RICEVO E MOLTO VOLENTIERI POSTO....
NEL 727° ANNIVERSARIO DELLA RIVOLUZIONE DEL VESPRO, SARÀ CELEBRATA UNA MESSA NELLA CHIESA DEL SANTO SPIRITO, ALL’INTERNO DEL CIMITERO DI SANT’ORSOLA
Fra le iniziative, adottate da lu FRUNTI NAZZIUNALI SICILIANU – “SICILIA INDIPINNENTI” per ricordare la ricorrenza del 727° Anniversario della Rivoluzione del Vespro, un ruolo centrale riveste certamente la tradizionale celebrazione della Santa Messa in suffragio delle VITTIME e dei CADUTI della stessa Rivoluzione e della successiva guerra.
La suddetta cerimonia religiosa avrà luogo alle ore 13 di MARTEDÌ 31 marzo 2009, proprio all’interno della Basilica del Santo Spirito, sul cui Sagrato, appunto il 31 MARZO del 1282, scoccò la prima “storica” scintilla della Rivoluzione più famosa del secolo 13°.
Alla Rivoluzione, com’è noto, avrebbe poi, fatto seguito la lunghissima guerra che si sarebbe protratta per ben novant’anni, con la sola breve interruzione della Pace di Caltabellotta (31 agosto 1302).
Dal 1282 al 1372 la Sicilia, infatti, dovette, a seconda delle circostanze, confrontarsi sui campi di battaglia e sul mare con le principali potenze europee e con diversi Stati italiani dell’epoca.
Il Popolo Siciliano, la Nazione Siciliana, seppe compiere prodigi di valore ancora oggi riconosciuti ed ammirati dagli studiosi di tutto il Mondo.
Pur se bisogna lamentare il fatto che, in Sicilia, - anche per questa gloriosa pagina di storia, - prevale la prassi del silenzio o, peggio quella della disinformazione.
Avviene addirittura che si privilegi il racconto orrendo di una enorme strage di FRANCESI, ispirata da una terribile XENOFOBIA, improbabile in una Sicilia, multiculturale, pluriculturale, plurilinguistica, multi-etnica e plurireligiosa.
Il tutto a discapito della verità e dell’immagine del Popolo Siciliano.
***
In coincidenza con la data del 31 marzo, - come ormai avviene da qualche anno, - i Siciliani della DIASPORA, in qualsiasi parte del Mondo si trovino (soprattutto negli STATES), ricorderanno al Rivoluzione del Vespro promuovendo a loro volta cerimonie religiose e/o iniziative culturali.
***
Alle iniziative, che si svolgeranno a Palermo ed in altre Città, quest’anno partecipa ufficialmente anche l’Associazione Culturale SICILIA – CATALUNYA, recentemente costituitasi e presieduta dal Dr. GIANCARLO ALAGNA.
Dalle vicende del Vespro, infatti, trae origine anche la lunga tradizione di amicizia e di scambi fra la Sicilia e la Catalogna che si protrae da secoli. E che non si è mai interrotta.
Oggi anzi se ne vorrebbe un più ampio e definitivo rilancio.
Ed in tale direzione si sta lavorando da più parti.
***
Altre qualificate adesioni all’iniziativa sono pervenute da parte di Esponenti della Società Civile e del Mondo della Cultura nonché da parte di semplici cittadini.Sarà presente il Presidente dell’ FNS, Corrado MIRTO che è il maggiore studioso vivente della Guerra del VESPRO e che per molti anni è stato Docente di Storia Medievale dell’Università di Palermo.
Palermo, 30 marzo 2009
Il Segretario Politico FNS
(Giuseppe Scianò)
scianogiuseppe@libero.it
lunedì 30 marzo 2009
domenica 29 marzo 2009
UNO SCANDALO DI NOME PANAF:L'ARTICOLO CENSURATO DI PAOLO FUSI,LEGGETELO E RIMMARRETE A BOCCA APERTA !!!
Avete un bimbo un pò fastidioso e pochi soldi per blandirlo a colpi di cioccolato e suonerie per telefonini?
Vendetelo in Nigeria e rifatevi una vita.
Tutto perfettamente legale.
E non crediate di essere dei mostri.
Se volete eccedere c'è anche la possibilità di mandare il piccolo rompiscatole in vacanza in Mozambico, dove ve lo squartano, ne vendono i pezzi di ricambio e vi pagano la vostra percentuale su una banca di vostro piacimento.
Esentasse.
Già vi vedo con gli occhi increduli: ma che dice sto scemo?
Se non mi credete telefonate allo 001-770-4399809.
Risponde il Panaf Nite Club di Doraville, in Georgia (Stati Uniti). L'addetto allo smistamento si chiama Ugo Onyemaobi, ed è uno che non scherza, abituato a scelte impopolari.
E' lui, novello Salomone, a decidere sulla sorte dei pargoli: chi è carino, a prescindere dal sesso, viene affidato ad intermediari per pedofili russi e arabi.
Chi è bruttino, a prescindere dal sesso, è destinato alle guerre d' Africa, alle miniere di diamanti o alla schiavitù in Arabia Saudita.
Il Panaf è collegato con una potente organizzazione di nigeriani e liberiani che prospera nelle città di Doraville, Marietta, Stone Mountain e Peachtree City - bei nomi pieni di dolcezza in una terra diretta col pugno di titanio da estremisti cattolici di tutte le razze, divisi in sette apocalittiche da far rabbrividire un mujaheddin.
Le ditte che si occupano della "trasposizione della massa lavoratrice" si trovano soprattutto in Africa: in Nigeria e Liberia, ma anche in Senegal, in Guinea, in Ghana, in Sierra Leone, in Libia.
A coordinarle ci sono due gentiluomini d'altri tempi: Eugene Opara (proprietario del Panaf, referente dello stato federale nigeriano di Imo per gli Stati Uniti d'America e segretario particolare dell' ex dittatore liberiano Charles G. Taylor) e Foday Saybana Sankoh, generalissimo del RUF (Revolutionary Unity Front, un esercito mercenario che difende i comuni interessi libici, americani e russi nei campi di diamanti disseminati tra la Sierra Leone e la Liberia), che abita in una suite all' Hotel Deux Fevrier a Lomè, la capitale del Togo.
Potete vendere i vostri scavezzacolli senza preoccupazioni legali.
Se volete eccedere in prudenza, dopo averli consegnati, potete denunciarne la scomparsa all'assicurazione ed alla polizia.
Dato che l' Unione Europea non ha ancora reso obbligatori i chips elettronici iniettati nel collo (ci sono, li fanno una società legata alla famiglia di Bin Laden ed una società tedesca fondata dal regime nazista nel 1933), nessuno potrà mai rintracciare il minore.
Se sopravvive, avrà imparato una severa lezione sulla vita, le buone maniere, molta disciplina, ed avrà un mestiere sicuro per la futuro.
Se ci sono società italiane che aiutano?
Capisco, certo, non siete molto familiari con le lingue straniere...
Non è il caso di farne una malattia.
A prescindere dal fatto che molti impiegati libici parlano fluentemente l'italiano, c'è una societuccia somala che appoggerebbe l'organizzazione di questi soggiorni di studio per bimbi che rompono.
La gestisce a Mogadiscio un cugino di Said Omar Mugne - un vecchio amico di Bettino Craxi, da lui e dai suoi incaricato di portare la pace (a cannonate) e la prosperità (seppellendo materiali radioattivi nelle campagne somale) deell'ex colonia italiana.
Non per altro, ma non vorremmo che Berlusconi o chi per lui ci accusino di non aver tenuto conto come si deve, nel pubblicizzare un mercato che cresce, il Made in Italy.
Chiedetelo al suo amico Beretta, che secondo la procura della Repubblica di Brescia rifornirebbe (involontariamente) Al Qaida in Iraq con le pistole dismesse dei servizi segreti italiani.
PAOLO FUSI
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giovedì 26 marzo 2009
Il fascista francese Le Pen: "Camere a gas? Dettaglio storia"!
STRASBURGO - Le camere a gas? "Un dettaglio nella storia della Seconda Guerra Mondiale". L'affermazione shock di Jean Marie Le Pen, espressa durante la sessione plenaria dell'Europarlamento a Strasburgo, ha suscitato dure polemiche e messo seriamente in forse la possibilità che a presiedere la seduta inaugurale del Parlamento dopo il voto di giugno sia proprio il leader del partito di estrema destra francese Front National. Particolarmente acceso il botta e risposta con il capogruppo dei socialisti europei Martin Schulz, che ha definto Le Pen un negazionista dell'Olocausto e un "vecchio fascista". Il leader del Front National ha a sua volta attaccato, dicendo di essere stato vittima di accuse diffamatorie: "Mi ha accusato di essere blasfemo ma io mi sono limitato a dire che le camere a gas sono state un dettaglio della storia della seconda guerra mondiale", ha affermato Le Pen. "Chiedo al presidente del gruppo socialista di scusarsi per accuse menzognere", ha aggiunto. Schulz ha preso la parola per una breve replica. "Chi non vuole che quest'uomo presieda la prima seduta dovrebbe approvare il mio emendamento", ha detto, riferendosi alla sua proposta di modificare il regolamento parlamentare nella parte che prevede che sia il deputato più anziano a presiedere la seduta inaugurale dell'Europarlamento. Regola in base alla quale toccherebbe al decano Le Pen, che compirà 81 anni il prossimo 20 giugno e che si candida come capolista nel sud-est della Francia, presiedere la prima seduta dell'Europarlamento. "Sono preoccupato che possa farlo un negazionista dell'Olocausto", ha affermato Schulz definendo la possibilità "inaccettabile e inammissibile". In base alla modifica proposta da Shulz, che dovrebbe venire votata entro aprile, non sarebbe più il parlamentare più anziano, ma quello con più anzianità di servizio, a presiedere la seduta inaugurale del Parlamento Europeo.
