mercoledì 7 maggio 2008

PROTEGGIAMO L' ETNEA !

Le foto qui postate dimostrano la grandezza del

patrimonio storico e ambientale del territorio

denominato "Parco dell'Etna",un vasto territorio che

necessita di essere attenzionato,difeso e tutelato...ad

oltranzanza! (a rarika)============================================
Articolo tratto da La Sicilia di lunedì 5 maggio 2008
Sos per l'Etna sentieri e boschi regno dei vandali
Sul pieghevole illustrato del Parco dell'Etna si legge "Gurrida, un sentiero per tutti" e - giustamente - si raccomanda: "vi invitiamo a camminare in silenzio, per evitare di disturbare la fauna e di osservarla dai capanni". Ed ecco, invece, un signore seduto comodamente sulla riva che tiene in mano la sua canna da pesca. Siamo in un'area protetta sui fianchi dell'Etna, versante Nord, in pieno Parco, dove non solo non si può pescare, ma dove si dovrebbe camminare in silenzio, appunto. Invece il pescatore fuorilegge prosegue nella sua attività, nonostante un invito informale affinché smontasse l'attrezzatura e andasse via. D'altronde, non c'era nessuno, con una qualche divisa, a presidiare e a controllare l'area. Un esempio, uno soltanto, di ciò che si può incontrare andando su e giù per il vulcano. Un patrimonio, un tesoro che meriterebbe maggiore attenzione, per esempio dotando proprio il Parco di adeguati mezzi, uomini e strutture. Attualmente i dipendenti del Parco sono 43, a fronte di un organico previsto di ottanta. Con dieci guardaparco fantasma (vincitori di concorso in attesa di entrare in servizio) in un contesto che non può più attendere. Cambiando versante il quadro non cambia: per esempio Serra la Nave, zona Ragalna. Due chilometri dopo il Grande Albergo, c'è l'ingresso al Demanio Filiciusa Milia, dove campeggia il cartello del Parco con la serie dei divieti: vietato far rumore, accendere fuochi, danneggiare e sporcare l'ambiente... Tre metri più in là, sulla destra, riposa lo scheletro di una macchina data alle fiamme e qui rimasta da fine autunno. Da qui parte la Pista Altomontana, l'anello di 30 Km che fa il giro in quota del vulcano più alto d'Europa, attraverso "luoghi selvaggi e remoti di superba bellezza", come si leggeva nel reportage del giornalista Franco Brevini, esperto di... tesori d'altura. Può essere questa una porta d'ingresso? E' come se a Pederu, Val di Marebbe, dove si sale per l'Alta Via delle Dolomiti n°1, ci fosse una carcassa d'auto bruciata e abbandonata da mesi.

Altra zona, altra immagine non da cartolina. Andiamo nei castagneti di zona B del Parco, territorio di Trecastagni. All'ingresso del bosco cumuli di rifiuti urbani, scarti edili, fusti di solventi, olii esausti, carcasse di cani e anche lastre di eternit in disfacimento: giova ricordare che con l'inalazione di polveri di amianto si può arrivare al mesotelioma, un cancro delle vie respiratorie che ha portato al bando l'uso di questo minerale in ogni sua applicazione. Ma non solo qui si trova l'amianto. Le lastre di eternit, vecchie e sfaldate, ci sono anche sotto Tardaria e all'ingresso del sentiero di Monte Arso. E si pensi che questo itinerario, che porta a piedi fino alla nuova sede del Parco (Monastero dei Benedettini di Nicolosi), per i suoi elevati contenuti naturalistici è raccomandato dal Cai e pubblicato sulla rivista del Touring Club. Portiamoci i nostri figli con la maschera antigas e dimostriamo come siamo stati bravi a preservare l'ambiente. Non è finita. Andiamo su, al Salto del Cane, ma non prendiamo il sentiero che indica la carta turistica del Parco dell'Etna, perché è impraticabile a causa di solchi profondi anche un metro, scavati da centauri con le moto da cross. L'antica cisterna aveva un basolato che raccoglieva l'acqua piovana e che da qualche anno è scomparso, preda di furti ripetuti. Adesso il boccapozzo è distrutto e coi blocchi divelti si fa il barbecue. Infine, la processionaria. Una questione importante soprattutto per anziani, bambini e soggetti allergopatici che possono manifestare reazioni alla cute, agli occhi e difficoltà respiratorie anche serie, semplicemente passeggiando nelle aree colpite. I peli urticanti dei bruchi sono leggerissimi e invisibili, e questa è la stagione in cui si muovono in lunghi trenini sul terreno. Ebbene, non c'è nessun cartello informativo sul fenomeno-processionaria in nessun luogo infestato.
Sergio Mangiameli
===========

Nessun commento: