mercoledì 22 ottobre 2008

GAMORRA,SAVIANO E DINTORNI...

Riprendo integralmente dal blog www.nazionedelleduesicilie.blogspot.com del mio caro amico Nello Esposito questi interventi dell'area "neoborbonica"-"duosiciliana" -"merdionalista" sul caso "Gomorra" e del suo autore,Roberto Saviano,che,a causa di questo libro,è costretto a vivere sottoscorta della polizia per le minacce di morte ricevute dalla camorra.Chi conosce A RARIKA sa chiaramente che io e il gruppo del blog siamo e stiamo con Roberto,siamo e stiamo con tutti coloro che con i fatti denunciano la malapianta della mafia e della mafiosità. Gli interventi pubblicati da Nello sul suo blog non li condivido/condividiamo! Ma,nello stesso momento,sono contento che essi ci siano...In merito agli attacchi gratuiti e,direi,"cattivi" espressi contro la persona di Roberto mi viene spontanea una domanda: MA,VI SIETE BEVUTI IL CERVELLO?
Rispetto tutte le idee,ma,Santo Dio,come si fa ad infieire a livello personale su un giovane che rischia di saltare in aria per aver scritto un libro? A Catania,il giornalista e scrittore Pippo Fava denunciava la mafia e i suoi protettori ,e,contemporaneamente,veniva accusato, da più parti,compresi settori dell'area sicilianista,d'infangare la Sicilia e i siciliani...Pippo,poi è stato trucidato dai killer del boss Nitto Santapaola,capo di Cosa nostra a Catania!
Ripeto:MA,VI SIETE BEVUTI IL CERVELLO?
La vergogna per Napoli e per Catania,non sono Roberto-LUNGA VITA!- e Pippo...Il fango sui "duosiciliani" e sui siciliani non lo buttano gli scrittori e i giornalisti che rischiano la propria vita...La vergogna per il popolo campano è la villa-nella foto sopra-del boss camorrista Schiavone...
Oppure,la colpa di Roberto è quella di essere ancora vivo?...
Perchè,e non sarà un caso,i giornalisti che "infangano" Napoli e Catania,da morti diventano EROI...pensate che a Catania,da qualche anno,la via dov'è stato ammazzato quel "calunniatore" di giornalista,porta il nome VIA GIUSEPPE FAVA!....
Poi,è chiaro-a parte Nello che ammette di non aver letto "Gomorra" e di non aver visto il film-che questo tanto odiato libro non è mai stato letto da gran parte degli intervenuti nel blog nazione2sicilie...vero Mario Moccia?...Comunque,la lotta contro la mafia o camorra che sia passa anche attraverso l'esercizio della democrazia... e ciò è stato fatto da Nello ,e così sto facendo io... Scusate per la franchezza. Cordialmente,
Orazio Vasta .

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lunedì 20 ottobre 2008
GOMORRA
Ricevo da Virginia Lalli la seguente mail:
Cari neoborbonici,avrete saputo che il film "Gomorra" rappresenterà L'Italia agli Oscar.Allora se da una parte ha il merito di essere un film denuncia, dall'altra è evidente che diffonde a livello internazionale un'immagine del Paese e soprattutto di Napoli come una società oltre che corrotta, profondamente immorale e di fatto sottosviluppata ( e senza rimedio) e conferma lo stereotipo dell'italiano meramente e solo mafioso.Allora esprimo le mie perplessità in tal senso. Si dovrebbe quantomeno controbilanciare con qualcosa di positivo di eguale risonanza o con poderose misure di contrasto alla criminalità e incentivi all'economia.Diversamente quale risultato si ottiene, data la situazione.?Virginia Lalli
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Purtroppo devo condividere quanto da Te detto cara Virginia, oggi la società ci propone sempre gli eroi attentamente studiati a tavolino per propagandare quello che fa comodo al potere.Premesso che non ho mai letto il libro di Saviano, reputandolo un mattone scemo di morale (ma questo è un mio personale parere), mi chiedo se davvero i camorristi che lo hanno condannato a morte l'abbiano letto?Conosco tante persone che lottano contro la camorra, potrebbero riempire le pagine di 10 gomorra, eppure non sono degli eroi, ne possono contare sulla potenza economica che Saviano è riuscito a costruirsi.Saviano è diventato un personaggio della lotta alla camorra, protetto, propagandato ed elogiato anche dalle autorità Romane, che godono nel vedere esportato un LORO PRODOTTO (la camorra) all'estero.
Nello Esposito
Pubblicato da duesicilie
10/20/2008
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martedì 21 ottobre 2008
A proposito di Gomorra
Pubblico due dei commenti ricevuti sul post Gomorra:
RICEVO DA MARIO MOCCIA:
Ciao Nello, se dovessi commentare il libro di saviano e soprattutto i danni che lo stesso sta creando a Napoli ed ai Napoletani, non potrei utilizzare altre parole che le tue che sottoscrivo pienamente! Ho appena finito di scrivere un libro che titola L'Italia non esiste (soprattutto se ha bisogno di un Saviano per propagandarsi nel mondo). E nel quale, all'interno, - misticamente ho espresso un pensiero identico al tuo. E siccome il libro ancora non l'ho mandato in giro, non puoi averlo suggestionato dal mio scritto.Un abbraccio, forza e onore!Mario
P.S. al solito non sono riuscito a postare il mio commento. te lo invio in allegato sperando possa farlo tu, se vuoi!
*SaVIANO,un “eroe” attentamente studiato a tavolino per propagandare quello che fa comodo al potere del Paese che non c'é che continua a seminare odio e bugie sulle popolazioni duosiciliane. Che la camorra, la mafia, la n'drangheta e Sacra corona unita esistano, si sapeva già, non c'era bisogno di un Saviano per capire che esiste; ma il grande scrittore ha dimenticato, forse perché troppo serrato dal business-system, di dire il perché esiste il fenomeno mafioso ( come gli altri citati), e chi sono i loro padrini! Solo in questo caso, Saviano sarebbe stato un vero Eroe!
Conosco tante persone e tanti onesti magistrati che lottano contro la camorra, e potrebbero riempire tante pagine per un intero trattato su gomorra, eppure non sono degli eroi, nè possono contare sulla potenza economica che Saviano è riuscito a costruirsi tantomeno possono doversi preoccupare di essere uccisi - come si presume - la camorra vorrebbe fare con Saviano. Per fortuna anche questa è una buon orchestrata propaganda per dare più spessore al libro ed allo stesso film, che ne hanno proprio bisogno. Saviano, attenzione, che quando la vena aurifera del tuo “giacimento” si sarà esaurita, i tuoi padrini non decidano di farti fuori sul serio, tanto per rilanciare il messaggio e far capire al mondo in quale drammatico clima deve operare la politica italiana, per rieducare i meridionali, quelli che briganti erano ieri, e briganti sono oggi! Perché che i briganti sono stati e restano il leit-motiv della ragion di stato di un risorgimento assassino! Durante il quale però – stranamente – a morire sono stati circa un milione di duosiciliani! Avrà capito Saviano con chi si è messo? Parla male di coloro nel cui stesso piatto sta mangiando. Non è propriamente un comportamento da eroi!
Saviano è diventato un personaggio della lotta alla camorra, protetto, propagandato ed elogiato anche dalle autorità Romane, che godono nel vedere esportato un loro prodotto (la camorra, come le altre mafie,) in tutto il mondo!
di
Mario Moccia di Montemalo
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RICEVO DA GIULIO LAROSA
Devo in parte non concordare con quanto scritto a proposito di Gomorra. Non ho letto il libro di Saviano ma ho visto il film, in piu' ho letto e promosso la diffusione del libro di Nazario "per fortuna che ci ho la camorra" (vedere sito Duesicilieabruzzo), un amico e collega meno famoso di Saviano, che denuncia cose estremamente simili e negli stessi termini di Saviano.
Anche qui viene data una immagine triste e senza speranza della nostra societa' e nella mia recensione questa critica circa l'assenza di qualsiasi riferimento positivo c'e' e netta.
Tuttavia va riconosciuta la veridicita' di cio' che si denuncia e anche gli esiti molto positivi che questa denuncia sta ottenendo, in particolare gli arresti e la decimazione dei Casalesi.
Nel film invece le figure positive non mancano: in particolare c'e' un giovane che dopo aver visto gli orrori del commercio di rifiuti tossici si rifiuta di continuare e affronta il faccendiere con parole coraggiose e piene di onesto amore per la sua terra.
C'e' poi il sarto bravissimo e onesto che e' costretto a cambiare mestiere e si mette a fare il camionista, insomma ci sono anche belle figure e non soltanto brutti ceffi e gente corrotta.
Pubblicato da duesicilie a
10/21/2008

3 commenti:

Abate Vella ha detto...

Caro Orazio, vorrei partecipare alla discussione su Saviano.

A mio modo di vedere sia tu che coloro i quali criticano lo scrittore avete ragione.

Che molte delle cose dette da Saviano siano corrette non ho dubbi (sottolineo di non aver letto il libro o visto il film). D'altronde é anche grazie a lui che la veritá sui rifiuti del nord in Campania é stata posta all'attenzione internazionale.

Ma Saviano é anche manovrato e la sua opera utilizzata subdolamente per gettare fango su Napoli. Che il film tratto dal suo libro sia stato mandato agli oscar é una cosa gravissima con la quale, a mio modo di vedere, i nostri nemici si sono giocati Saviano che oramai sará completamente isolato al sud e diventerá (é giá diventato...)un vero e proprio burattino nelle mani dei poteri mafiosi romani.

Certo, l'area duosiciliana ha responsabilitá in questo perché non ha capito il gioco ed ha isolato lo scrittore. Ma forse non aveva altra possibilitá.

Gomorra non é un film da notte degli oscar. Non é un film che si manda a rappresentare l'Italia (o meglio, in questo caso il sud...).

In definitiva credo che Saviano sia finito e che non abbia senso guardarsi indietro e piangere. Inoltre devo dirti di non preoccuparmi per la sua incolumitá. Fino a quando stará a questo sporco gioco non lo ammazza nessuno. Qui sta la differenza tra lui e Fava: Fava non é stato al gioco ed é stato fatto fuori.

Movimento per l'Indipendenza della Sicilia ha detto...

