momento, fu poi una lettura tutta d´un fiato. E´ un libro che ti stranizza e ti rapisce; se appena appena conosci il micromega mondo meridionale - quello dei favori e dei controfavori, quello dei sotterfugi illegali ufficialmente classificati come ammortizzatori sociali, il mondo delle soperchierie e dei sopraffatti, dei leccaculo con l´alito profumato e dei culi lindi sempre pronti ad essere leccati, il mondo della politica delle tre scimmiette, ecco se appena appena conosci questo mondo Gomorra ne è il certificato di esistenza in vita.Saviano un professionista dell´anticamorra?
Un imbelle che s´è arricchito alle spalle dei "poveri" concittadini che si sentono ora infangati da tanta VERITA´?
Un ingrato verso quella Terra che con tanto amore lo ha allevato e gli ha dato tante di quelle occasioni di LAVORO NERO?
Un senzapalle che non ha trovato il coraggio di dirglielo in faccia - e privatamente - a quei bravi imprenditori di quanto lui pensava che essi fossero CAMORRISTI?
Tutto questo emerge dai post ripubblicati sul Tuo sito e da alcune interviste a "poveri" concittadini di Saviano che ho avuto modo di leggere e sentire.
Mi sembra perfino da idioti doversi affidare ad arzigogolate elucubrazioni per dire che non è così.
Ma, scusate, vorrei chiedere a queste gentilissime ed oneste persone, siete mai andati all´estero e chiedere un po in giro qual è l´immagine che hanno di noi italiani visti attraverso le esternazioni dei nostri politici di - vario - governo?
Scusate ma dove pensate veramente di vivere?
Ma vi guardate mai intorno?
Vi siete mai chiesti come mai siete stati relegati in paesi che somigliano sempre più a delle riserve indiane o, nei peggiori dei casi, a dei ghetti?
Ma vi siete accorti o no che vi stanno costringendo a vivere in un enorme immondezzaio, monnezza di fatto e monnezza di diritto?
Ma veramente pensate che Gomorra abbia rovinato l´immagine, nel mondo, di Casal di Principe e compagnia cantando?
E i soloni tronfi e gonfi della loro "k"ultura come possono non rendersi conto di star facendo loro quello che rimproverano a Saviano d´aver fatto?
E a coloro che ogni domenica vanno in Chiesa a detergersi la coscienza vorrei invece chiedere cosa pensano che facesse Gesù Cristo. Per quale motivo pensano che sia stato crocifisso?
Di questo hanno bisogno, ah, di un utile idiota che si carichi sulle spalle il silenzio e la sofferenza di tutti?
Un proverbio siciliano dice: "facili pigghiari l´anciddi chi mani di l´autri" ...
Io sono con Saviano, con Gomorra e con tutti coloro che privi del dono della scrittura e della possibilità di comunicare onorano ogni giorno il dono della vita senza piegare la testa e senza scendere a patti, ne con la mafia/camorra ne con quell´altra, affine, forma di associazione a delinquere fatta di certa politica, sottopolitica e affari.
La verità vive solo nei fatti e i fatti fanno la storia, passato questo momento è solo cronaca.
Gli eroi vivono nei fatti, i simboli nella storia ... gli altri nella cronaca.
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23/10/08 16:07
Gentile Orazio Vasta,ho letto la sua risposta al mio commento che non è non sul libro di Saviano meritorio quanto si vuole e che non ho letto ma sulla circostanza che il film Gomorra,che ho visto, rappresenti l'Italia e quindi il meridione all'Oscar con notevole visibilità internazionale.Si scrive in un'altra e-mail che ci sarebbero ben due personaggi positivi nel film anzi due eroi.
Personalmente non mi sembra.
Il ragazzo che lavora con il personaggio che gestisce discariche abusive non condivide e se ne va.L'altro è costretto a cambiare lavoro.
Quindi vengono rappresentati due personaggi positivi e onesti ma sconfitti dallo strapotere della Camorra.Diverso se gli eroi del film avessero denunciato e le forze dell'ordine avessero arrestato i personaggi corrotti. Scusate ma a me sembra diffonda un 'immagine di rassegnazione e debolezza.