L'Europarlamento è deciso a far sì che il compito non tocchi a Le Pen: la proposta di Schulz è stata sottoscritta oltre che dai Verdi, dalle principali forze politiche dell'Europarlamento. Il capo-gruppo conservatore, il francese Joseph Daul, ha annunciato che verranno ''prese tutte le misure necessarie'' per impedire a Le Pen di presiedere la sessione inaugurale che avrà luogo all'indomani delle elezioni europee del 7 giugno.
(25 marzo 2009)
L'Europarlamento è deciso a far sì che il compito non tocchi a Le Pen: la proposta di Schulz è stata sottoscritta oltre che dai Verdi, dalle principali forze politiche dell'Europarlamento. Il capo-gruppo conservatore, il francese Joseph Daul, ha annunciato che verranno ''prese tutte le misure necessarie'' per impedire a Le Pen di presiedere la sessione inaugurale che avrà luogo all'indomani delle elezioni europee del 7 giugno.
(25 marzo 2009)
fonte:la repubblica
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lunedì 23 marzo 2009
Borghezio confessa che la Lega è una stampella italiana...
Ricevo dagli amici del Partito nazionale Veneto e pubblico....********************
Mario Borghezio:
“Il regionalismo è solo una copertura. Noi siamo sempre i fascisti di un tempo”.
La Lega nord getta la maschera e ci spiega come hanno preso in giro i Veneti da oltre 20 anni. Bene, per noi è un altro motivo per procedere a passi spediti verso l’indipendenza, abbandonando le bufale dell’autonomismo e degli appelli allo statuto speciale che è semplicemente impossibile da ottenere a roma.
Ci basterà un milione di voti, o forse meno.
Leggi tutta la storia qui e gustati il video qui: http://www.youtube.com/watch?v=d8IhiWftXV0
“Il regionalismo è solo una copertura. Noi siamo sempre i fascisti di un tempo”.
La Lega nord getta la maschera e ci spiega come hanno preso in giro i Veneti da oltre 20 anni. Bene, per noi è un altro motivo per procedere a passi spediti verso l’indipendenza, abbandonando le bufale dell’autonomismo e degli appelli allo statuto speciale che è semplicemente impossibile da ottenere a roma.
Ci basterà un milione di voti, o forse meno.
Leggi tutta la storia qui e gustati il video qui: http://www.youtube.com/watch?v=d8IhiWftXV0
venerdì 20 marzo 2009
Mario Borghezio: "Il regionalismo è solo una copertura. Noi siamo sempre i fascisti di un tempo".
Mario Borghezio: "Il regionalismo è solo una copertura. Noi siamo sempre i fascisti di un tempo".
Un video inchiesta francese smaschera il leader del Carroccio.
Non è stato abbastanza scaltro, questa volta, Mario Borghezio.
Ospite del movimento francese Nissa Rebela (ovvero di quel Philippe Vardon che lagiustizia d'Oltralpe ha già riconosciuto colpevole non solo di islamofobiama, anche, di ricostituzione di partito fascista) non s'è accorto di come latelecamera che lo riprendeva durante il suo intervento inneggiante al solito"Padroni a casa nostra" abbia continuato a seguirlo anche successivamente,quando, allontanatosi dalla sala ed appartatosi con alcuni esponenti delladestra di Nizza, s'è messo, sottovoce, a suggerire ai kamerati francesi la strategia da seguire al fine di poter uscire dall'isolamentopolitico.
Queste le sue parole:"Occorre insistere molto sul lato regionalista del movimento. E' un buon modo per non essere considerati immediatamente fascisti nostalgici, bensì come una nuova forza regionalista, cattolica, eccetera eccetera. ma, dietro tutto ciò, siamo sempre gli stessi".
Il video fa parte di un'inchiesta ("Ascenseur pour les fachos") dedicata all'estrema destra in tutta Europa, trasmessa venerdì sera dal francese Canal Plus.
Questo è il link del video:
Orazio Vasta
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giovedì 19 marzo 2009
"Odio chi non parteggia, odio gli indifferenti" (Antonio Gramsci,11 febbraio 1917)
“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano.L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita.Perciò odio gli indifferenti.L'indifferenza è il peso morto della storia.L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera.E' la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti.Chiedo conto ad ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto.E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta già costruendo.E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'é in essa nessuno che stia dalla alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano.
Vivo, sono partigiano.
Peciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”
Antonio Gramsci,11 febbraio 1917
Vivo, sono partigiano.
Peciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”
Antonio Gramsci,11 febbraio 1917
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sabato 14 marzo 2009
Un uomo indagato per violenza sessuale sulla figlia di 3 anni, potra' portare nella sua casa la bambina...
Un uomo indagato per violenza sessuale sulla figlia di 3 anni, potra' portare nella sua casa la bambina e tenerla per il fine settimana. Un giudice di Milano ha infatti respinto il ricorso presentato dagli avvocati della moglie romena separata, con cui si chiedeva di impedire al marito di vedere da solo la bambina, presentando anche l'avviso di chiusura delle indagini nei confronti dell'uomo per presunti abusi sulla figlia, ma il giudice non l'ha ritenuto sufficiente.
**********
QUESTA E' LA NOTIZIA...Ora,il soggetto,che non riesco a chiamare uomo, è "SOLO" indagato,indagato per violenza sessuale nei confronti della propria figlia di 3 anni...Non è stato ANCORA processato e le indagini sono ANCORA in corso...E,in tutto questo scenario,viene permesso a questo soggetto non solo di vedere la bambina,ma di poterla poterla portare a casa sua "per il fine settimana".Mi chiedo,il soggetto in questione è indagato per violenza sessuale sulla figlioletta,o no?La risposta è affermativa!Quindi,come si può permettere, ad un soggetto ANCORA indagato con l'accusa di aver violentato la figlioletta,di portarsi a casa sua quella che sarebbe la sua vittima?
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LA ROMAGNA AI ROMAGNOLI! (dell'On.Stefano Servadei)
Ricevo e pubblico....
*******************
On. Dott. STEFANO SERVADEI
Forlì ,Via Valsalva, 8
Forlì, 8 marzo 2009
La parola agli elettori!
In questi quasi vent’anni di vita ed attività del Movimento per l’Autonomia della Romagna (M.A.R.), il PCI—PDS—DS—PD ha sempre rifiutato aperti confronti con noi, quasi ché fossimo degli appestati, e che il tema dell’autonomia amministrativa del nostro territorio non fosse fondamentale per la comunità che lo abita.
Ledendo, in ogni caso, il costume democratico, il quale vive e si alimenta di confronti ed approfondimenti essenzialmente pubblici, col coinvolgimento di quanti più cittadini possibile, anche in omaggio alla loro “sovranità”. E, dunque, alla loro necessità di partecipare e di conoscere per potersi, al momento delle decisioni, adeguatamente esprimere.
In questo largo spazio temporale, il partito in questione ha, tuttavia, sentito il bisogno di proporre, di tanto in tanto, sue soluzioni definite alternative rispetto alla ipotesi autonomistica. Con ciò riconoscendo esplicitamente che molte cose nei rapporti fra Emilia e Romagna non vanno, ed esigono una Romagna più forte, unita ed agguerrita in ogni sede contrattuale.
Si è, così, parlato, via via, di “tavolo romagnolo”, di “sistema Romagna”, di “Provincia Romagna”, di “Città metropolitana romagnola” ecc. senza preoccupazioni sulla fattibilità, e senza tentativi di passare dalle parole ai fatti.
Perché, dunque, questa estemporaneità a vuoto, spalmata su di un periodo temporale di quasi vent’anni? Evidentemente a riconoscimento di una reale situazione di sofferenza romagnola rispetto all’egoistica egemonia delle “zone forti emiliane”, testimoniata da qualsiasi seria rilevazione in fatto di redditi, finanziamenti, servizi, infrastrutture, ecc. E per far tacere, anche se con ipotesi inconsistenti, parte della loro base e del loro elettorato. Le quali, sulla base del “senso di appartenenza” e delle quotidiane esperienze, sono portate ad accreditare la battaglia autonomista.
Per tutto questo, non considero una provocazione chiedere, oggi, al PD, impegnato nella preparazione delle liste e dei programmi per le elezioni amministrative del 6—7 giugno p.v., dove sono finiti il “tavolo romagnolo”, il “sistema Romagna” e le altre strutture sopra ricordate, che vennero via via promesse ai concittadini al dichiarato scopo di dare più peso alla Romagna nei quotidiani rapporti con l’Emilia, e di rendere superflua l’ipotesi autonomistica.
Tanto più che siamo alla vigilia del “federalismo fiscale”, il quale esalta ulteriormente il ruolo regionale e le relative responsabilità. E sarà tanto più protagonista se rappresenterà tutte le potenzialità del Paese a tale livello, senza smagliature e vuoti di sorta.
Va ricordato, ancora, che l’obiettivo “nuove Regioni” continua ad essere contemplato dalla nostra Costituzione, come al momento della nascita della piccola Regione Molise. Per la quale gli atti parlamentari ci testimoniano che la forza politica più impegnata allo scopo fu l’allora PCI. Ai cui eredi non dispiaccia, pertanto, se avanziamo la seguente domanda: “i molisani sono forse cittadini italiani con maggiori diritti dei romagnoli?”.
Se l’attuale vita amministrativa romagnola è ripiegata su se stessa, rifluita alla dimensione municipale, incapace di pensare ed elaborare grandi progetti e di qualsiasi compattezza, senza alcun peso agli sportelli bolognesi ed agli altri che contano, priva di “filo diretto” coi Governi di Roma e Bruxelles, di chi è la colpa se non di chi la egemonizza da tanto tempo, ed anziché plaudire l’ipotesi autonomistica (che è promozione ed assunzione di maggiori responsabilità in ogni campo) la osteggia, richiamandosi ad alternative del tutto inesistenti?
La parola agli elettori!
*******************
On. Dott. STEFANO SERVADEI
Forlì ,Via Valsalva, 8
Forlì, 8 marzo 2009
La parola agli elettori!
In questi quasi vent’anni di vita ed attività del Movimento per l’Autonomia della Romagna (M.A.R.), il PCI—PDS—DS—PD ha sempre rifiutato aperti confronti con noi, quasi ché fossimo degli appestati, e che il tema dell’autonomia amministrativa del nostro territorio non fosse fondamentale per la comunità che lo abita.
Ledendo, in ogni caso, il costume democratico, il quale vive e si alimenta di confronti ed approfondimenti essenzialmente pubblici, col coinvolgimento di quanti più cittadini possibile, anche in omaggio alla loro “sovranità”. E, dunque, alla loro necessità di partecipare e di conoscere per potersi, al momento delle decisioni, adeguatamente esprimere.
In questo largo spazio temporale, il partito in questione ha, tuttavia, sentito il bisogno di proporre, di tanto in tanto, sue soluzioni definite alternative rispetto alla ipotesi autonomistica. Con ciò riconoscendo esplicitamente che molte cose nei rapporti fra Emilia e Romagna non vanno, ed esigono una Romagna più forte, unita ed agguerrita in ogni sede contrattuale.
Si è, così, parlato, via via, di “tavolo romagnolo”, di “sistema Romagna”, di “Provincia Romagna”, di “Città metropolitana romagnola” ecc. senza preoccupazioni sulla fattibilità, e senza tentativi di passare dalle parole ai fatti.
Perché, dunque, questa estemporaneità a vuoto, spalmata su di un periodo temporale di quasi vent’anni? Evidentemente a riconoscimento di una reale situazione di sofferenza romagnola rispetto all’egoistica egemonia delle “zone forti emiliane”, testimoniata da qualsiasi seria rilevazione in fatto di redditi, finanziamenti, servizi, infrastrutture, ecc. E per far tacere, anche se con ipotesi inconsistenti, parte della loro base e del loro elettorato. Le quali, sulla base del “senso di appartenenza” e delle quotidiane esperienze, sono portate ad accreditare la battaglia autonomista.
Per tutto questo, non considero una provocazione chiedere, oggi, al PD, impegnato nella preparazione delle liste e dei programmi per le elezioni amministrative del 6—7 giugno p.v., dove sono finiti il “tavolo romagnolo”, il “sistema Romagna” e le altre strutture sopra ricordate, che vennero via via promesse ai concittadini al dichiarato scopo di dare più peso alla Romagna nei quotidiani rapporti con l’Emilia, e di rendere superflua l’ipotesi autonomistica.
Tanto più che siamo alla vigilia del “federalismo fiscale”, il quale esalta ulteriormente il ruolo regionale e le relative responsabilità. E sarà tanto più protagonista se rappresenterà tutte le potenzialità del Paese a tale livello, senza smagliature e vuoti di sorta.
Va ricordato, ancora, che l’obiettivo “nuove Regioni” continua ad essere contemplato dalla nostra Costituzione, come al momento della nascita della piccola Regione Molise. Per la quale gli atti parlamentari ci testimoniano che la forza politica più impegnata allo scopo fu l’allora PCI. Ai cui eredi non dispiaccia, pertanto, se avanziamo la seguente domanda: “i molisani sono forse cittadini italiani con maggiori diritti dei romagnoli?”.
Se l’attuale vita amministrativa romagnola è ripiegata su se stessa, rifluita alla dimensione municipale, incapace di pensare ed elaborare grandi progetti e di qualsiasi compattezza, senza alcun peso agli sportelli bolognesi ed agli altri che contano, priva di “filo diretto” coi Governi di Roma e Bruxelles, di chi è la colpa se non di chi la egemonizza da tanto tempo, ed anziché plaudire l’ipotesi autonomistica (che è promozione ed assunzione di maggiori responsabilità in ogni campo) la osteggia, richiamandosi ad alternative del tutto inesistenti?
La parola agli elettori!
PLACIDO RIZZOTTO E IL FENOMENO MAFIOSO (di Pippo Scianò)
Ricevo dal segretario del FRONTE NAZIONALE SICILIANO-SICILIA INDIPENDENTE...
MAFIA: QUESTO È IL PROBLEMA.
NELLA RICORRENZA DEL 61° ANNIVERSARIO DELL'ASSASSINIO DÌ PLACIDO RIZZOTTO È NECESSARIA UN'AMPIA RIFLESSIONE SUL FENOMENO MAFIOSO
In questi giorni da parte dell´opinione pubblica e dei Massmedia, giustamente, è stata data molta attenzione alla ricorrenza del 61° anniversario del MARTIRIO del Sindacalista PLACIDO RIZZOTTO, assassinato a CORLEONE il 10 marzo del 1948, appunto, dalla Mafia. Ed il cui cadavere fu recuperato soltanto il 13 dicembre del 1949 in una delle "FOIBE" di ROCCA BUSAMBRA.
L´FNS ha, con l´occasione, ricordato l´impressionante numero di sindacalisti e di dirigenti politici "assassinati" dalla mafia nel solo periodo che va dal 1944 alle soglie degli anni 50 del secolo scorso: Andrea RAJA, ucciso a Casteldaccia (PA) il 6 agosto 1944; Nunzio PASSAFIUME, ucciso a TRABIA (PA) il 7 giugno 1945; Agostino D´ALESSANDRO, ucciso a FICARAZZI (Pa) l´11 settembre 1945; Giuseppe LO CICERO, ucciso a MAZZARINO (Cl) il 25 Novembre 1945; Giuseppe PUNTARELLO, ucciso a VENTIMIGLIA DÌ SICILIA (Pa) il 5 dicembre 1945; Antonino GUARISCO, ucciso a BURGIO (Ag) il 7 marzo 1946; Pino CAMILLERI, ucciso a NARO (Ag) il 28 giugno 1946; Giovanni CASTIGLIONE e Girolamo SCACCIA, uccisi ad ALIA (Pa) il 22 settembre 1946; Giuseppe BIONDO, ucciso a Santa NINFA (Tp) il 2 ottobre 1946; i fratelli Giovanni, Giuseppe e Vincenzo SANTANGELO (una vera strage familiare) uccisi a BELMONTE MEZZAGNO (Pa) il 2 NOVEMBRE 1946; Giovanni SEVERINO, ucciso a JOPPOLO GIANCAXIO (Ag) il 25 novembre 1946; Paolo FARINA, ucciso a COMITINI (Ag) il 28 novembre 1946; Nicolò AZOTI, ucciso a BAUCINA (Pa) il 21 dicembre 1946; Accursio MIRAGLIA, ucciso a SCIACCA (Ag) il 4 gennaio 1947; Pietro MACCHIARELLA, ucciso a FICARAZZI (Pa) il 19 febbraio 1947.1
A tale impressionante elenco di Martiri vanno aggiunti i nomi delle tante, troppe vittime dello stesso periodo e dei periodi successivi. Ed è stato aggiunto il nome di Carmelo Battaglia erroneamente escluso dalla prima stesura dall´elenco di cui alla legge regionale n. 20 del 1999. Battaglia fu assassinato il 24 marzo del 1960 a Tusa, mentre a dorso di un mulo si recava a lavorare.
***
Certamente un capitolo a se stante costituisce la strage di Portella della Ginestra, avvenuta il 1° maggio del 1947. una strage per la quale gli Indipendentisti FNS ritengono che si debbano ancora chiarire molti aspetti e che va condannata senza riserve. I nomi delle 11 vittime anche in questo caso andrebbero ricordati, - in ogni città e paese della Sicilia, - uno per uno, perché dietro ogni nome c´è un volto, una storia, una famiglia, una vita intensa. Anche se breve. Ma vi è, soprattutto, il gravissimo "VULNUS" dalla Mafia, dal Banditismo, dai poteri occulti contro la Società Civile Siciliana e contro la Sicilia stessa.
***
La ricorrenza degli anniversari ci obbliga ad alcune specifiche riflessioni e a domandarci se la mafia sia stata definitivamente sconfitta, dopo tante lotte, dopo tanti sacrifici e tante vittime. Molti martiri meritano di essere considerati come dei veri e propri Eroi. Molti i Martiri anche fra le Forze dell´Ordine e fra i Magistrati.
***
Non vi sono dubbi sul fatto che nella lotta contro la Mafia si siano conseguiti grandi risultati e successi, inimmaginabili nella prima metà del secolo scorso.
Ed anche, se vogliamo, negli anni immediatamente successivi. Quando i silenzi e le connivenze con la MAFIA erano maggiori di quanto non lo siano ai giorni nostri.
Uno di questi risultati, - forse il maggiore, - è il fatto che oggi la coscienza civile del Popolo Siciliano (nella sua stragrande maggioranza) condanni severamente e respinga sdegnosamente il fenomeno mafioso, la cultura mafiosa. Nonché i complici, i capi ed i "soldati" della Mafia stessa.
Non possiamo però negare che il territorio sia ancora "controllato" quasi totalmente dalla mafia. Non possiamo negare che in Sicilia la vita economica sia in gran parte e pesantemente condizionata dalla mafia. Non possiamo negare che la legislazione vigente, - non adatta fondamentalmente alle effettive esigenze della realtà siciliana, - amplifichi la sfera d´azione della mafia e spesso le crei nuovi spazi.
Ecco perché, da parte dell´FNS, si chiede che il Corpo Legislativo, vigente in Sicilia, non sia la brutta copia di quello programmato e realizzato per altre realtà "geo-politiche", ambientali, economiche, sociali e geografiche.
E che sia, invece un Corpo Legislativo, specifico, finalizzato a dare adeguata risposta alle effettive esigenze del Popolo Siciliano. Compresa quella, prioritaria, di contrastare la mafia.
Non va trascurato, infine, il problema dell´etica prevalente nella "politica politicata" sempre più criticabile. Anche perché questa ultima accetta e fa proprie alcune delle "regole" mafiose, come quelle della lottizzazione, del tangentismo, del clientelismo scientifico, della strumentalizzazione del bisogno del "controllo" del territorio inteso come SERBATOIO di voti e di AFFARI personali, personalizzati e "riservati" ai CLAN di appartenenza.
Ovviamente esistono le eccezioni; ma si sa: le eccezioni spesso confermano la regola.
Per i veri sicilianisti, nella lotta alla mafia, deve prevalere ovunque e comunque il principio che la Sicilia deve essere contro la mafia perché la magia è contro la Sicilia.
E perché la Sicilia non sarà mai veramente libera, se non si sarà, prima, "liberata" dai tentacoli della Mafia.
Palermo 13 marzo 2009
Il Segretario Politico FNS
Giuseppe Scianò
scianogiuseppe@libero.it
MAFIA: QUESTO È IL PROBLEMA.
NELLA RICORRENZA DEL 61° ANNIVERSARIO DELL'ASSASSINIO DÌ PLACIDO RIZZOTTO È NECESSARIA UN'AMPIA RIFLESSIONE SUL FENOMENO MAFIOSO
In questi giorni da parte dell´opinione pubblica e dei Massmedia, giustamente, è stata data molta attenzione alla ricorrenza del 61° anniversario del MARTIRIO del Sindacalista PLACIDO RIZZOTTO, assassinato a CORLEONE il 10 marzo del 1948, appunto, dalla Mafia. Ed il cui cadavere fu recuperato soltanto il 13 dicembre del 1949 in una delle "FOIBE" di ROCCA BUSAMBRA.
L´FNS ha, con l´occasione, ricordato l´impressionante numero di sindacalisti e di dirigenti politici "assassinati" dalla mafia nel solo periodo che va dal 1944 alle soglie degli anni 50 del secolo scorso: Andrea RAJA, ucciso a Casteldaccia (PA) il 6 agosto 1944; Nunzio PASSAFIUME, ucciso a TRABIA (PA) il 7 giugno 1945; Agostino D´ALESSANDRO, ucciso a FICARAZZI (Pa) l´11 settembre 1945; Giuseppe LO CICERO, ucciso a MAZZARINO (Cl) il 25 Novembre 1945; Giuseppe PUNTARELLO, ucciso a VENTIMIGLIA DÌ SICILIA (Pa) il 5 dicembre 1945; Antonino GUARISCO, ucciso a BURGIO (Ag) il 7 marzo 1946; Pino CAMILLERI, ucciso a NARO (Ag) il 28 giugno 1946; Giovanni CASTIGLIONE e Girolamo SCACCIA, uccisi ad ALIA (Pa) il 22 settembre 1946; Giuseppe BIONDO, ucciso a Santa NINFA (Tp) il 2 ottobre 1946; i fratelli Giovanni, Giuseppe e Vincenzo SANTANGELO (una vera strage familiare) uccisi a BELMONTE MEZZAGNO (Pa) il 2 NOVEMBRE 1946; Giovanni SEVERINO, ucciso a JOPPOLO GIANCAXIO (Ag) il 25 novembre 1946; Paolo FARINA, ucciso a COMITINI (Ag) il 28 novembre 1946; Nicolò AZOTI, ucciso a BAUCINA (Pa) il 21 dicembre 1946; Accursio MIRAGLIA, ucciso a SCIACCA (Ag) il 4 gennaio 1947; Pietro MACCHIARELLA, ucciso a FICARAZZI (Pa) il 19 febbraio 1947.1
A tale impressionante elenco di Martiri vanno aggiunti i nomi delle tante, troppe vittime dello stesso periodo e dei periodi successivi. Ed è stato aggiunto il nome di Carmelo Battaglia erroneamente escluso dalla prima stesura dall´elenco di cui alla legge regionale n. 20 del 1999. Battaglia fu assassinato il 24 marzo del 1960 a Tusa, mentre a dorso di un mulo si recava a lavorare.
***
Certamente un capitolo a se stante costituisce la strage di Portella della Ginestra, avvenuta il 1° maggio del 1947. una strage per la quale gli Indipendentisti FNS ritengono che si debbano ancora chiarire molti aspetti e che va condannata senza riserve. I nomi delle 11 vittime anche in questo caso andrebbero ricordati, - in ogni città e paese della Sicilia, - uno per uno, perché dietro ogni nome c´è un volto, una storia, una famiglia, una vita intensa. Anche se breve. Ma vi è, soprattutto, il gravissimo "VULNUS" dalla Mafia, dal Banditismo, dai poteri occulti contro la Società Civile Siciliana e contro la Sicilia stessa.
***
La ricorrenza degli anniversari ci obbliga ad alcune specifiche riflessioni e a domandarci se la mafia sia stata definitivamente sconfitta, dopo tante lotte, dopo tanti sacrifici e tante vittime. Molti martiri meritano di essere considerati come dei veri e propri Eroi. Molti i Martiri anche fra le Forze dell´Ordine e fra i Magistrati.
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Non vi sono dubbi sul fatto che nella lotta contro la Mafia si siano conseguiti grandi risultati e successi, inimmaginabili nella prima metà del secolo scorso.
Ed anche, se vogliamo, negli anni immediatamente successivi. Quando i silenzi e le connivenze con la MAFIA erano maggiori di quanto non lo siano ai giorni nostri.
Uno di questi risultati, - forse il maggiore, - è il fatto che oggi la coscienza civile del Popolo Siciliano (nella sua stragrande maggioranza) condanni severamente e respinga sdegnosamente il fenomeno mafioso, la cultura mafiosa. Nonché i complici, i capi ed i "soldati" della Mafia stessa.
Non possiamo però negare che il territorio sia ancora "controllato" quasi totalmente dalla mafia. Non possiamo negare che in Sicilia la vita economica sia in gran parte e pesantemente condizionata dalla mafia. Non possiamo negare che la legislazione vigente, - non adatta fondamentalmente alle effettive esigenze della realtà siciliana, - amplifichi la sfera d´azione della mafia e spesso le crei nuovi spazi.
Ecco perché, da parte dell´FNS, si chiede che il Corpo Legislativo, vigente in Sicilia, non sia la brutta copia di quello programmato e realizzato per altre realtà "geo-politiche", ambientali, economiche, sociali e geografiche.
E che sia, invece un Corpo Legislativo, specifico, finalizzato a dare adeguata risposta alle effettive esigenze del Popolo Siciliano. Compresa quella, prioritaria, di contrastare la mafia.
Non va trascurato, infine, il problema dell´etica prevalente nella "politica politicata" sempre più criticabile. Anche perché questa ultima accetta e fa proprie alcune delle "regole" mafiose, come quelle della lottizzazione, del tangentismo, del clientelismo scientifico, della strumentalizzazione del bisogno del "controllo" del territorio inteso come SERBATOIO di voti e di AFFARI personali, personalizzati e "riservati" ai CLAN di appartenenza.
Ovviamente esistono le eccezioni; ma si sa: le eccezioni spesso confermano la regola.
Per i veri sicilianisti, nella lotta alla mafia, deve prevalere ovunque e comunque il principio che la Sicilia deve essere contro la mafia perché la magia è contro la Sicilia.
