giovedì 11 dicembre 2008

EBOLI,no al "coso" di cemento!Proteggiamo la cultura e le tradizioni!

Nella bellissima foto,la foce del fiume Sele
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Ricevo da Eboli,dal mio amico Peppe Barra,presidente del "Centro Culturale Studi Storici",questo appello-denuncia contro un "coso" di cemento,spacciato per un "belvedere".
SOSTENIAMO la battaglia di Peppe e degli amici ebolitani per proteggere la cultura e le tradizioni di Eboli e del suo popolo...
Contattate Beppe,scrivete al seguente indirizzo email:
Orazio Vasta
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I nostri politici devono imparare che prima di manomettere un luogo devono informarsi cosa vogliono stravolgere.
Poi ci lamentiamo che Eboli non attrae turisti?
L’Ermice e la sua fontanella hanno ispirato, oltre a Felice Cuomo (chi vuole una copia venga alla redazione de “Il Saggio”), anche Antonio Barra, Aniello Ferraioli e qualche altro.
Quel luogo è così, forse, prima del ‘700 quando fu riparato l’acquedotto che portava l’acqua da San Donato ad Eboli.Si parla di ambientalismo.
Si parla di proteggere la parte storica del paese.
Solo ora gli ebolitani se ne sono accorti perchè siamo alla fine dell’autunno e la gente sta in casa.
Si vuol inaugurare per il 20 dicembre 2008 un belvedere.
Di belvedere naturali, lì sopra ve ne sono tanti, perchè farne uno in cemento?
Basta salire qualche metro più in alto dove c’è quello spazio dove tutti noi andavamo, da piccoli, a giocare il pallone.
A che serve?
Per spendere soldi?
Ci sono tante opere pubbliche da fare nel Centro storico, necessarie per la vivibilità.
I progettisti di quel “coso” sono certamente persone che con Eboli non hanno nulla a che vedere se no non avrebbero mai pensato di realizzare una colata di cemento ricoperta di pietre, per salirvi sopra e ammirare il panorama di una Eboli martirizzata dagli stessi che giorno per giorno dicono di amministrarla ma la svenano.
Vergogna!
Il Centro Culturale Studi Storici, con 800 soci, si oppone a questo deturpamento ambientalistico.
A noi non interessa la politica partitica ma il bene della città.
Ci interessa proteggere la cultura e le tradizioni.
Giuseppe Barra,
Presidente del Centro Culturale
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Caro Peppe,questa mail, mi riempie di amarezza,poichè l'Ermice, come sai, rappresenta, oltreche ad un "luogo sacro" da punto di vista ambientale,è anche il luogo dove anche noi abbiamo trascorsola nostra adolescenza, giocando, sbucciandonci nonsolo della frutta a merenda, ma anche i gomitie le ginocchia, arrampicandoci su sentieri erti.
E' una cosa abominevole quanto mi dici,mi rattrista sapere che ogni volta cheverrò a trovarti vi sono luoghi ormai" lapidati" da chi non conosce affattoil valore di "luoghi fondamentali" come l'Ermice.
Un caloroso abbraccio di solidale comprensione,se lo ritieni opportuno puoi rendere pubblica questa mail.
Roberto Naponiello
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Carissimi amici,sta suscitando in tutti eguale sgomento la totale insensibilità da partedell'amministrazione ad intervenire urbanisticamente su luoghi ed ambienti che la memoria collettiva ritiene di identificare nelle prorie radici ed identità.
Il fallimento al Borgo evidentemente non ha insegnato nulla, si continua aperseverare l'idea che la trasformazione urbana sia un "questione privata" tra tecnici ed amministratori.
Un ulteriore esempio la rotatoria aione sulla qualità urll'entrata di Eboli con l'illuminazione " arlecchina" senza alcuna valutazione sulla qualità urbana complessiva dell'area. Il continuare a perseverare la strada della presunzione e della non condivisione delle scelte in materia di urbanistica è quanto di più tragico si possa immaginare per una città che vuole riqualificarsi mantenendo identità e tradizione.
Al sindaco rivolgo l'invito a fermarsi e ritrovare la strada dellacondivisione.
Chi verrà dopo di noi ha tutto il diritto di ereditare unacittà bella ed accogliente come noi l'abbiamo ereditata.
Damiano Capaccio
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Gi interventi di Roberto Napiniello e di Damiano Capaccio sono 2 e-mail inviate a Peppe Barra,che,con l'autorizzazione degli interessati,le ha inviate al blog per la pubblicazione.
a rarika
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Cari amici vi inoltro la lettera che mi ha fatto pervenire l'Onorevole Abdon Alinovi, ebolitano che resiede a Napoli ma che ama Eboli. Diffondetela.Grazie,Giuseppe Barra
