sabato 31 gennaio 2009

E ora....noi siciliani rubiamo lavoro!


....dalla prima pagina del "Giornale di Sicilia" di oggi in edicola...

SAN GIOVANNI BOSCO,oggi!

DALLE “LETTERE” DI SAN GIOVANNI BOSCO
"Se vogliamo farci vedere amici del vero bene dei nostri allievi, e obbligarli a fare il loro dovere, bisogna che voi non dimentichiate mai che rappresentate i genitori di questa cara gioventù, che fu sempre tenero oggetto delle mie occupazioni, dei miei studi, del mio ministero sacerdotale, e della nostra Congregazione salesiana. Se perciò sarete veri padri dei vostri allievi, bisogna che voi ne abbiate anche il cuore; e non veniate mai alla repressione o punizione senza ragione e senza giustizia, e solo alla maniera di chi vi si adatta per forza e per compiere un dovere.Quante volte, miei cari figliuoli, nella mia lunga carriera ho dovuto persuadermi di questa grande verità! E’ certo più facile irritarsi che pazientare: minacciare un fanciullo che persuaderlo: direi ancora che è più comodo alla nostra impazienza e alla nostra superbia castigare quelli che resistono, che correggerli col sopportarli con fermezza e con benignità. La carità che vi raccomando è quella che adoperava san Paolo verso i fedeli di fresco convertiti alla religione del Signore, e che sovente lo facevano piangere e supplicare quando se li vedeva meno docili e corrispondenti al suo zelo. Difficilmente quando si castiga si conserva quella calma, che è necessaria per allontanare ogni dubbio che si opera per far sentire la propria autorità, o sfogare la propria passione.Riguardiamo come nostri figli quelli sui quali abbiamo da esercitare qualche potere. Mettiamoci quasi al loro servizio, come Gesù che venne a ubbidire e non a comandare, vergognandoci di ciò che potesse aver l’aria in noi di dominatori; e non dominiamoli che per servirli con maggior piacere. Così faceva Gesù con i suoi apostoli, tollerandoli nella loro ignoranza e rozzezza, nella loro poca fedeltà, e col trattare i peccatori con una dimestichezza e familiarità da produrre in alcuni lo stupore, in altri quasi scandalo, e in molti la Santa speranza di ottenere il perdono da Dio. Egli ci disse perciò di imparare da lui ad essere mansueti e umili di cuore (4r.Mt 11,29).Dal momento che sono i nostri figli, allontaniamo ogni collera quando dobbiamo reprimere i loro falli, o almeno moderiamola in maniera che sembri soffocata del tutto. Non agitazione dell’animo, non disprezzo negli occhi, non ingiuria sul labbro; ma sentiamo la compassione per il momento, la speranza per l’avvenire, e allora voi sarete i veri padri e farete una vera correzione.In certi momenti molto gravi, giova più una raccomandazione a Dio, un atto di umiltà a lui, che una tempesta di parole, le quali, se da una parte non producono che male in chi le sente, dall’altra parte non arrecano vantaggio a chi le merita.Ricordatevi che l’educazione è cosa del cuore, e che Dio solo ne è il padrone, e noi non potremo riuscire a cosa alcuna, se Dio non ce ne insegna l’arte, e non ce ne mette in mano le chiavi.Studiamoci di farci amare, di insinuare il sentimento del dovere, del santo timore di Dio, e vedremo con mirabile facilità aprirsi le porte di tanti cuori e unirsi a noi per cantare le lodi e le benedizioni di colui, che volle farsi nostro modello, nostra via, nostro esempio in tutto, ma particolarmente nell’educazione della gioventù".

venerdì 30 gennaio 2009

NEL PAESE DEI TAROCCHI....


In Italia va per la maggiore la massima di K. Krauss:
"Il giornalismo è il luogo ove uno passa la vita a parlare di cose che ignora e a tacere le cose che sa."
Chi nuota controcorrente nel mare della disinformazione fa un
"Uso criminoso della televisione pubblica!"

RAFFAELE LOMBARDO SUPER STAR...

Fonte: www.lasicilia.it
scrivi a zermoposta@lasicilia.it
Perchè Lombardo è così popolare
Mi scrive Gambrinus per pormi questa domanda:

«Mi sa spiegare come mai Raffaele Lombardo da un sondaggio del "Sole-24 Ore" risultato il più amato tra i presidenti di regione? Eppure restiamo la Regione più scalcinata d’Italia. Mi chiarisce il mistero?».
Spero di dare una risposta adeguata.
Il successo di Lombardo dipende soprattutto da questo fatto: negli ultimi decenni la nostra classe politica eletta a Roma ha seguito gli ordini di partito e non hanno badato, se non epidermicamente, agli interessi della loro terra.
Lombardo è l’unico che per la prima volta alza la voce, protesta, segnala la penalizzazione della Sicilia che avviene in vari modi e guida un partito autonomistico, alleato, ma non omologato al Pdl.
E questo piace alla gente.
Ad esempio ha sollevato il problema delle ferrovie e delle autostrade, batte sempre sulla necessità del Ponte, chiede che le aziende petrolifere paghino le tasse in Sicilia e chiede pure di avere le accise. Inoltre sta cercando di tagliare gli sprechi della Sanità e della burocrazia regionale.
Vi pare poco?
Lei mi risponderà che finora ha ottenuto poco e che anzi Tremonti ci ha rapinato i fondi Fas destinati al Sud per privilegiare il Nord.
Questo dipende a due fattori: la grande forza della Lega che impone a Berlusconi l’agenda di governo e lo scarso peso politico dell’Mpa a livello nazionale. Ma la Lega lavora da più di dieci anni, mentre l’Mpa è nato appena tre anni fa.
Se riuscisse a diventare una forza politica consistente non solo in Sicilia, ma in tutto il Mezzogiorno, e potesse condizionare il governo come fa la Lega, allora avremmo risolto ogni problema.
La strada è quella giusta, ma è lunga.
E nel frattempo una richiesta leghista nel decreto anticrisi ci costringerà a pagare l’elettricità di più, non solo ai siciliani, ma a tutti i meridionali, perché non abbiamo né i bacini idroelettrici e non siamo vicini alle centrali nucleari francesi che abbassano al Nord la bolletta elettrica. Siamo letteralmente schiacciati dai leghisti che hanno il becero antimeridionalismo nel loro Dna.
A questo punto mi sa che il Pdl perderà molti consensi al Sud perché non c’è nessuna ragione di essere alleati della Lega.Da noi produrre elettricità costa perché marciamo con il metano che è caro. Allora pretendiamo che, siccome i tubi passano dalla Sicilia con il metanodotto libico, allora o l’Eni paga la «tassa del tubo», oppure comunque ci passino metano a metà prezzo.