E perché la Sicilia non sarà mai veramente libera, se non si sarà, prima, "liberata" dai tentacoli della Mafia.
Palermo 13 marzo 2009
Il Segretario Politico FNS
Giuseppe Scianò
scianogiuseppe@libero.it
lunedì 9 marzo 2009
Stamattina,sarò intervistato,a Catania, da Cecchi Paone,nell'ambito di un programma televisivo sulla storia dell'Autonomia siciliana...
Stamattina,sarò intervistato,a Catania, da Cecchi Paone,nell'ambito di un programma televisivo sulla storia dell'Autonomia siciliana...
Si tratta del programma "L'Isola del tempo".
Il programma,che viene registrato, sarà trasmesso a puntate da SKY-Marcopolo...
Non so ancora la data esatta ...credo ad Aprile... lo comunicherò.
Orazio Vasta
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domenica 8 marzo 2009
NON SOLO MIMOSE................
Le origini della festa dell'8 Marzo risalgono al lontano 1908, quando, pochi giorni prima di questa data, a New York, le operaie dell'industria tessile Cotton scioperarono per protestare contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare.
Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni, finché l'8 marzo il proprietario Mr. Johnson, bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire.
Allo stabilimento venne appiccato il fuoco e le 129 operaie prigioniere all'interno morirono arse dalle fiamme. Successivamente questa data venne proposta come giornata di lotta internazionale, a favore delle donne, da Rosa Luxemburg(nella foto),proprio in ricordo della tragedia.
Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni, finché l'8 marzo il proprietario Mr. Johnson, bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire.
Allo stabilimento venne appiccato il fuoco e le 129 operaie prigioniere all'interno morirono arse dalle fiamme. Successivamente questa data venne proposta come giornata di lotta internazionale, a favore delle donne, da Rosa Luxemburg(nella foto),proprio in ricordo della tragedia.
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sabato 7 marzo 2009
Contro i giornalisti siciliani attentati,intimidazioni e Facebook!
Trent'anni sono passati da quel 26 gennaio 1979 in cui Mario Francese(nella foto) venne assassinato dalla MAFIA sulla strada di casa, dopo aver lasciato la sede del Giornale di Sicilia,a Palermo....Contro i giornalisti siciliani non solo attentati ed intimidazioni...Ci pensa anche Facebook!
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Il giornalista denuncia la mafia su Facebook.
E la sua pagina scompare…
Un messaggio in italiano. Freddo, burocratico.“Sì dice così: il tuo account è stato disabilitato da un amministratore. Se hai domande o dubbi consulta le Faq”.
Scompaiono così da Facebook centinaia di contatti ma soprattutto una intensa attività di comunicazione sulla mafia e la realtà siciliana. E la posta personale.
Nino Randisi è un giornalista. Un dirigente sindacale della sua categoria nell’isola, uno che ha preso molto sul serio il social networking come strumento di comunicazione civile: “Mica si potrà solo scrivere, ho mangiato, ho dormito e tutte quelle altre fesserie che si leggono, no? Si potrà pur comunicare qualcosa di più serio e di più drammatico?“.
“Avevo 500 amici. Ogni giorno pubblicavo video di YouTube sui latitanti più pericolosi. Mettevo materiali che scottano, tutta documentazione seria su argomenti importanti. E mi seguivano in molti. Adesso tutto quello che ho pubblicato finora è andato perso. Ma io non mi arrendo, mi sono rifatto l’account con altri dati e ho ripreso a pubblicare. Voglio proprio vedere cosa succede adesso. Pensa un po’, hanno tolto qualche pagina su Riina, ma ne hanno lasciato altre dove si parla di mafia in tono elogiativo, e il mio spazio, che è una pagina *contro* la mafia, me lo disabilitano?“Sei sicuro che non te lo abbiano riattivato? Guarda che Facebook è in piena confusione tecnologica, a causa della sua crescita tumultuosa… Potrebbe essere solo un disguido…“Macchè! Niente e la cosa più irritante è che non c’è nessuno cui scrivere. Non si trova un punto di riferimento in Italia. Questi signori chi li rappresenta? Con chi si deve parlare? Non è possibile che non ci sia un indirizzo cui scrivere”Randisi è uno dei tanti cui accade questa disavventura facebookistica. A un certo punto qualcuno ti “denuncia”, le tue cose scompaiono, i dati e i contenuti che hai immesso, compresa la posta personale, svaniscono nel nulla. In molti casi - ci risulta - l’account viene riabiliato dopo le proteste, è successo perfino per qualche deputato. Ma intanto sapere “dove” e con chi protestare è molto complesso.Randisi sembra pensare che qualcuno, dall’Italia, possa aver chiesto l’intervento contro la sua pagina. Ma il punto certo è che Facebook, piattaforma dove ormai più di 6 milioni di italiani esprimono i loro pensieri e le loro proteste, pubblicano le loro immagini e si mandano la loro corrispondenza, non ha nel nostro paese - che si sappia - nemmeno uno “sportello” cui indirizzare i propri reclami. Quella che ha colpito Randisi potrebbe essere censutra o disguido. Si vedrà. Ma se almeno il danneggiato potesse parlarne a qualcuno, forse anche i sospetti diminuirebbero.
Fonte: www.larepubblica.it
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Il giornalista denuncia la mafia su Facebook.
E la sua pagina scompare…
Un messaggio in italiano. Freddo, burocratico.“Sì dice così: il tuo account è stato disabilitato da un amministratore. Se hai domande o dubbi consulta le Faq”.
Scompaiono così da Facebook centinaia di contatti ma soprattutto una intensa attività di comunicazione sulla mafia e la realtà siciliana. E la posta personale.
Nino Randisi è un giornalista. Un dirigente sindacale della sua categoria nell’isola, uno che ha preso molto sul serio il social networking come strumento di comunicazione civile: “Mica si potrà solo scrivere, ho mangiato, ho dormito e tutte quelle altre fesserie che si leggono, no? Si potrà pur comunicare qualcosa di più serio e di più drammatico?“.
“Avevo 500 amici. Ogni giorno pubblicavo video di YouTube sui latitanti più pericolosi. Mettevo materiali che scottano, tutta documentazione seria su argomenti importanti. E mi seguivano in molti. Adesso tutto quello che ho pubblicato finora è andato perso. Ma io non mi arrendo, mi sono rifatto l’account con altri dati e ho ripreso a pubblicare. Voglio proprio vedere cosa succede adesso. Pensa un po’, hanno tolto qualche pagina su Riina, ma ne hanno lasciato altre dove si parla di mafia in tono elogiativo, e il mio spazio, che è una pagina *contro* la mafia, me lo disabilitano?“Sei sicuro che non te lo abbiano riattivato? Guarda che Facebook è in piena confusione tecnologica, a causa della sua crescita tumultuosa… Potrebbe essere solo un disguido…“Macchè! Niente e la cosa più irritante è che non c’è nessuno cui scrivere. Non si trova un punto di riferimento in Italia. Questi signori chi li rappresenta? Con chi si deve parlare? Non è possibile che non ci sia un indirizzo cui scrivere”Randisi è uno dei tanti cui accade questa disavventura facebookistica. A un certo punto qualcuno ti “denuncia”, le tue cose scompaiono, i dati e i contenuti che hai immesso, compresa la posta personale, svaniscono nel nulla. In molti casi - ci risulta - l’account viene riabiliato dopo le proteste, è successo perfino per qualche deputato. Ma intanto sapere “dove” e con chi protestare è molto complesso.Randisi sembra pensare che qualcuno, dall’Italia, possa aver chiesto l’intervento contro la sua pagina. Ma il punto certo è che Facebook, piattaforma dove ormai più di 6 milioni di italiani esprimono i loro pensieri e le loro proteste, pubblicano le loro immagini e si mandano la loro corrispondenza, non ha nel nostro paese - che si sappia - nemmeno uno “sportello” cui indirizzare i propri reclami. Quella che ha colpito Randisi potrebbe essere censutra o disguido. Si vedrà. Ma se almeno il danneggiato potesse parlarne a qualcuno, forse anche i sospetti diminuirebbero.
Fonte: www.larepubblica.it
mercoledì 4 marzo 2009
MA,NON DOVREBBE ESSERE LO STATO D'ISRAELE A PAGARE LA RICOSTRUZIONE DI GAZA?
Il Presidente Silvio Berlsuconi ha annunciato che l'Italia donerà 100 milioni di dollari per la ricostruzione della Striscia di Gaza.
L'annuncio è arrivato per bocca dello stesso Berlusconi, nell'ambito della Conferenza internazionale su Gaza,a Sharm el Sheikh, in Egitto. Berlusconi ha sottolineato la necessità di trovare i fondi per la ricostruzione di Gaza, assicurando chel'Italia "farà la sua parte",appunto,con 100 milioni di euro.
MI CHIEDO:Ma, la Striscia di Gaza da chi è stata distrutta? Chi ha bombarbato Gaza?
LA RISPOSTA: Israele,anzi lo Stato d'Israele!