Ma contenti voi...
Virginia Lalli
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22 ottobre 2008
Abate Vella ha detto...
Caro Orazio, vorrei partecipare alla discussione su Saviano.
A mio modo di vedere sia tu che coloro i quali criticano lo scrittore avete ragione.
Che molte delle cose dette da Saviano siano corrette non ho dubbi (sottolineo di non aver letto il libro o visto il film). D'altronde é anche grazie a lui che la veritá sui rifiuti del nord in Campania é stata posta all'attenzione internazionale.
Ma Saviano é anche manovrato e la sua opera utilizzata subdolamente per gettare fango su Napoli.
Che il film tratto dal suo libro sia stato mandato agli oscar é una cosa gravissima con la quale, a mio modo di vedere, i nostri nemici si sono giocati Saviano che oramai sará completamente isolato al sud e diventerá (é giá diventato...)un vero e proprio burattino nelle mani dei poteri mafiosi romani.Certo, l'area duosiciliana ha responsabilitá in questo perché non ha capito il gioco ed ha isolato lo scrittore. Ma forse non aveva altra possibilitá.Gomorra non é un film da notte degli oscar. Non é un film che si manda a rappresentare l'Italia (o meglio, in questo caso il sud...).
In definitiva credo che Saviano sia finito e che non abbia senso guardarsi indietro e piangere.
Inoltre devo dirti di non preoccuparmi per la sua incolumitá.
Fino a quando stará a questo sporco gioco non lo ammazza nessuno. Qui sta la differenza tra lui e Fava: Fava non é stato al gioco ed é stato fatto fuori.
07:36
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Movimento per l'Indipendenza della Sicilia ha detto...
Accolgo volentieri l'invito di Orazio a prendere parte a questa discussione, cosa che fino a ieri non mi sarebbe stata possibile (almeno, non nella estensione da me voluta) per certi problemi agli occhi ora risolti.Perché il tema non è roba da "quattro frasette buttate lì alla rinfusa", scritte senza pensare, come tanti (troppi) vedo che hanno fatto.Io il libro l'ho ricevuto come gradito dono e l'ho letto, anzi, me ne sono anche andato a Napoli a dare un'occhiata di persona (non ho la pretesa in pochi giorni di fare uno studio approfondito, ma giusto di togliermi qualche curiosità).Il film non l'ho visto: nonostante vada a teatro e al cinema (quanti non lo fanno più?), i miei campi d'applicazione sono la parola scritta, la fotografia, al più la musica.Detto questo, vorrei esaminare la questione dalla base, cioè dall'autore.
Chi è Roberto Saviano?
Un giovane, con il dono della buona scrittura, che con purezza e quasi ingenuità, sempre più rara fra i giovani, ha deciso di scrivere e descrivere ciò che tutti sappiamo che c'è ma nessuno ha voglia di parlarne. Ha detto che il Re è nudo.Ha deciso, "incoscientemente", di fare la "stecca nel coro". Perché il guaio è che tutti sappiamo che i fenomeni di tipo mafioso (come la camorra) esistono, ma, soprattutto a Napoli e in Campania, si è imposta la logica della convivenza, dell'andare avanti "nonostante", come tanto piace ad un ex ministro dell'attuale maggioranza governativa italiana.Sul film non posso esprimermi, di suo non amo le spettacolarizzazioni della violenza, ma avendo questa pellicola il pieno placet dell'autore (che non tutti i film tratti da opera letteraria possono vantare), si può procedere in parallelo.
Il fatto è che Saviano è un giovane stufo di vivere insieme alla camorra e alla mentalità mafiosa (diffusissima, radicata e accettata a Napoli), e lo ha detto, citando fatti e persone, cosa che molti non fanno per paura o accondiscendenza.Anche Pippo Fava, uno dei martiri per la libertà della Sicilia (perché lottare contro la mafia è lottare per l'indipendenza della Sicilia e dei Siciliani), denunciava il fenomeno (da giornalista e autore teatrale) correndo dei rischi, ma a differenza di Saviano (che quando scrisse e pubblicò forse nemmeno capì che sarebbe finito sotto scorta), non venne protetto. Ricordiamocelo: all'epoca sulle pagine de "La Sicilia" la parola "mafia" nemmeno appariva, al più se ne accennava la presunta esistenza solo a Palermo, ed è lo stesso quotidiano dove oggi si pubblica acriticamente la lettera di un boss mafioso.
