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lunedì 20 ottobre 2008

È tutta un’altra musica....

Ricevo e pubblico...

È tutta un’altra musica

Sabato 25 ottobre 2008, ore 19.00
presentazione del cd

Inno del Re – Inno delle Due Sicilie
di Giovanni Paisiello
Coro ed Orchestra
Nuove Armonie Ensemble

Editoriale Il Giglio

Prof. Gennaro De Crescenzo
Presidente Movimento Neoborbonico
La musica al tempo delle Due Sicilie

Prof.ssa Nicla Cesaro
Editoriale Il Giglio
L’identità del Sud in uno spartito musicale


Nel corso della serata saranno eseguite romanze classiche e la versione cantata dell’Inno del Re
Maestro Ida Tramontano
Titti di Somma pianoforte
Antonio Braccolino baritono

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Leggi la scheda sul cd Inno del Re
clicca

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http://www.editorialeilgiglio.it




domenica 15 giugno 2008

MUSUMECI:"BALLOTTAGGIO!"


Il PdSud "con nello Musumeci per Catania"

"ANDREMO AL BALLOTTAGGIO!",con questa certezza, NELLO MUSUMECI, il candidato a sindaco della lista 'arancione' ha chiuso venerdì sera a Catania la campagna elettorale davanti al Castello Ursino, in un'affollata e entusiasta piazza Federico II° di Svevia.
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Nello, Nello, Nello”. E' il grido che a più riprese si alza forte e chiaro in piazza Federico II° di Svevia dove centinaia e centinaia di simpatizzanti, sostenitori e gente comune applaudono a scena aperta sotto il palco posto davanti al Castello Ursino. L’occasione è il comizio finale di Nello Musumeci. Già al calar delle prime ombre della sera, la piazza si anima con militanti e candidati che alla spicciolata prendono posto e attendono l’inizio della manifestazione. Appena l’ex presidente della Provincia fa capolino sul palco scatta la prima ovazione.
Al fianco del candidato a sindaco, che con il solo sostegno di una unica lista collegata sfida gli apparati, ci sono i suoi assessori designati che uno alla volta si succedono al microfono per un breve ma efficace saluto.
Puntuale e preciso Enrico Trantino, vigorosa e appassionata Pina Grasso, sintetico e rassicurante Ferdinando Testoni, emozionantissima Marella Ferrera nonostante sia abituata a calcare le passerelle di tutt’Europa. Affaticato più del solito Ruggero Razza che arriva a comizio già in corso, e la piazza gli tributa un lungo e caloroso applauso anche in segno di riconoscenza per la sua coraggiosa battaglia condotta alle scorse Regionali.
Prende la parola anche Erasmo Vecchio, in rappresentanza del Partito degli Sud, per spiegare le ragioni della sua scelta di correre con la lista arancione.
”Attorno a noi – spiega Musumeci – con il passare delle ore cresce l’attenzione e con essa il consenso. Non ci sono sondaggi, ma ci sarà il ballottaggio, e questo è quello che sentiamo in città, tra la gente che vuole decidere di testa propria e non vuole tornare al passato”. Le parole di Musumeci infiammano la folla che lo acclama. Lui cerca di placarla “per non emozionarsi e perdere il filo del ragionamento”.
“Questa esaltante sfida – aggiunge - è partita dal Centro Le Ciminiere, che da presidente della Provincia ho aperto e reso fruibile. La chiudo davanti a uno dei simboli del degrado culturale della città, il Castello Ursino, che da sindaco riaprirò insieme con il suo straordinario museo. Chiudiamo la campagna elettorale – prosegue - con un messaggio si speranza , di rinnovamento istituzionale e di garanzia assoluta per la sicurezza e contro il degrado”.
Il candidato a sindaco ringrazia tutti i candidati e i sostenitori per il grande impegno profuso in questa difficile ma entusiasmante battaglia, e conclude esortando i presenti “a un ulteriore sforzo nelle prossime 48 ore perché la partita è apertissima e ogni voto in più può essere determinante”. Dalla piazza sale per l’ennesimo volta il grido “Nello, Nello, Nello”.
Lui, ringrazia, saluta la folla e da appuntamento alla notte dello scrutinio. Alla notte che potrà segnare la nuova aurora di una città al collasso, messa in ginocchio dall’arroganza dei partiti e che invece ha bisogno di un sindaco che la ami e la aiuti a risalire la china.

giovedì 27 marzo 2008

TIBET,VENETO...E DINTORNI...