MI CHIEDO:Allora,considerando che i palestinesi hanno subito un torto-visto che lo stesso Berlusconi "farà la sua parte" con le tasche dei contribuenti dello stato italiano per la ricostruzione di Gaza-perchè non paga lo Stato d'Israele la ricostruzione di Gaza?
LA RISPOSTA: Ancora una volta,lo stato d'Israele ne esce "pulito".
MI CHIEDO: E Berlusconi,il generoso Berlusconi?
LA RISPOSTA:Berlusconi,appena l'altro ieri, all'annuncio della proposta di dar vita a un assegno di disoccupazione ,ha liquidato, al vertice dell' Ue a Bruxelles, l'idea lanciata da Bari dal segretario del Pd Dario Franceschini :«L'esecutivo - ha spiegato Berlusconi - vorrebbe fare ancora di più, ma noi viviamo in Europa e abbiamo quindi vincoli europei. Abbiamo un debito troppo alto. L'assegno di disoccupazione non è sostenibile, ci costerebbe 1,5 punti di pil».
MI CHIEDO:E i 100 milioni per ricostruire Gaza distrutta dall'"amico" Stato d'Israele da dove li prende il presidente Berlusconi?
Ripeto,CENTO MILIONI DI EURO
LA RISPOSTA: Gli "amici" dello Stato d'Israele si coprono,i DISOCCUPATI...NO!
MI CHIEDO: TU,CHE NE PENSI?
L'annuncio è arrivato per bocca dello stesso Berlusconi, nell'ambito della Conferenza internazionale su Gaza,a Sharm el Sheikh, in Egitto. Berlusconi ha sottolineato la necessità di trovare i fondi per la ricostruzione di Gaza, assicurando chel'Italia "farà la sua parte",appunto,con 100 milioni di euro.
MI CHIEDO:Ma, la Striscia di Gaza da chi è stata distrutta? Chi ha bombarbato Gaza?
LA RISPOSTA: Israele,anzi lo Stato d'Israele!
MI CHIEDO:Allora,considerando che i palestinesi hanno subito un torto-visto che lo stesso Berlusconi "farà la sua parte" con le tasche dei contribuenti dello stato italiano per la ricostruzione di Gaza-perchè non paga lo Stato d'Israele la ricostruzione di Gaza?
LA RISPOSTA: Ancora una volta,lo stato d'Israele ne esce "pulito".
MI CHIEDO: E Berlusconi,il generoso Berlusconi?
LA RISPOSTA:Berlusconi,appena l'altro ieri, all'annuncio della proposta di dar vita a un assegno di disoccupazione ,ha liquidato, al vertice dell' Ue a Bruxelles, l'idea lanciata da Bari dal segretario del Pd Dario Franceschini :«L'esecutivo - ha spiegato Berlusconi - vorrebbe fare ancora di più, ma noi viviamo in Europa e abbiamo quindi vincoli europei. Abbiamo un debito troppo alto. L'assegno di disoccupazione non è sostenibile, ci costerebbe 1,5 punti di pil».
MI CHIEDO:E i 100 milioni per ricostruire Gaza distrutta dall'"amico" Stato d'Israele da dove li prende il presidente Berlusconi?
Ripeto,CENTO MILIONI DI EURO
LA RISPOSTA: Gli "amici" dello Stato d'Israele si coprono,i DISOCCUPATI...NO!
MI CHIEDO: TU,CHE NE PENSI?
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martedì 3 marzo 2009
IL CASINO' DELL'ETNA MUOVE I PRIMI PASSI....
TRECASTAGNI. "CASINO' SI,CASINO' NO. ADESSO PRESSIONE SU CHI DEVE DECIDERE
Trecastagni
Raccoglie consensi trasversali la proposta di Pippo Barbagallo(Mpa),ex assessore comunale di Trecastagni,per l'apertura nel centro pedemontano del "Casinò Etna".
" La Sicilia -dice Roman Henry Clarke,vice Segretario del Movimento per l'Indipendenza della Sicilia -deve avere i propri casinò,che, istituiti con gli adeguati criteri territoriali e normativi, possono essere un bene preziosissimo per la nostra terra, e certamente Trecastagni, per territorio, collegamento e vocazione è una collocazione ideale per uno, magari il primo, dei futuri, ma speriamo prossimi, casinò siciliani".
L'agronomo trecastagnese Corrado Vigo: "Il Casinò a Trecastagni? E perchè no! Magari nei locali del vecchio Albergo, poi divenuto Ostello della Gioventù, di proprietà della Provincia Regionale, e mai utilizzato. Quei locali sono attualmente abbandonati. Trecastagni, però, da paese tranquillo diverrà un paese in preda al caos?".
Davide Cristaldi ,da Linguaglossa: "I Comitati delle Due Sicilie accolgono con interesse la proposta dell'ex assessore di Trecastagni Pippo Barbagallo in merito alla costruzione di un casinò. Le case da gioco in Italia sono proibite per legge, tuttavia continuano ad operare al Nord Italia, grazie alle connivenze politiche sempre pronte a fornire indulgenze quando si tratta di attività economiche del settentrione, men che meno quando attirano centinaia di migliaia di turisti per fatturati da capo giro".
Antonio Recupero,maratoneta internazionale di Motta Santa Anastasia:"A Catania manca il casinò.Che sia a Trecastagni,oppure in città,l'importante che ci sia".
Savina Trapani,scrittrice di Tremestieri Etneo:"Mi piace l'idea di un casinò a Trecastagni,come l'idea storica di un casinò a Taormina. Ma,quanto piacerebbe ai gestori del casinò di Malta l'apertura di un casinò in Sicilia?".
"Se il casinò proposto da Barbagallo-dice Francesco Caltabiano, allenatore di fitness di Acisanfilippo-potrebbe realmente creare occupazione, nonostante non amo il gioco,ha tutto il mio sostegno".
Favorevole al casinò è Tommaso Medici,segretario locale del Pdci,posizione non condivisa da tutto il suo partito:"Il casinò-dice l'esponente comunista-significa sviluppo del turismo,cioè sviluppo dell'occupazione".
A Medici replica Alessandra Siragusa,deputato nazionale del Pd:"E bravi i compagni! Non hanno altro che pensare?Mi chiedo,ma con la crisi economica che incombe,chi andrà al casinò?Di certo coloro che riciclano denaro sporco".
Erasmo Vecchio, coordinatore regionale del Partito del Sud:"Il turismo è una risorsa per lo sviluppo della Sicilia e l'apertura di alcuni casinò mi pare opportuna.Trecastagni può aspirare al casinò,che potrebbe innescare lo sviluppo economico dell'hinterland etneo.Dico all'onorevole Siragusa,che senso ha che i siciliani e i turisti in visita in Sicilia debbano recarsi al casinò di Malta?".
"Penso-dichiara Pippo Barbagallo-che la questione casinò in Sicilia sia stata sdoganata.Lo stesso autorevole intervento del Presidente del Senato Schifani,di queste ore, conferma ciò.E,non è un caso,anche la posizione del Presidente della Camera di commercio di Catania.Adesso,occorre l'impegno delle istituzioni locali".
Orazio Vasta
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Giornale di Sicilia-ediz di Catania-del 2 marzo 2009,pag.20
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Nella foto Pippo Barbagallo,ideatore del progetto "Casinò Etna"
lunedì 2 marzo 2009
Il congresso dell'Mpa. La celebrazione del nulla.(di Luca Spadaro-Pd)
In questi giorni a Roma si è svolto il Congresso "Nazionale" del Movimento per l'autonomia. Un congresso che celebra le glorie del movimento autonomista siciliano che oggi governa la Regione, con il suo leader Raffaele Lombardo, e la grande maggioranza degli enti locali Siciliani. Una grande forza politica con tanto consenso in Sicilia che prova a scimmiottare la Lega e per dare l'idea di essere un movimento nazionale svolge a Roma il proprio congresso. Una scelta,quantomeno, discutibile per un movimento che si dice territoriale e fortemente radicato al sud, in realtà presente capillarmente solo in Sicilia e in special modo nella provincia di Catania.Ecco! Sarebbe come se la Svp, grande movimento autonomista del Sud Tirolo, celebrasse la propria assise a Roma.In fondo questa è solo una nota scenografica, non è il vero nodo della questione, è pur vero però che tale questione scenografica manifesta il vero spirito del movimento, cioè la rappresentazione di un pezzo importante del ceto politico siciliano da 20 anni al potere in regione che ha deciso di mettersi in proprio per far contare di più le proprie azioni nel rapporto con il centro, ma che mantiene gli stessi vizi di quando, al posto di Mpa, le insegne erano quelle dell'Udc. I vizi di una classe dirigente che va a Roma, con la valigia legata con lo spago, a chiedere qualche elemosina e che si accontenta di qualche pacca sulla spalle.Eh Si! Perchè a parte le varie esibizioni muscolari di questi anni, la storia dell'MPA è grossomodo questa: Urlano molto in sicilia, contano poco, ma veramente poco a Roma, trattati come i cuginetti poveri del centrodestra a cui dare ogni tanto qualche mancia e libertà d'azione in Sicilia. Un congresso è un luogo di bilanci. Ecco, i bilanci. Tutti sanno, ovviamente, di quelli devastati con il determinante contributo di tale movimento in molti enti locali Siciliani, Catania in testa. Si! Catania, città usata, comprese le ormai saccheggiate casse comunali, dal leader del movimento dell'autonomia per ricostruire le proprie fortune politiche dopo lo stop causato da tangentopoli.Mi chiedo e vi chiedo allora, Qual'è il contributo allo sviluppo della nostra terra di questa grande forza in questi ultimi anni?1. Catania 8 anni fa era una città che si era risvegliata da anni di torpore, aveva riconquistato una sua dignità. Oggi Catania è una città con quasi 1 miliardo di euro di deficit, sporca, in crisi morale, civile ed economica.2. La provincia di Catania, governata per 5 anni dal leader del movimento autonomista, ha le sua viabilità interna in uno stato più disastroso di prima, con centinaia di kilometri di strada impercorribili a causa della mancata manutenzione ordinaria e straordinaria.In compenso, il già presdiente della provincia, Lombardo ha costruito un mostro chiamato pubbliservizi,ingrossandolo sino a raggiungere oltre 500 dipendenti, mentre i suoi alleati di Governo Sacconi e Brunetti fanno i moralizzatori della Pubblica amminsitrazione.3. Sempre da presidente della Provincia, il più volte citato Leader, ha determinato, in combinato disposto, con allora amico, ora alleato, Cuffaro, una gestione dei riufiuti in provincia di catania che, fatta eccezione per un comprensorio dove non è riuscito a metterci le mani, ha prodotto milioni di euro di deficit delle Società(Ato), sta mandando i comuni in dissesto, sta martellando i cittadini con tariffe esorbitanti e periodicamente vede intere comunità sommerse dai riufiuti.4. Nella Sanità, esclusi i proclami sul futuro e sulle riforme, nei fatti in questi anni abbiamo assistito all'aumento sconsiderato della spesa Sanitaria, con un picco proprio sotto la gestione dell'Assessorato da parte di un fedelissimo di Lombardo, ora Senatore, Giovanni Pistorio. Ovviamente per non citare la provincia di catania, dove l'asl gestista da un altro fedelissimo dell'Mpa, il Dott. Scavone, registra tra i passivi più elevati della Sicilia.5. In questi anni, nonostante le parole,si è continuato a morire in molte delle strade statali più trafficate della sicilia, a causa dei mancati interventi di ammodernamento. Esempi la catania-Gela, la Catania-Ragusa, solo per parlare della mia provincia.6. Per andare in treno da Catania a Palermo 6 ore ci si metteva 6 anni fa e 6 ore ci mette adesso.7. Nei consigli di amministrazione, nelle agenzie di governance territoriali, nelle Asl, etcc.... continuano, come dieci anni fa, ad essere nominati perfetti analfabeti il cui unico merito è quello di prendere qualche voto per ingrossare le fila del movimento.8. In compenso il movimento per l'autonomia ha ottenuto nel Governo Berlusconi la nomina del sottosegretario ai trasporti Reina, tra i cui primi atti figura la nomina a capo struttura del plurindagato ingegnere Tuccio D'urso, famoso a Catania per il suo spot in Elicottero durante la campagna elettorale delle regionali 2006, mentre faceva ammirare a tutti i Catanesi i capolavori che aveva messo in cantiere a Catania nella sua qualità di dipendente pubblico a servizio dell'amministrazione di Catania e dell'amato Sindaco Scapagnini.Capolavori bloccati e per il quale è indagato.9. In 10 mesi di Governo di presidenza della Regione non è ancora partita la programmazione dei fondi strutturali 2007-2013, lo scrivente comunica che siamo quasi a metà 2009. In compenso Lombardo aveva nominato un megadirigente alla programmazione, proveniente dalla LSE, London School of Economics, tale Bob Leonardi che dopo 5 mesi ha deciso di rimuove e di mandare a rappresentare la regione a bruxelles a qualche centinaio di migliaia di euro all'anno.Sempre in campo di dirigenti, Lombardo, prima promette la riduzione, poi trova il trucchetto degli uffici speciali, per far rientrare dalla finistra, ciò che era uscito dal dalla porta.Non continuo, perchè potrei farlo all'infinito, tutto questo era per dire in poche parole, che a Roma in questi tre giorni si è celebrato il congrsso di una grande forza che ha prodotto il nulla. La grande celebrazione del nulla.Non un centimetro di strada, non un metro di rotaie, non un metro quadrato di banchine portuali, niente che parli di sviluppo della Sicilia, ma semplicemente un ciurma di pirati sbarcati a Roma che sta saccheggiando la Sicilia.Lombardo Chiude il congresso così:ANSA) - ROMA, 1 MAR -"Gli impegni del governo sono vincolanti: i fondi Fas vanno salvaguardati e devono restare al Sud. Su questo saremo intransigenti". 'L'alleanza con il Pdl e con la persona di Silvio Berlusconi viene confermata solennemente in questo congresso'.
Ma mi faccia il piacere!!!!!
Luca Spataro ,segretario provinciale Pd di Catania
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Di plausi, sottolineature, ma anche dubbi, ne avrei tanti. In primis, ma so che risponderai che «di certo non rimarrà qui», un invito a non limitare a facebook certe riflessioni, sull'onda di quanto ti suggeriva Salvo Grillo. Inoltre, e limitando le riflessioni rimandandone gran parte ad altre sedi, magari di persona, mi viene da dirti: ma credete veramente che con il 4% patteggiato con Berlusconi avete fatto una buona scelta?
Non credete che togliere la possibilità (1, 2 eurodeputati) di avere una rappresentanza, e di presentarsi all'elettorato con tale concreta chance, a certe forze capaci di competere con Lega-Mpa sul piano dell'"identitarismo" democratico, del "meridionalismo", del "sicilianismo", avrebbe consentito a tali forze di screditare progressivamente Bossi, Calderoli, Maroni, Lombardi, Leanza, Pistorio e Reina, dando al tempo stesso forza a soggetti con cui il PD riuscirebbe a dialogare meglio che con l'Mpa (non dimentichiamoci comunque le "impressioni favorevoli" di D'Alema al I congresso Mpa e le presidenze delle circoscrizioni di Catania "pattegiate" fra autonomisti e margheritini nella scorsa consiliatura)?
Eppure l'allora centrosinistra in Veneto andò proprio con i miei cari amici della Liga Veneta Repubblica. Perché, che ci piaccia o no, Lombardo, con il suo partitino, ha strizzato l'occhio a certi ideali e correnti succitati (pur non praticandoli nei fatti). Che poi i consensi così intercettati li abbia persi quasi tutti, e quasi subitaneamente, è un dato di fatto (e come la prassi clientelare sia di casa nell'Mpa non lo sostengo io, ma i colleghi di "Exit" di La7 sia un'altra verità), ma quei consensi rimarrano, a livello statale (mi viene difficile definirlo "nazionale"), senza un reale interlocutore. Perché, diciamocelo: la sinistra, sia essa il PD tricolore anche nel simbolo, o extra-PD, è e rimane solidamente centralista, nella prassi e nelle idee.
Da "separatista", non è che mi interessi molto se il PD si decentralizzi o meno, dato che i timidi tentativi fatti nel nord Italia non possono assolutamente competere con la Lega, ma da cittadino siciliano che sa che nel PD ci siano straordinarie personalità come ad esempio te, o l'on. Barbagallo, onestamente preferirei avere una forza un po' meno "italiana" e un po' più siciliana che punti a governare (temporaneamente, finché non sarà in grado di tornare indipendente) la nostra amata e inimitabile isola.
Una forza con cui sia anche più faile dialogare senza dover spiegare ogni volta cos'è "dda cosa cu tri ghiammi" che abbiamo nel simbolo o nella nostra bandiera apparentemente similamericana (mentre il vostro partito, per nome e idee, è plasmato proprio sui Democrats USA). E magari, che non taccia sempre assordantemente anche quando facciamo o diciamo qualcosa di giusto o condivisibile, e che si faccia vedere di persona, con una presenza massiccia, quando il 17 giugno, fuori dal periodo elettorale, diremo "no" a certi autonomismi, leghismi, neoborbonismi, in nome dell'identità siciliana e delle nazioni senza stato.
Fuor di riflessione, auguro al PD di essere meno "partito" e più forza intellettuale, culturale e di consenso, magari con un bilancio meno forte e qualche sede in meno, che non sia più la forzosa sommatoria di forze eterogenee e litigiose, necessariamente verticistica e votata alla realpolitik, ma una realtà territoriale fatta non di politici di professione, ma di gente dai tanti colori e dai tanti pensieri, zona per zona, "regione" per "regione", votata alla responsabilità, alla democrazia (quella vera, non quella elettorale per cui siamo crocette nella massa su cui discriminare con "sbarramenti" e "resti") e al buon governare.
E se vorrai rispondere a queste mie, forse troppe parole, forse troppo "romantiche" per qualcuno (eppure i miei se e quando le leggeranno me ne vorranno per eccesso di pragmatismo politicante), non farlo da politico, anche perché io politico non sono, ma solo un giornalista e un attivista che va contro lo stato attuale di cose in Sicilia, un giovane (pigliamocelo questo "giovane" Luca, anche se l'età avanza anche per noi!) siciliano come te.