Caro Direttore Barra,avevo appreso la triste notizia della violenza consumata all'Ermice ed ho scritto la nota che di seguito ti allego. Lì è espresso il mio pensiero. Desidererei che questa nota venisse diffusa ampiamente, non solo attraverso gli organi di stampa, ma anche direttamente ai cittadini attraverso una lettera aperta agli ebolitani, da me firmata. Se “Il Saggio” potesse interessarsi della cosa, sarei molto grato. Se vi fossero delle difficoltà, potrei provvedere direttamente qui da Napoli ma, certo, la distribuzione dovrebbe essere curata in Eboli. Mi permetto di insistere sulla necessità di formare un Comitato Cittadino largamente unitario.Vogliate tenermi informato, cortesemente.
Abdon Alinovi
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Sono sbalordito ed indignato. Quella fontana -non fontanella- era un gioiello rappresentativo della civiltà montana-pastorale dell'antica Eboli. Non da decine di anni, ma da secoli gli ebolitani sono andati lì a bere, a fare merenda o, come si è detto dopo, il pic-nic. Le costruzioni, il cemento su quel pianoro, che è stato accogliente per gli ebolitani e per i fuggiaschi d'ogni parte durante la guerra guerreggiata sui nostri territori, costituiscono una violenza barbarica contro la civiltà e la storia, privano le giovani generazioni di un patrimonio inalienabile di benessere e di un rapporto stupendo tra uomo e natura. Sopra quel pianoro, insieme alla fontana c'erano querce secolari: Ci sono?La lotta per cancellare lo scempio non deve essere rinviata. Ora, subito occorre mettere su un Comitato cittadino, preparare una memoria sul misfatto, denunciare gl'interessi meschini che hanno generato lo scempio, investire tutte le istituzioni regionali, statali, provinciali e comunali, non escludere azioni legali, convocare giovani e anziani per un corteo di protesta da reiterare ad ogni risposta negativa o elusiva.La difesa della collina e della montagna, la loro valorizzazione paesistica e civile avrebbe dovuto, deve essere una priorità di tutti gli ebolitani dotati di amore per la propria terra e per la propria cultura. Bisogna correggere una sciagurata tendenza a costruire miserabili "villette"per qualche mezza giornata all'anno, nei siti dolci e delicati del territorio. C'è ancora la fontanellla di Monte Suevo che ricorda la dominazione normanna-sveva di 800-900 anni or sono? Vicino vi era una piccola cappella dei Sivolella. C'è ancora? Distruggere fontane, chiesette, casolari è segno di barbarie. Che cosa sarebbe Roma senza le fontane, senza le memorie di civiltà naturale e materiale dei secoli passati? In Inghilterra le querce sono proprietà della Corona, anche se situate in proprietà private ed i proprietari hanno l’obbligo di curarle, solo i fulmini possono abbatterle. Da noi chi ha il potere dei fulmini?Uno stupido bombardamento distrusse la basilichetta romanica di San Giovanni, che sarebbe stata restaurata, una testimonianza d'arte di prima del 1000.Che cosa aspettate, ebolitani del XXI secolo?
Muovetevi, muovetevi.
La democrazia è forte se i cittadini si appropriano dei pubblici beni e li difendono, li custodiscono, li curano, ne godono, li trasmettono.
Ero bambino quando fu abbattuto il campanile di San Rocco, con una bella cupola maiolicata.
Era sopravvissuto ai terremoti, non resistè sotto i picconi dell’ignoranza e del fascismo.
Ma allora nessuno poteva opporsi. Ora c'è la democrazia. Siete in tempo.
Consideratemi un ebolitano a disposizione della giusta causa della civiltà comune.
Abdon Alinovi
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Ho ricevuto dal caro amico Giovanni Grasso dalla Sicilia, una e-mail che inoltro a voi cari amici.Con stima,Giuseppe Barra
Caro Peppe,la penna veste la toga dell'inquisizione e pone l'accento nel più bel punto della natura. IL RISPETTO DELL'AMBIENTE E DELLE TRADIZIONI che sono alla base delle persone "pensanti" una canzone di Celentano, in tempi forse ancora non sospetti, faceva "...la dove c'era l'erba ora c'è una città.....".
Il tempo è passato (tanto ne è passato) ma la gente non ne tiene conto, non rispetta la tradizione, non rispetta la natura.
La politica, anzi, il modo di far politica, è VERAMENTE caduto in basso.
Spero -e mi auguro- che qualcuno senta questa voce che grida nel deserto dell'incomprensione e, lasciamelo dire, anche dell'ignoranza e del pusillanimismo.
Auguri perchè si possa trovare una felice soluzione nel rispetto della NATURA, anzitutto e, poi, delle TRADIZIONI che sono il sale DEI NOSTRI RICORDO E delle nostre esperienze. Con un forte NON TI FERMARE
Un abbraccio di tutto cuore:Giovanni Grasso

1 commento:

Anonimo ha detto...