Ora, si alzano gli scudi. Mettiamo subito da parte gli invidiosi dei soldi che effettivamente Saviano sta guadagnando, ritenendoli del tutto inqualificabili.
Passiamo ai "critici", che spesso, troppo spesso, parlano senza sapere, scrivono (finanche libri: e mi sa che fra questi molti sono anche invidiosi) senza aver letto.Saviano non parla male di Napoli e dei Napoletani, Saviano non è al soldo di qualcuno.
Lui stesso non riesce a vedere certe "trame", certi "fantasmi" che certuni vedono ovunque (ne conosco parecchi...sempre pronti ad accusarmi di essere prezzolato). Sono certo che innanzi alla perdita della libertà, Saviano preferirebbe essere povero in canna. Forse, a tratti si è anche pentito di aver scritto quelle cose, visto ciò che sta passando. E visto che c'è gente che osa dire e scrivere assurdità. Mi si dirà: «il bello della libertà di parola è questo». Certo, ma se stiamo a discettare su come Saviano faccia danno a Napoli denunciando il cancro che la sta uccidendo, invece di innalzare il discorso e il progresso, stiamo scavando la fossa.Come spiegare le equazioni a chi non sa fare le addizioni.Mettiamocelo in testa: la mafia, la camorra ci sono, ed è un male. Il male, da che mondo è mondo, va estirpato. Come dicevo in un'intervista che Pino Maniaci ha voluto farmi, questa cosa si fa non solo con le indagini poliziesche e la repressone giudiziaria (che ci vuole, ma colpisce gli effetti, non le cause), ma formando e informando. Sapere cos'è ci può permettere di curare il malato.Ora, se certi "neoborbonici" e "sicilianisti" pensano di fare gli interessi di della propria terra facendo i "venditori di cartoline", hanno preso (da decenni, alcuni) una cantonata colossale, tanto da arrivare a farmi pensare che siano loro ad essere prezzolati, per il fatto che fanno passare la politica identitaria per un fenomeno quasi "folk".È vero, forse all'estero si metteranno paura a sapere che c'è la Camorra. Forse negozi e alberghi chiuderanno. Ma quale realtà economica è giusto che si basi su un terreno friabile, come i quartieri di Caltanissetta dissennatamente costruiti sui "vulcanelli"?
Che futuro daremo ai nostri figli?
All'estero, negli USA in particolare, è forte una visione romantica, quasi identitaria essa stessa, di mafia e camorra. Nulla di più sbagliato e deleterio. I nostri fratelli che vivono, e spesso sono nati, all'estero, devono sapere cosa sta ammazzando Sicilia e Napolitania, cosa ha causato l'emigrazione dei loro genitori, dei loro nonni.
La mafia (in generale, i fenomeni mafiosi, non meramente «criminali») è uno strumento dell'oppressione coloniale italiana. Serve per spaventarci, renderci più controllabili (riduzione allo stato infantile, lo spiegò Freud, lo fecero anche i nazisti nei lager), per promuovere e rinsaldare sottosviluppo, per toglierci quel benessere che ci renderebbe autosufficienti e liberi di decidere (scalzando clientelismo e voto di scambio).
Cercare di conviverci, è come seminar fiori in una discarica radioattiva. Magari qualche fiore spunterà, ma non sarà così diventata un prato fiorito.Per avere un bel prato e tanti fiori, si deve bonificare la discarica. Qualcuno si farà male, qualcuno morirà, ma alla fine il risultato arriverà. Se lo godranno i nostri figli (io non ne ho, ma mi piace pensare ai bambini siciliani di oggi). Pensate se qualcuno prima di noi fosse riuscito a liberare le nostre patrie negate: oggi saremmo felici. «La mafia - ha detto il martire Giovanni Falcone - è un fenomeno umano, e in quanto tale destinato ad estinguersi».
Al pari dello Stato Italiano. Quando e come, dipende da noi.