Ricevo e pubblico...
"Salve a tuti,
ve inoltremo la nostra COMUNICASION A LA STANPA/COMUNICATO STAMPA che xe stà mandà ai mass-media in sti jorni sol caxo Tibet; co sto comunicà ghemo volésto anca sensibilixare la opinion pùblica so la situasión veneta, che pa tante robe la ghe someja a quela del Popolo Tibetàn...
TIBET E VENETO:due popoli, due genocidi culturali.
Il Dalai Lama in questi giorni ha lanciato un ennesimo appello a favore del Popolo Tibetano, affinché venga aperta un'inchiesta internazionale denunciando il "genocidio culturale" in atto in Tibet.Pochi forse se ne rendono conto, ma il destino del Tibet degli ultimi anni molto ha in comune con il destino del Popolo Veneto.Il Tibet è stato occupano arbitrariamente dalla Cina nel 1949/50; da quel momento i loro diritti politici e culturali come pure il diritto all'autodeterminazione sono stati regolarmente disprezzati e violati.
Le terre venete (ex Repubblica Veneta o Venetia) sono state occupate dalle truppe italiane/sabaude e poi annesse arbitrariamente all'Italia nel 1866 con un plebiscito truffa, soltanto 141 anni fa; da quel momento anche per i veneti i diritti politici - di poter decidere pienamente del loro futuro come è stato per noi per migliaia di anni - e culturali, come pure il diritto all'autodeterminazione, sono stati regolarmente disprezzati e violati.
Il Tibet, a differenza nostra, subisce una repressione violenta da parte della Cina; i veneti invece subiscono una violenza culturale e identitaria subdola, psicologica, senza armi ma costante e continua, tesa a negare o a minimizzare l'importanza del patrimonio culturale e identitario di noi veneti.
Una violenza che volutamente ci nasconde la nostra storia veneta e la censura nei programmi scolastici o nei mass-media, negandoci cusì di fatto la nostra memoria storica di Popolo. Anche noi subiamo una repressione culturale, una vera repressione che ci vede negato il diritto a conoscere chi siamo e chi siamo stati, ad imparare la nostra lingua nelle scuole se non addirittura a parlarla, che ci nega di fatto il diritto a decidere per il nostro futuro.
E' il momento di rendercene conto.
La repressione contro un Popolo non è soltanto quella attuata con la violenza armata, come sta avvenendo purtroppo in Tibet per l'ennesima volta in questi giorni.Altrettanto terribile e temibile è la violenza psicologica, che si serve di armi subdole, prime fra tutte i mass-media e la scuola di stato.
Di fronte alle tante immagini che ci stanno giungendo dal Tibet, la nostra Associazione, a nome di tutti i veneti che rappresenta, desidera esprimere la propria solidarietà e vicinanza al Popolo Tibetano, auspicando che, in un futuro non troppo lontano, i nostri due Popoli possano riconquistare i fondamentali diritti culturali e politici che sono loro negati in questo ultimo periodo storico e che possano tornar a vivere in una società ove poter essere veramente liberi di esprimere la propria Identità, senza censure o violenze di alcun tipo.
Per l'Associazione Veneto Nostro - Raixe Venete
Il Presidente".

venerdì 21 marzo 2008

"LA CRISI DEI RIFIUTI IN CAMPANIA PER I MASS-MEDIA"