Accolgo volentieri l'invito di Orazio a prendere parte a questa discussione, cosa che fino a ieri non mi sarebbe stata possibile (almeno, non nella estensione da me voluta) per certi problemi agli occhi ora risolti.
Perché il tema non è roba da "quattro frasette buttate lì alla rinfusa", scritte senza pensare, come tanti (troppi) vedo che hanno fatto.
Io il libro l'ho ricevuto come gradito dono e l'ho letto, anzi, me ne sono anche andato a Napoli a dare un'occhiata di persona (non ho la pretesa in pochi giorni di fare uno studio approfondito, ma giusto di togliermi qualche curiosità).
Il film non l'ho visto: nonostante vada a teatro e al cinema (quanti non lo fanno più?), i miei campi d'applicazione sono la parola scritta, la fotografia, al più la musica.
Detto questo, vorrei esaminare la questione dalla base, cioè dall'autore. Chi è Roberto Saviano? Un giovane, con il dono della buona scrittura, che con purezza e quasi ingenuità, sempre più rara fra i giovani, ha deciso di scrivere e descrivere ciò che tutti sappiamo che c'è ma nessuno ha voglia di parlarne. Ha detto che il Re è nudo.
Ha deciso, "incoscientemente", di fare la "stecca nel coro". Perché il guaio è che tutti sappiamo che i fenomeni di tipo mafioso (come la camorra) esistono, ma, soprattutto a Napoli e in Campania, si è imposta la logica della convivenza, dell'andare avanti "nonostante", come tanto piace ad un ex ministro dell'attuale maggioranza governativa italiana.
Sul film non posso esprimermi, di suo non amo le spettacolarizzazioni della violenza, ma avendo questa pellicola il pieno placet dell'autore (che non tutti i film tratti da opera letteraria possono vantare), si può procedere in parallelo.
Il fatto è che Saviano è un giovane stufo di vivere insieme alla camorra e alla mentalità mafiosa (diffusissima, radicata e accettata a Napoli), e lo ha detto, citando fatti e persone, cosa che molti non fanno per paura o accondiscendenza.
Anche Pippo Fava, uno dei martiri per la libertà della Sicilia (perché lottare contro la mafia è lottare per l'indipendenza della Sicilia e dei Siciliani), denunciava il fenomeno (da giornalista e autore teatrale) correndo dei rischi, ma a differenza di Saviano (che quando scrisse e pubblicò forse nemmeno capì che sarebbe finito sotto scorta), non venne protetto. Ricordiamocelo: all'epoca sulle pagine de "La Sicilia" la parola "mafia" nemmeno appariva, al più se ne accennava la presunta esistenza solo a Palermo, ed è lo stesso quotidiano dove oggi si pubblica acriticamente la lettera di un boss mafioso.
Ora, si alzano gli scudi. Mettiamo subito da parte gli invidiosi dei soldi che effettivamente Saviano sta guadagnando, ritenendoli del tutto inqualificabili.
Passiamo ai "critici", che spesso, troppo spesso, parlano senza sapere, scrivono (finanche libri: e mi sa che fra questi molti sono anche invidiosi) senza aver letto.
Saviano non parla male di Napoli e dei Napoletani, Saviano non è al soldo di qualcuno. Lui stesso non riesce a vedere certe "trame", certi "fantasmi" che certuni vedono ovunque (ne conosco parecchi...sempre pronti ad accusarmi di essere prezzolato). Sono certo che innanzi alla perdita della libertà, Saviano preferirebbe essere povero in canna. Forse, a tratti si è anche pentito di aver scritto quelle cose, visto ciò che sta passando. E visto che c'è gente che osa dire e scrivere assurdità. Mi si dirà: «il bello della libertà di parola è questo». Certo, ma se stiamo a discettare su come Saviano faccia danno a Napoli denunciando il cancro che la sta uccidendo, invece di innalzare il discorso e il progresso, stiamo scavando la fossa.
Come spiegare le equazioni a chi non sa fare le addizioni.
Mettiamocelo in testa: la mafia, la camorra ci sono, ed è un male. Il male, da che mondo è mondo, va estirpato. Come dicevo in un'intervista che Pino Maniaci ha voluto farmi, questa cosa si fa non solo con le indagini poliziesche e la repressone giudiziaria (che ci vuole, ma colpisce gli effetti, non le cause), ma formando e informando. Sapere cos'è ci può permettere di curare il malato.
Ora, se certi "neoborbonici" e "sicilianisti" pensano di fare gli interessi di della propria terra facendo i "venditori di cartoline", hanno preso (da decenni, alcuni) una cantonata colossale, tanto da arrivare a farmi pensare che siano loro ad essere prezzolati, per il fatto che fanno passare la politica identitaria per un fenomeno quasi "folk".
È vero, forse all'estero si metteranno paura a sapere che c'è la Camorra. Forse negozi e alberghi chiuderanno. Ma quale realtà economica è giusto che si basi su un terreno friabile, come i quartieri di Caltanissetta dissennatamente costruiti sui "vulcanelli"?