Convivere con la mafia forse ci salverà la pelle e la tasca (e forse nemmeno: troppi stupendi giovani siciliani ho visti ammazzati dall'Italia), ma non salverà la nostra terra, farà procedere lo stillicidio. Negherà la felicità a chi verrà dopo di noi, e agire per loro sarà anche più difficile. Osteggiare Saviano, i Saviano, come in Sicilia abbiamo avuto Fava, abbiamo Maniaci e tanti giovani (non per niente, spesso militanti del MIS) che hanno deciso di non tacere e stare immobili, significa fare un grosso favore a mafia e camorra.Lo sforzo per le nostre nazioni represse non consiste, non può consistere nel fare "finta di niente", imbellettare il mosaico che sta crollando, seminare fiori nella discarica. Significa rimboccarsi le maniche. Non lasciare Saviano (e Pino Maniaci) da solo. Significa rimboccarsi le maniche, e non lasciarsi prendere in giro, ridurre a innocui infanti. Dobbiamo essere tanti, e consapevoli. Potranno ammazzarne uno, dieci, cento, ma non potranno ammazzarci tutti.Non voglio dire che non esistono le strumentalizzazioni, i «professionisti dell'antimafia», messi lì ad hoc per "normalizzare" il fenomeno. Ma stecche nel coro come quelle di Saviano, danno a noi persone comuni una importante opportunità. La precedente, innescata da "mani pulite" e dalla reazione alle stragi di mafia (l'unica fase in cui la mafia è stata "antistato" proprio perché stava perdendo i propri referenti politic, poi tornati), è andata fallita. Quasi non speravo più ce ne sarebbe stata un'altra durante la mia esistenza terrena.Non sono nessuno, per questo non amo parlare di me, ma stavolta voglio testimoniare quel poco che faccio. Sono un indipendentista, ho messo la mafia anch'io nel mirino, ne parlo senza paura pur patendo gli effetti di questo mio essere me stesso (perché negare e far finta di niente è reprimere la nostra coscienza e vivere da rinnegati, o meglio sopravvivere), dopo che a Pino Maniaci hanno dato fuoco alla macchina ho aderito all'iniziativa "Siamo tutti Pino Maniaci" e sono andato a leggere le notizie nel suo tg. Conoscendolo ho conosciuto un altro fratello, uno che senza avere uno specifico interesse a farlo, anzi perdendoci soldi e libertà (molti dopo un solo giorno di vita sotto scorta si butterebbero dalla finestra), ma perché è un siciliano e non vuole la mafia. Io, assieme ai nostri sempre più numerosi militanti, mi sto impegnando a fare la mia parte, a fare informazione, sono un giornalista che non ci sta e non vuole accondiscendere ad un padrone a sua volta accondiscendente, ma dare a quanti più possibile la possibilità di non tacere. Lo facciamo sul portale www.siciliaindipendente.org, e con iniziative che Orazio non mancherà di rendere note prossimamente. Non riesco a dire di Saviano ciò che non penso. Ha agito, stupendamente, e adesso con la stessa purezza e ingenuità con cui ha agito, denuncia i conseguenti patimenti, piange perché vorrebbe una vita "normale" (che in futuro tutti potranno avere grazie a lui). Per questo, provo tenerezza e compassione per lui, oltre che gratitudine. Per questo, ancor più che dirgli «grazie», vorrei abbracciarlo, se non fosse che la scorta giustamente me lo impedirebbe.
Roman Clarke
link all'intervista con Pino Maniaci: http://it.youtube.com/watch?v=PaCD6XMu3NE
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24 ottobre 2008
Dal blog nazionedelleduesicilie.blogspot.com
LETTERA DA DENTRO
Ciao Nello
tu mi conosci, di solito mi piace ascoltare; sarà per deformazione professionale, sarà per carattere, ma difficilmente riesco a dire, preferisco ascoltare, e magari attentamente.Però oggi no.
Leggo troppe cose e devo dire la mia.