Non credete che togliere la possibilità (1, 2 eurodeputati) di avere una rappresentanza, e di presentarsi all'elettorato con tale concreta chance, a certe forze capaci di competere con Lega-Mpa sul piano dell'"identitarismo" democratico, del "meridionalismo", del "sicilianismo", avrebbe consentito a tali forze di screditare progressivamente Bossi, Calderoli, Maroni, Lombardi, Leanza, Pistorio e Reina, dando al tempo stesso forza a soggetti con cui il PD riuscirebbe a dialogare meglio che con l'Mpa (non dimentichiamoci comunque le "impressioni favorevoli" di D'Alema al I congresso Mpa e le presidenze delle circoscrizioni di Catania "pattegiate" fra autonomisti e margheritini nella scorsa consiliatura)?
Eppure l'allora centrosinistra in Veneto andò proprio con i miei cari amici della Liga Veneta Repubblica. Perché, che ci piaccia o no, Lombardo, con il suo partitino, ha strizzato l'occhio a certi ideali e correnti succitati (pur non praticandoli nei fatti). Che poi i consensi così intercettati li abbia persi quasi tutti, e quasi subitaneamente, è un dato di fatto (e come la prassi clientelare sia di casa nell'Mpa non lo sostengo io, ma i colleghi di "Exit" di La7 sia un'altra verità), ma quei consensi rimarrano, a livello statale (mi viene difficile definirlo "nazionale"), senza un reale interlocutore. Perché, diciamocelo: la sinistra, sia essa il PD tricolore anche nel simbolo, o extra-PD, è e rimane solidamente centralista, nella prassi e nelle idee.
Da "separatista", non è che mi interessi molto se il PD si decentralizzi o meno, dato che i timidi tentativi fatti nel nord Italia non possono assolutamente competere con la Lega, ma da cittadino siciliano che sa che nel PD ci siano straordinarie personalità come ad esempio te, o l'on. Barbagallo, onestamente preferirei avere una forza un po' meno "italiana" e un po' più siciliana che punti a governare (temporaneamente, finché non sarà in grado di tornare indipendente) la nostra amata e inimitabile isola.
Una forza con cui sia anche più faile dialogare senza dover spiegare ogni volta cos'è "dda cosa cu tri ghiammi" che abbiamo nel simbolo o nella nostra bandiera apparentemente similamericana (mentre il vostro partito, per nome e idee, è plasmato proprio sui Democrats USA). E magari, che non taccia sempre assordantemente anche quando facciamo o diciamo qualcosa di giusto o condivisibile, e che si faccia vedere di persona, con una presenza massiccia, quando il 17 giugno, fuori dal periodo elettorale, diremo "no" a certi autonomismi, leghismi, neoborbonismi, in nome dell'identità siciliana e delle nazioni senza stato.
Fuor di riflessione, auguro al PD di essere meno "partito" e più forza intellettuale, culturale e di consenso, magari con un bilancio meno forte e qualche sede in meno, che non sia più la forzosa sommatoria di forze eterogenee e litigiose, necessariamente verticistica e votata alla realpolitik, ma una realtà territoriale fatta non di politici di professione, ma di gente dai tanti colori e dai tanti pensieri, zona per zona, "regione" per "regione", votata alla responsabilità, alla democrazia (quella vera, non quella elettorale per cui siamo crocette nella massa su cui discriminare con "sbarramenti" e "resti") e al buon governare.
E se vorrai rispondere a queste mie, forse troppe parole, forse troppo "romantiche" per qualcuno (eppure i miei se e quando le leggeranno me ne vorranno per eccesso di pragmatismo politicante), non farlo da politico, anche perché io politico non sono, ma solo un giornalista e un attivista che va contro lo stato attuale di cose in Sicilia, un giovane (pigliamocelo questo "giovane" Luca, anche se l'età avanza anche per noi!) siciliano come te.
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La sinistra "nazionale" presente nell'Isola, nei confronti della Sicilia continua a commettere un grave errore.
Quello di non essere "siciliana"!
E ciò,ha permesso-da sempre-alle varie destre del momento,di cavalcare la trigre dell'Autonomia... Autonomia,che di fatto,era e resta solo simbolica.
Lo stesso Lombardo,doveva e poteva essere contrastato sul terreno autonomistico.(E si può fare ancora!)
Invece,la sinistra "nazionale" ha preferito la solita minestrina riscaldata...lo stesso Pd nostrano che,in una buona parte,voleva "regionalizzarsi",è stato richiamato all'ordine da Roma....
Da Roma,perchè,alla fine,il dramma vero della Sicilia,e della sinistra "nazionale" in particolare,è che decide Roma.
Abbiamo dimenticato,per esempio,le ultime elezioni regionali e "nazionali"?
Chi ha fatto le liste del Pd in Sicilia?
Luca e gli altri siciliani?
Roma,Roma ha deciso....
Quindi,il vero "alleato" di Lombardo non è Berlusconi,è questa sinistra Isolana Roma-dipendente!
domenica 1 marzo 2009
SICILIA: NESTLE' E TETRAPAK CONDANNATE!
La Codacons vince, Nestlé e TetraPak pagheranno
Domenica 01 Marzo 2009 15:52
Dalla Sicilia arriva la prima sentenza, che condanna una multinazionale del latte e delle multinazionali di confezionamento TetraPack, in solido tra loro, al pagamento a favore dei genitori delle piccole che avevano utilizzato il prodotto alimentare adulterato sia del danno patrimoniale che del danno non patrimoniale nonchè‚ al pagamento delle spese legali. Sentenza emessa dal giudice Salvatore Fisichella dando ragione alla Codacons. Per il Segretario Segretario Nazionale, Francesco Tanasi "anche contro colossi internazionali difesi da primari studi legali italiani, e' possibile ottenere giustizia: la vittoria del Codacons in Sicilia contro Nestle' e TetraPack servira' a fare giurisprudenza in una controversia che appariva ai piu' persa in partenza proprio per la notevole differenza di forze in campo". La sentenza ha riguardato il caso del latte prodotto dalla Nestlè Italiana S.p.a. in TetraPack e sequestrato il 22 novembre 2005 in esecuzione dell`ordinanza della procura della Repubblica di Ascoli Piceno. La misura precauzionale del sequestro era stata disposta a seguito dei risultati delle analisi dell'Arpa, Agenzia regionale per la protezione ambientale della Regione Marche. Tali analisi accertarono, nelle confezioni in scadenza a maggio/settembre 2006, l`alterazione del latte e la presenza di tracce di un componente chimico, utilizzato per gli inchiostri nella fabbricazione di imballaggi TetraPak a stampa off-set. In pratica il componente aveva contaminato gli alimenti contenuti negli involucri. I genitori di due bambine, che avevano consumato il latte in questione si rivolsero al Codacons per la tutela dei loro diritti e per chiedere al giudice il risarcimento del danno.
Il giudice di pace di Giarre ha stabilito che "la commercializzazione del 'prodotto inquinato' comporta una responsabilità di natura contrattuale ed extracontrattuale in quanto si profila non solo una ipotesi di inadempimento contrattuale ma anche una ipotesi di responsabilità per il danno alla salute che la commercializzazione comporta".
Domenica 01 Marzo 2009 15:52
Dalla Sicilia arriva la prima sentenza, che condanna una multinazionale del latte e delle multinazionali di confezionamento TetraPack, in solido tra loro, al pagamento a favore dei genitori delle piccole che avevano utilizzato il prodotto alimentare adulterato sia del danno patrimoniale che del danno non patrimoniale nonchè‚ al pagamento delle spese legali. Sentenza emessa dal giudice Salvatore Fisichella dando ragione alla Codacons. Per il Segretario Segretario Nazionale, Francesco Tanasi "anche contro colossi internazionali difesi da primari studi legali italiani, e' possibile ottenere giustizia: la vittoria del Codacons in Sicilia contro Nestle' e TetraPack servira' a fare giurisprudenza in una controversia che appariva ai piu' persa in partenza proprio per la notevole differenza di forze in campo". La sentenza ha riguardato il caso del latte prodotto dalla Nestlè Italiana S.p.a. in TetraPack e sequestrato il 22 novembre 2005 in esecuzione dell`ordinanza della procura della Repubblica di Ascoli Piceno. La misura precauzionale del sequestro era stata disposta a seguito dei risultati delle analisi dell'Arpa, Agenzia regionale per la protezione ambientale della Regione Marche. Tali analisi accertarono, nelle confezioni in scadenza a maggio/settembre 2006, l`alterazione del latte e la presenza di tracce di un componente chimico, utilizzato per gli inchiostri nella fabbricazione di imballaggi TetraPak a stampa off-set. In pratica il componente aveva contaminato gli alimenti contenuti negli involucri. I genitori di due bambine, che avevano consumato il latte in questione si rivolsero al Codacons per la tutela dei loro diritti e per chiedere al giudice il risarcimento del danno.
Il giudice di pace di Giarre ha stabilito che "la commercializzazione del 'prodotto inquinato' comporta una responsabilità di natura contrattuale ed extracontrattuale in quanto si profila non solo una ipotesi di inadempimento contrattuale ma anche una ipotesi di responsabilità per il danno alla salute che la commercializzazione comporta".
FONTE: www.cataniaoggi.com
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