Che futuro daremo ai nostri figli?
All'estero, negli USA in particolare, è forte una visione romantica, quasi identitaria essa stessa, di mafia e camorra. Nulla di più sbagliato e deleterio. I nostri fratelli che vivono, e spesso sono nati, all'estero, devono sapere cosa sta ammazzando Sicilia e Napolitania, cosa ha causato l'emigrazione dei loro genitori, dei loro nonni.
La mafia (in generale, i fenomeni mafiosi, non meramente «criminali») è uno strumento dell'oppressione coloniale italiana. Serve per spaventarci, renderci più controllabili (riduzione allo stato infantile, lo spiegò Freud, lo fecero anche i nazisti nei lager), per promuovere e rinsaldare sottosviluppo, per toglierci quel benessere che ci renderebbe autosufficienti e liberi di decidere (scalzando clientelismo e voto di scambio). Cercare di conviverci, è come seminar fiori in una discarica radioattiva. Magari qualche fiore spunterà, ma non sarà così diventata un prato fiorito.
Per avere un bel prato e tanti fiori, si deve bonificare la discarica. Qualcuno si farà male, qualcuno morirà, ma alla fine il risultato arriverà. Se lo godranno i nostri figli (io non ne ho, ma mi piace pensare ai bambini siciliani di oggi). Pensate se qualcuno prima di noi fosse riuscito a liberare le nostre patrie negate: oggi saremmo felici.
«La mafia - ha detto il martire Giovanni Falcone - è un fenomeno umano, e in quanto tale destinato ad estinguersi». Al pari dello Stato Italiano. Quando e come, dipende da noi. Convivere con la mafia forse ci salverà la pelle e la tasca (e forse nemmeno: troppi stupendi giovani siciliani ho visti ammazzati dall'Italia), ma non salverà la nostra terra, farà procedere lo stillicidio. Negherà la felicità a chi verrà dopo di noi, e agire per loro sarà anche più difficile.
Osteggiare Saviano, i Saviano, come in Sicilia abbiamo avuto Fava, abbiamo Maniaci e tanti giovani (non per niente, spesso militanti del MIS) che hanno deciso di non tacere e stare immobili, significa fare un grosso favore a mafia e camorra.
Lo sforzo per le nostre nazioni represse non consiste, non può consistere nel fare "finta di niente", imbellettare il mosaico che sta crollando, seminare fiori nella discarica. Significa rimboccarsi le maniche. Non lasciare Saviano (e Pino Maniaci) da solo. Significa rimboccarsi le maniche, e non lasciarsi prendere in giro, ridurre a innocui infanti. Dobbiamo essere tanti, e consapevoli. Potranno ammazzarne uno, dieci, cento, ma non potranno ammazzarci tutti.
Non voglio dire che non esistono le strumentalizzazioni, i «professionisti dell'antimafia», messi lì ad hoc per "normalizzare" il fenomeno. Ma stecche nel coro come quelle di Saviano, danno a noi persone comuni una importante opportunità. La precedente, innescata da "mani pulite" e dalla reazione alle stragi di mafia (l'unica fase in cui la mafia è stata "antistato" proprio perché stava perdendo i propri referenti politic, poi tornati), è andata fallita. Quasi non speravo più ce ne sarebbe stata un'altra durante la mia esistenza terrena.
Non sono nessuno, per questo non amo parlare di me, ma stavolta voglio testimoniare quel poco che faccio. Sono un indipendentista, ho messo la mafia anch'io nel mirino, ne parlo senza paura pur patendo gli effetti di questo mio essere me stesso (perché negare e far finta di niente è reprimere la nostra coscienza e vivere da rinnegati, o meglio sopravvivere), dopo che a Pino Maniaci hanno dato fuoco alla macchina ho aderito all'iniziativa "Siamo tutti Pino Maniaci" e sono andato a leggere le notizie nel suo tg. Conoscendolo ho conosciuto un altro fratello, uno che senza avere uno specifico interesse a farlo, anzi perdendoci soldi e libertà (molti dopo un solo giorno di vita sotto scorta si butterebbero dalla finestra), ma perché è un siciliano e non vuole la mafia. Io, assieme ai nostri sempre più numerosi militanti, mi sto impegnando a fare la mia parte, a fare informazione, sono un giornalista che non ci sta e non vuole accondiscendere ad un padrone a sua volta accondiscendente, ma dare a quanti più possibile la possibilità di non tacere. Lo facciamo sul portale www.siciliaindipendente.org, e con iniziative che Orazio non mancherà di rendere note prossimamente.
Non riesco a dire di Saviano ciò che non penso. Ha agito, stupendamente, e adesso con la stessa purezza e ingenuità con cui ha agito, denuncia i conseguenti patimenti, piange perché vorrebbe una vita "normale" (che in futuro tutti potranno avere grazie a lui). Per questo, provo tenerezza e compassione per lui, oltre che gratitudine. Per questo, ancor più che dirgli «grazie», vorrei abbracciarlo, se non fosse che la scorta giustamente me lo impedirebbe.