Saviano è comparso nelle nostre vite così all'improvviso; ci ha raccontato cose che sapevamo già; le conoscevamo a menadito; era da quando siamo nati che abbiamo vissuto questa questa vita, fatta di tante controversie, di tanti soprusi, di tanta camorra, di tanti politici corrotti, di tanti amministratori amministrati, eppure un centinaio di pagine romanzate hanno sconvolto quella che era la nostra quotidianità. Conosco Nello da anni, anzi da sempre, sono anche io del napoletano, vivo anche io le sue realtà, le stesse che Saviano racconta nel suo libro. Certo che non avevamo assolutamente bisogno che un trentenne mettesse in pericolo la sua vita raccontando quanto già tutti avevano sotto gli occhi; non avevamo nemmeno bisogno che i suoi racconti molto ben pagati riuscissero a destare l'opinione pubblica e a far arrivare l'attenzione del Governo centrale sulla dura realtà campana, ma qualcuno doveva pur farlo. Anzi magari si riuscissero a trovare tanti altri giovani così coraggiosi, da mettere a dura prova la loro esistenza pur di dire la loro sul male campano. Pochi sanno realmente le vere ramificazioni della camorra dove arrivano, eppure tutti si sentono in grado di dire la propria opinione. Così come molti si sentono in dovere quasi di criticare questo giovane scrittore. E' vero che come lui ce ne sono altri molto meno ben pagati, ma è bello che esistano.Ve lo posso garantire. E ora capirete il perchè.Io sono tra quei pochi, circa 20, che in primissima persona hanno partecipato fattivamente alle indagini sulla ben tristemente nota faida di Secondigliano, quella che Saviano molto bene romanza nel suo libro; in prima persona insieme al mio gruppo di pochissime unità, abbiamo catturato i fratelli Di Lauro (Cosimo – passato agli onori della cronaca per la sopra menzionata faida – e Vincenzo) e del loro genitore Paolo Di Lauro, al secolo Ciruzzo o' milionario; ma qui a Napoli non si sono riviste le stesse scene di gioia e festa che i giovani siciliani hanno saputo esprimere quando i colleghi poliziotti hanno catturato la belva, così lo definirono, Brusca. E nemmeno si sono visti quegli striscioni inneggianti alla sconfitta della mafia visti all'epoca della cattura di Provenzano.
Forse i napoletani non avevano nulla da festeggiare con la cattura di un boia e di una dei capi storici della camorra???
Queste sono cose che lasciano il segno, insieme a tante altre ancora; tipo quelle che ogni mese con il nostro stipendiuccio da impiegati (1500 euro circa + le circa 20 ore di straordinario pagabili) dobbiamo affrontare. Certo, meglio di chi non lavora proprio o peggio ancora lavora mal pagato, ma nulla a confronto di quanto riesce a guadagnare il nostro amico (la scorta gliela garantiamo noi) Saviano, che certo di tanta pubblicità gratuita, è comunque sempre sulle prime pagine di giornali e riviste di mille paesi. Lavora molto bene il suo editore.Si è vero, Saviano è riuscito a raccontare quello che nessuno ha mai detto, è riuscito a farci ricordare che i casalesi investono nelle redditizie attività delle loro industrie del nord Italia i proventi delle illecite attività che noi campani riusciamo a permettergli con i nostri silenzi. E' quindi logico che Saviano, rompendo gli equilibri, rompendo il muro del silenzio e dell'omertà, debba pagarla. Ma allora, perso per perso, perchè non reinveste anche una piccola parte dei suoi guadagni per un piccolo centro di recupero per giovani disagiati, magari proprio a Casal di Principe? Troppo?Perchè sia chiaro a tutti, non ce l'ho affatto con Saviano, che ben raccoglie e romanza tranci di informative e rapporti giudiziari, di intercettazioni ambientali e telefoniche, e altrettanto molto bene riesce a raccontarli a persone che nemmeno avevano realmente idea di cosa potesse essere mai il cancro camorra. Dico solo, e qui non vogliatemi male, che ha ragione un certo ministro della Repubblica Italiana, e per di più con la cravatta verde, quando dice che Saviano non è il simbolo anticamorra, ma uno dei simboli. L'anticamorra sono i tanti carabinieri e poliziotti che, rischiando la vita per poco più di 1500 euro al mese, e non per svariati miliardi delle vecchie lire come qualche scrittore, mettono realmente in gioco la loro esistenza quotidianamente; l'anticamorra è un prete lasciato solo in un quartiere della camorra, e costretto ad andare via per chissà quale vero motivo; l'anticamorra siamo tutti noi che potremmo essere capaci di essere vero simbolo per chi non crede possibile nessun cambiamento.Non ho le profonde conoscenze che mostrate su questo blog sulle origini del Regno delle due Sicilie, non credo di poterne avere, ne credo che realmente possa mai interessarmi un così ampio discorso socio-politico-culturale, ma qualunque siano le origini che ci hanno portato ad oggi, credo che la camorra non faccia del bene a nessuno, e raccontarla possa essere non solo un'esigenza, ma una reale necessità, non perchè si possa emulare, come fa qualche giovane che mette le foto del giovane capo camorra sul cellulare, ma perchè si possa evitare, combattere, eliminare magari.
Ma stare zitti no.
Saviano è solo un esempio di quanto i giovani napoletani possano essere in grado di dire la loro. E come i napoletani così anche i siciliani, i calabresi, i pugliesi, tutti con i loro prodotti tipici locali, nessuno può considerarsi immune, neanche quelli che chiamate Padani, Sabaudi, filo Savoia, o altre cose del genere. La camorra, le mafie, vanno raccontate e non mandate nell'oblio, se poi raccontando raccontando si riesce a guadagnare fior di euro, ben venga, a dispetto della capacità imprenditoriale che qualcuno del nord ci accusa di non avere.Scusate infine se per ovvie ragioni non mi posso firmare liberamente, basterà un acronimo per poter dire che anche io ci sono.
Otello
Pubblicato da duesicilie a 10/24/2008 01:20:00 PM
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commenti dal blog di Nello...
1)megliovincenzo ha detto...
Grazie per le tue parole, Otello! Forse, in questa intricata discussione su Saviano, ci hai aiutato a guardare in maniera più distaccata, e quindi obiettiva, la sua vicenda umana, prima ancora che professionale. Grazie anche per il lavoro che svolgi, nonostante le tante difficoltà!Sono d'accordo con te e con chiunque pensi che Saviano, seppur la sua narrazione non abbia tenuto conto dei motivi storici di questo stato di cose, sia un giovane da stimare perchè ha avuto coraggio nel denunciare il marcio che c'è e che tutti accettiamo come fatto in-scindibile dalla nostra realtà (chiedo perdono a Nello e ai suoi lettori se nemmeno io mi preoccupo di richiamare possibili cause storiche che essi conosceranno certamente meglio di me...). In Italia funziona così, purtroppo. E anche qui da noi! Moggi gestiva il calcio: tutti sapevano, però... I politici rubano: tutti sanno, però... La camorra è nelle pieghe della nostra città: tutti sanno, però... Quando avevo 18 anni e mi fu rapinato il mio primo motorino ero certo di poterlo riavere perchè tutti sapevano, però...Forse è questo il nostro problema (o uno dei...). Liquidiamo il tutto con una semplice scrollata di spalle e ci diciamo che è sempre stato così e così sarà per sempre. Sinceramente, non mi preoccupo se ci viene fatta cattiva pubblicità. Piuttosto, ringrazio chi riesce ad orientare le luci, in un modo o in un altro, verso la mia terra troppo spesso dimenticata. Non solo e non tanto dalla politica nazionale, quanto dalla stessa gente che la abita!!! Se amassimo veramente la nostra terra, sapremmo come tutelarla, curarla, valorizzarla... Spero di non aver scandalizzato nessuno con questi miei pensieri dei quali sono sempre più convinto, soprattutto ora che sono costretto ad emigrare...
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2)Orazio Vasta
ha detto...
Caro "Otello",sono Orazio Vasta,faccio il giornalista a Catania e dintorni,dove,come tu ben sai,la mafia di Nitto Santapaola e compari ha dominato e continua a dominare sulla città e dintorni.Eppure,fino alla metà degli anni '80,a Catania,il potere politico ed economico-con il tacito con
senso della chiesa cattolica-sosteneva che "la mafia a Catania non esiste,forse a Palermo,forse...". Intanto,il boss Nitto Santapaola,seppure ricercato per omicidio,se la spassava in città.Pippo Fava,giornalista e scrittore,sostenuto da un gruppo di giovani e giovanissimi giornalisti- personalmente ho conosciuto Pippo un anno prima del suo assassinio-rese pubblico quello che tutti a Catania e dintorni sapevano da sempre!Ma,fino ad allora,nessuno aveva pubblicato una sola parola sulla presenza di Cosa nostra a Catania e dintorni...In Campania tutti sapevate dei casalesi e delle loro porcherie,ma prima di "Gomorra",questi mafiosi,i camorristi casalesi-sembravano non esistere.Ora,con Roberto Saviano,tutti "scoprono" la violenza dei mafiosi casalesi!Caro "Otello",se Roberto non darà in beneficenza un solo centesimo dei suoi soldi incassati con i leggittimi diritti per la vendita di "Gamorra" e del film sono affari suoi.A me,personalmente,non interessa.E ciò, non sposta una sola virgola sulla verità che Saviano ha dato un notevole contributo al risveglio delle coscienze nella lotta contro la Camorra:"Sinceramente-ha scritto "megliovincenzo"-non mi preoccupo se ci viene fatta cattiva pubblicità. Piuttosto, ringrazio chi riesce ad orientare le luci, in un modo o in un altro, verso la mia terra troppo spesso dimenticata. Non solo e non tanto dalla politica nazionale, quanto dalla stessa gente che la abita!!! Se amassimo veramente la nostra terra, sapremmo come tutelarla, curarla, valorizzarla...".
Ecco!
Caro "Otello",un'altra verità è che dalle nostre parti quando si denuncia la presenza della MERDA MAFIOSA si innesca una sorta di meccanismo suicida:Saviano infanga la Campania,come Fava infangava la Sicilia!Caro "Otello",lo stesso Nello-che stimo come un fratello-è vittima di questo "meccanismo"...
Non significa che Nello è filo-camorrista,assolutamente NO! Significa,che in tanti devono razionalizzare questo grande amore per la propria Terra,per non rischiare-come accade-di sentirsi offesi da un Saviano che chiama le cose con il loro nome.Caro "Otello",concludendo,senza retorica,ti RINGRAZIO per il tuo impegno nella battaglia contro i mafiosi.Conosco personalmente poliziotti impegnati a Catania nella tua stessa battaglia. E,ogni volta che catturano mafiosi e soci,mi sento più libero!
GRAZIE "OTELLO"!
Orazio Vasta
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Da:
mario moccia
A:
oraziovasta
Oggetto:
Per conoscenza
Ricevuto il:
24/10/08 23:07
Ciao Orazio, ho risposto ad un blog di Nello-duesicilie a proposito dell'annosa polemica di Saviano.
Ciao Nello, rieccomi.Sono di quelli che non mollano, quando sanno di avere ragione. questa risposta é per l'amico Otello!che non ho saputo ( o potuto), postare come commento...
CIAO NELLO, MA ANDRA' AVANTI PER PARECCHIO QUESTA VICENDA DI SAVIANO? Se si tratta di fargli vendere qualche copia in più, va bene. In fondo, è sempre un giovane duosiciliano!