- La drammatica crisi della gestione dei rifiuti in Campania è stata scoperta con grande ritardo dalla stampa nazionale, che ha taciuto a lungo, per compiacenza politica, sulle responsabilità in un disastro già evidente. Quando è diventato impossibile minimizzare, la copertura mediatica della crisi è finalmente cominciata, ma spesso con intollerabili deformazioni.
Anche organi di informazione solitamente non conformisti come il quotidiano Libero si sono distinti per un´opera di disinformazione. Il vicedirettore del giornale, Gianluigi Paragone, nato nel Sannio, ha realizzato una serie di servizi che costituiscono un´offesa all´intelligenza oltre che alla verità dei fatti. Per Paragone e per Libero , infatti, i veri responsabili della tragedia dei rifiuti sarebbero i campani piuttosto che politici ed amministratori dei quali si possono fare nomi e cognomi con assoluta precisione.
Anche per Giorgio Bocca e L´Espresso la colpa di quanto è accaduto è da ricondurre ai napoletani. L´analisi di Bocca ripropone luoghi comuni e gravi inesattezze (frutto di una mancata conoscenza diretta dei fatti), ed autentiche sciocchezze già apparse in alcuni suoi libri precedenti, presentati come inchieste giornalistiche, come "Napoli siamo noi". All´inchiesta sul campo si sostituisce, da parte di Bocca, la lettura dei ritagli di giornale e l´uso di informazioni assunte di seconda mano con il velo permanente del pregiudizio anti-meridionale.
"Sono tutti complici" è intitolato significativamente uno dei commenti di Bocca (L´Espresso, 24.1.2008). "Il mistero dei rifiuti di Napoli un mistero non è (...) regna una complicità generale", scrive il giornalista piemontese, per lui le responsabilità del presidente della giunta regionale della Campania Antonio Bassolino, al potere a Napoli ed in Regione ininterrottamente dal 1993, commissario straordinario di governo per l´emergenza rifiuti e per le bonifiche per quasi quattro anni, ed esponente nazionale dei Ds, cioè di un partito di governo nazionale per quasi otto anni nello stesso periodo, e partito di governo alla Regione, al Comune ed alla Provincia di Napoli per 14 anni, sono sullo stesso piano di quelle dei cittadini. Bocca fa un calderone indistinto, dove tutti sono accomunati dal dato biologico e culturale di essere meridionali. Replicare ad affermazioni come questa diventa perfino difficile: "Il principio napoletano secondo cui il peggio rientra nella normalità (sic), anzi previene un peggio ancora peggiore, produce di continuo i suoi teoremi perversi", scrive Bocca (L´ Espresso, 24.1.2008). E ancora:. "Per ottenere un´ opportuna vigilanza dei rifiuti occorrerebbe una pubblica vigilanza bene addestrata (sic) . Ma i vigili urbani di Napoli hanno sempre rappresentato un problema irresolubile...".
Giorgio Bocca per anni, come tanti altri opinionisti della stampa del Nord ha esaltato Bassolino ed il suo preteso "Rinascimento" chiudendo gli occhi su quanto accadeva. In precedenza Bocca non si è accorto di Tangentopoli, un fenomeno di corruzione che ha avuto l´epicentro a Milano, dove vive; non si è accorto della drammatica crisi della Fiat, e non si è accorto degli scandali del calcio al centro dei quali c´era la Juventus di Torino.
A lui, come a Gianluigi Paragone, ed al direttore di Libero Vittorio Feltri - che ha firmato in questi mesi editoriali di contenuto apertamente razzista ed antimeridionale - vanno ricordati alcuni dati di fatto: Bassolino ha sempre goduto dell´appoggio non solo della grande stampa nazionale ma dei politici del Nord. Il leghista Roberto Maroni, ministro degli Interni nel 1994 addirittura lo abbracciò. L´altra leghista Irene Pivetti, da presidente della Camera, rifiutò sempre di polemizzare con lui e lo stesso hanno fatto per anni e anni Berlusconi e Fini.
Addirittura, Maroni lo ha difeso, invitandolo a non lasciare il proprio posto (cfr. Il Giornale, 7.1.2008), anche dopo che l´inchiesta della Procura di Napoli che si è conclusa con il rinvio a giudizio per gravi reati. Quanto alla gestione dei rifiuti in Campania, come si fa ad ignorare che essa è avvenuta con il concorso di grandi imprese del nord come Impregilo (sede a Sesto San Giovanni), della famiglia Romiti, manager di scuola Fiat, o Fisia Italimpianti (Genova). E che tra i 28 imputati, rinviati a giudizio il 29 febbraio scorso dal gip del Tribunale di Napoli per falso, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture, falso ideologico, violazione della normativa ambientale ed altri reati, vi sono i manager e gli amministratori delegati di queste aziende, nessuno dei quali è meridionale, e c´è il milanese Giulio Facchi, ex assessore per i Verdi al Comune di Milano e sub-commissario di Bassolino?
Per il disastro ambientale creato in questi anni in Campania più di un´inchiesta della magistratura ha dimostrato le responsabilità di imprese del Nord nel trasferimento di rifiuti tossici in Campania in combutta con la camorra.
A titolo di esempio citiamo quanto si afferma nella relazione conclusiva della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare, trasmessa il 20.2.2008 alle Camere. "Il clan dei casalesi (attivo nel casertano, ndr) - scrive la Commissione - era "particolarmente attivo nel trasporto e smaltimento di rifiuti tossici ed erano emersi legami persino tra la massoneria deviata ed il sodalizio, finalizzati a far giungere tonnellate di rifiuti tossici e speciali dal nord al sud" (p.82).
C´è dunque una cosa peggiore per i napoletani della drammatica crisi dei rifiuti: la beffa di esserne additati come i responsabili.

(Tratto da "LETTERA NAPOLETANA" n° 8/2008).