Roman Clarke
Vice Segretario del Movimento per l'Indipendenza della Sicilia


link all'intervista con Pino Maniaci: http://it.youtube.com/watch?v=PaCD6XMu3NE

Brancolatore ha detto...

Gent.mo Orazio Vasta, mi permetto, in punta di piede e con pudore, di entrare nel dibattito.
Ci risiamo, ci risiamo con la solita ciclica polemica su mafia, antimafia e professionisti di ambo i fronti; questa volta, però, la polemica si è spostata sul confine alto del Regno delle Due Sicilie: si parla di camorra.
Mi riferisco, ovviamente, all’insensata polemica ai più vari livelli apertasi su Saviano e, di conseguenza, sul suo libro Gomorra.
Mi permetto di fare alcune riflessioni.
Comprai Gomorra, in tempi assolutamente non letterariamente sospetti, non appena uscì e senza alcuna consapevolezza dei suoi contenuti.
Per una volta mi sono fidato della grafica, del titolo, del fotoritratto dell’autore e, in ultimo, della sua giovane età. Iniziai a leggerlo distrattamente, stentavo ad “entrare” nel senso del libro ma, superato questo momento, fu poi una lettura tutta d’un fiato.
E’ un libro che ti stranizza e ti rapisce; se appena appena conosci il micromega mondo meridionale - quello dei favori e dei controfavori, quello dei sotterfugi illegali ufficialmente classificati come ammortizzatori sociali, il mondo delle soperchierie e dei sopraffatti, dei leccaculo con l’alito profumato e dei culi lindi sempre pronti ad essere leccati, il mondo della politica delle tre scimmiette, ecco se appena appena conosci questo mondo Gomorra ne è il certificato di esistenza in vita.
Saviano un professionista dell’anticamorra? Un imbelle che s’è arricchito alle spalle dei “poveri” concittadini che si sentono ora infangati da tanta VERITA’? Un ingrato verso quella Terra che con tanto amore lo ha allevato e gli ha dato tante di quelle occasioni di LAVORO NERO? Un senzapalle che non ha trovato il coraggio di dirglielo in faccia – e privatamente - a quei bravi imprenditori di quanto lui pensava che essi fossero CAMORRISTI?
Tutto questo emerge dai post ripubblicati sul Tuo sito e da alcune interviste a “poveri” concittadini di Saviano che ho avuto modo di leggere e sentire.

Mi sembra perfino da idioti doversi affidare ad arzigogolate elucubrazioni per dire che non è così.

Ma, scusate, vorrei chiedere a queste gentilissime ed oneste persone, siete mai andati all’estero e chiedere un po in giro qual è l’immagine che hanno di noi italiani visti attraverso le esternazioni dei nostri politici di – vario – governo? Scusate ma dove pensate veramente di vivere? Ma vi guardate mai intorno? Vi siete mai chiesti come mai siete stati relegati in paesi che somigliano sempre più a delle riserve indiane o, nei peggiori dei casi, a dei ghetti? Ma vi siete accorti o no che vi stanno costringendo a vivere in un enorme immondezzaio, monnezza di fatto e monnezza di diritto? Ma veramente pensate che Gomorra abbia rovinato l’immagine, nel mondo, di Casal di Principe e compagnia cantando?
E i soloni tronfi e gonfi della loro “k”ultura come possono non rendersi conto di star facendo loro quello che rimproverano a Saviano d’aver fatto?
E a coloro che ogni domenica vanno in Chiesa a detergersi la coscienza vorrei invece chiedere cosa pensano che facesse Gesù Cristo. Per quale motivo pensano che sia stato crocifisso? Di questo hanno bisogno, ah, di un utile idiota che si carichi sulle spalle il silenzio e la sofferenza di tutti?

Un proverbio siciliano dice: “facili pigghiari l’anciddi chi mani di l’autri” …

Io sono con Saviano, con Gomorra e con tutti coloro che privi del dono della scrittura e della possibilità di comunicare onorano ogni giorno il dono della vita senza piegare la testa e senza scendere a patti, ne con la mafia/camorra ne con quell’altra, affine, forma di associazione a delinquere fatta di certa politica, sottopolitica e affari.

La verità vive solo nei fatti e i fatti fanno la storia, passato questo momento è solo cronaca.
Gli eroi vivono nei fatti, i simboli nella storia … gli altri nella cronaca.