Ora,mio caro amico poliziotto Otello, non voglio usare le tue stesse parole, ma la questione camorra che non c'era bisogno di farla arrivare ai vertici del governo... proprio mi sfugge detto da un poliziotto che però, guadagnando solo 1300 euro/mese, non è tenuto a sapere di massoneria, né di logge segrete che invece sanno benissimo che cosa sono le mafie ed essendo essa a determinare i governi, traine tu le conclusioni. E' vero, la nostra Costituzione, art. 18, vieta le associazioni segrete, e con questo articolo, hanno tolto di mezzo il problema degli "incappucciati";anzi, con il 2° comma, hanno sciolto la P2, ma oggi, in tempi moderni, è cambiato anche il rapporto con questo tipo di associazioni che si guardano bene dal fare riunioni alla maniera dei Beati paoli perché la costituzione dice:"Si considerano associazioni segrete, come tali vietate dall'art. 18 della Costituzione, quelle che, anche all'interno di associazioni palesi, occultando la loro esistenza ovvero tenendo segrete congiuntamente finalità e attività sociali ovvero rendendo sconosciuti, in tutto od in parte ed anche reciprocamente, i soci, svolgono attività diretta ad interferire sull'esercizio delle funzioni di organi costituzionali, di amministrazioni pubbliche, anche ad ordinamento autonomo, di enti pubblici anche economici, nonché di servizi pubblici essenziali di interesse nazionale". Ma c'é un'associazione internazionale con ramificazioni anche in Italia, che racchiude in sé il meglio dell'industria italiana, delle banche e delle assicurazioni, non c'è settore che manchi all'appello: dalle Generali alla Fincantieri, da Confindustria alla Rai a Mediaset; da Pirelli alle Poste Italiane, dalla società Autostrade all'Enel, dalla Fiat alla IBM Italia, dalla Italtel alla Banca nazionale del lavoro, impossibile enumerare tutte le adesioni, visto che la Aspen accoglie indifferentemente persone fisiche e giuridiche, singoli pezzi grossi e società intere.Insomma, il gohta! E questo solo per rimanere nel bel paese, perché se appena facciamo capolino fuori dai nostri confini i nomi diventano pesantissimi, da Condy Rice al "filantropo" Soros, dalla Albright a Kissinger...Ma che cosa è Aspen e chi sono, soprattutto che cosa vogliono fare gli "aspeniani" ? Non è una domanda oziosa perché, seppure con grande discrezione, l'Aspen Institute italiano ( che bel nome tranquillo), è diventato negli ultimi tempi sede di dibattiti politico economici che, data la levatura dei personaggi che circolano lì dentro, rischiano di condizionare o quanto meno influenzare scelte e decisioni dello stesso esecutivo. Perché è membro Aspen anche Romano Prodi naturalmente, e perfino il presidente della Repubblica Napolitano, vecchio comunista. E Berlusconi, c'é? Visto che il presidente italiano è Tremonti, E gli vorrebbe succedere Enrico Letta. Ma allora che paura c'è ? - direte voi - se dentro ci sta tutta la destra e la sinistra che conta, tutt'al più tenteranno l'inciucio. Ipotesi legittima ripresa fra l'altro da "Panorama" nella sua pagina web con il titolo " Grande coalizione ? Ci lavorano all'Aspen" e sotto una bella immagine di Enrico Letta che molti indicano come successore di Tremonti nella presidenza di Aspen Italia, come detto. E con l'articolo di panorama, giornale della mondadori, si sono creati un'altra immagine di assoluta trasparenza e serietà.Il punto è che Aspen non è propriamente una "Beati paoli" ma neppure l'associazione delle dame di S. Vincenzo. Non fa beneficenza ed è lecito pensare che persone del calibro dei suoi membri non si riuniscano soltanto per scambiare quattro chiacchiere e prendere un the. Perciò, vedi tu amico poliziotto Otello che dici onestamente di non conoscere gli argomenti pure interessanti esposti nel blog di Nello ( che è di tutti noi), Ma se tu e lo stesso Saviano, vi foste occupati di questa problematica con una bella inchiesta, non staremmo qui - da giorni - a fare questa polemica, torno ad un ragazzo ( Saviano), che in fondo ha avuto solo una buona idea per fare soldi! E ha fatto bene! Solo che avrebbe dovuto aprire un po' di più verso i veri colpevoli di tutto questa camurria nelle nostre terre che con le mafie non c'entrano niente; per cui l'antica domanda: "cui prodest?" visto che a noi non ce ne viene niente in termini di sviluppo?
Ho finito!
Ti saluto cordialmente e con tanti ringraziamenti per tutto quello che ti porta a fare il tuo lavoro, fraternamente.
Mario Moccia di Montemalo
P.S. E speriamo non sia proprio tu l'attento ascoltatore che preferisce farsi ascoltare forse per "deformazione professionale" infiltrato che io comunque non temo, perché la mia forza sta nel fatto che NON HO NIENTE DA NASCONDERE! Sentito parlare di persone oneste?
Cordialmente.Mario

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