Miei carissimi amici,
anche oggi che è domenica sono giunte in redazione tanti di quei messaggi
sulla questione dell'Ermice, una bella località di Eboli che è stata
distrutta dalla mano legale dell'uomo amministratore.
Vi invio le più significative.

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Caro Direttore,
da alcuni giorni volevo aggiungermi con sdegno a questa vostra vibrata
protesta messa in atto per salvare, da gente incompetente e senza memoria
storica, uno dei posti più belli e suggestivi del nostro patrimonio storico
ed ambientale. Il luogo lo ricordo sempre con molta nostalgia perchè mi
porta indietro nel tempo, quando da studenti liceali i nostri insegnanti,
nelle giornate di Primavera, ci portavano a fare delle belle passeggiate
sull'Ermice. La natura rigogliosa e incontaminata e il dolce rumore delle
acque, accompagnato dal cinquettio degli uccelli, facevano da cornice a
quelle ore liete che passavamo insieme. Da quel luogo godevamo di un
panorama incantevole e chissà quanti nostri antenati hanno vissuto quei
fantastici momenti che abbiamo vissuto tutti noi. Ora, vedendo la foto
dell'obbrobbio che mi ha inviato, ho avuto la netta impressione che si vuole
distruggere quel posto . E' assurdo!!!!. Creeranno un impatto ambientale
terribile e quel posto con la mitica fontanella perderà il suo fascino. Fate
in modo che ciò non avvenga. Scongiurate questo intollerabile intervento.
Avete tutta la mia solidarietà di Ispettore onorario del Ministero dei
BB.CC. e di tutti i soci del Gruppo Archeologico Salernitano.
Con l'affetto di sempre
Felice Pastore

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Aderisco con grande entusiasmo all'appello di Abdon Alinovi e spero si
riesca a costituire un comitato largo e forte in grado di attivarsi
immediatamente per questa causa di civiltà. Un pomeriggio primaverile di 35
anni fa l'amico di adolescenza a me più caro, insieme a me, in quel luogo,
fu fotografato da Carlo Fusco. Quella foto fu utilizzata per la lapide della
tomba che lo accolse dopo pochi mesi. A questo tristissimo ricordo ne segue
subito un altro di tutt'altro genere ma ugualmente importante per me: in
quella piccola costruzione a forma di grotta prospiciente la fontanella,
pochissimi anni dopo, in una mattinata piovosa, incontrai per la prima volta
l'amore. Io sono certo che moltissimi, direi quasi tutti, quelli della mia
generazione hanno ricordi vivissimi legati all'Embrice. E sono certo che
anche le generazioni precedenti e quelle succesive ne hanno. E' possibile
che tra tanti veniamo oggi amministrati da chi non ha alcuna consapevolezza
dei luoghi di identità della città?
Biagio D'Ambrosio

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Salve,
ho letto il Vostro messaggio e mi sono sentito di scrivere questi versi a
favore della Vostra causa, per il bene di Eboli.

BELVEDERE E SFREGIO A EBOLI


Che cosa, poi, di bel dovrei vedere
dal vostro Belveder che bel non è:
cemeto e pietre ? vetri e ferro ? e è bello,
secondo voi, di più del bello vero ?
Che è quel che il Grande Artista ha immaginato,
e creato per noi superbamente,
per noi che figli siam di Eboli cara,
e d'ogni nostro avo che qui dorme,
e d' ogni viaggiatore che si bea
dal nostro Belvedere naturale ?
E Eboli morrebbe per lo scempio
che state per commetter per denaro -
da Giuda traditori - ed annebbiati
dal facile guadagno, e distruggete
il cuore millenario di un paese:
che come un condannato si ribella,
e grida: "Non lo fate ! Non lo fate !..."
Ma per davver... non ve ne vergognate ?!

Armando Bettozzi
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Carissimo Beppe e carissimi tutti,
non conosco bene la vostra città, né, tanto meno, l'Ermice; né mai, in quel
posto, ho tirato calci a un pallone o giocato a campana....ma credo, nel
profondo del cuore, che nessuno possa essere scippato delle proprie radici o
debba vedere tagliati quei fili che lo legano ai mille se stesso dei propri
giorni vissuti se non per ragioni serie e opportune. Che proprio serie e
opportune non leggo nella tua indignazione di Uomo serio, colto e innamorato
del prossimo come ti conosco essere.
I luoghi che ci hanno visto crescere ci appartengono come i mattoni della
nostra storia, come i vestiti smessi che però conserviamo nell'armadio, come
il sorriso di persone care che hanno guidato i nostri passi...
Indignati, quindi, come e quanto più puoi... e aiuta gli altri a far propria
questa tua indignazione affinché il mondo non sia di chi se ne appropria, ma
di chi lo ama e, amandolo, ha lasciato un po' di se stesso in ogni suo
piccolo angolo...
Sono con voi.
Anna Maria Cardillo – Roma