giovedì 29 gennaio 2009

"NECESSARIO UN CASINO' NELLA PROVINCIA DI CATANIA"(P.Barbagallo)

Ricevo e pubblico....
"In questi giorni,la Federturismo Sicilia ha diffuso dati allarmanti sullo stato di salute del turismo nell'Isola:flessione del 10°/° e paralisi per gli alberghi. E,nell'attuale crisi economica mondiale,il crollo del turismo,rappresenta per la Sicilia una vera e propria catastrofe!Credo, che in tale scenario,oggi più di ieri,riprende quota la necessità dell'apertura nel territorio della provincia di Catania del "CASINO' ETNA",un vero e proprio consorzio fra i privati e i Comuni della provincia,compreso il Comune di Catania e la stessa Provincia Regionale di Catania. Nell'ambito della ritrovata e rinnovata spinta autonomista,è il momento di attuare quest'uniziativa,una grande iniziativa dalla Sicilia e per la Sicilia, in nome del grande turismo, il quale porterebbe in tutta l'Isola un reale boom economico, uno sviluppo totale della dell'economia siciliana. La Sicilia verrebbe proiettata verso un turismo sicuramente diverso dal passato e dal presente. Una grande iniziativa,che potrebbe ridare vitalità a strutture come l'ex Siace di Fiumefreddo,fare dell'Etna un "parco" naturalista attrezzato, con i servizi attivi 365 giorni su 365,fare della nostra Plaja un polo turistico d'attrazione internazionale,ridare luce al nostro grande patrimonio monumentale e culturale... Davanti a questa proposta,tanti dicono che lo Stato italiano non darà mai l'autorizzazione per aprire il Casinò in Sicilia. Se le cose stanno così,allora dovremmo avere il coraggio di chiedere,in tutte le sedi istituzionali,di CHIUDERE IN ITALIA TUTTI I CASINO'! Credo,invece,che fino adesso è mancata la giusta volontà politica per poter avanzare questa iniziativa. La nuova stagione autonomistica, da qualche mese apertasi in Sicilia con il Presidente Raffaele Lombardo, fa ben sperare che la battaglia per il CASINO' ETNA non è un miraggio.
Pippo Barbagallo (MPA_Trecastagni) ".
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mercoledì 28 gennaio 2009

Il pettirosso...ripugnante canzone di Gino Paoli.... VERGOGNA!!!

"Aveva gli occhi come un pettirossoera
una donna di undici anni e mezzo
si alzò la gonna per saltare il fosso
aveva addosso un vestitino rosso.
Mentre passava in mezzo a quel giardino
di settant'anni incontrò un bambino
voleva ancora afferrare tutto
e non sapeva cos'é bello e cos'é brutto
e l'afferrò con cattiveria
lei si trovò le gambe in aria
lui che cercava cosa fare
c'era paura e c'era male.
E il male lo afferrò proprio nel cuore
come succede con il primo amore
e lei allora lo prese tra le braccia
con le manine gli accarezzò la faccia
così per sempre si addormentò per riposare
come un bambino stanco di giocare" .
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Quello che avete appena letto è il testo di una canzone,"Il pettirosso", del signor Gino Paoli.Il noto cantautore sostiene, che questo brano nasce "dalla pretesa di umanità per tutti e due i protagonisti, anche del mostro... un borderline che non sa cosa è bene e cosa è male...Lo stupro non si consuma fino in fondo, il vecchio ha un attacco di cuore mentre tenta la violenza e la bambina che lo vede a terra morente prova pietà invece di odio...La comprensione invece della condanna: solo così in una società si evitano gli sbagli nel futuro. Dovrebbe insegnarci molte cose, se guardiamo agli ultimi avvenimenti”.
A quali avvenimenti si riferisce il signor Paoli?
Ai bambini violentatii e trucidati?....
Secondo Paoli,questi bambini devono riuscire a donare comprensione ai loro aguzzinii,i quali-come il "mostro" della canzone-non sanno distinquere il bene dal male...
"Brutto modo di invecchiare, quello di Gino Paoli",ha commentato qualcuno,RIPUGNANTE,aggiungo io!
Intanto,la commissione bicamerale per l'Infanzia,nell'ambito di una indagine conoscitiva, ha deciso di ascoltare il cantautore....
Orazio Vasta
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Sono assai sconcertato per l’intervista che Fabio Fazio ha fatto ieri sera a Gino Paoli. In un certo senso ha sdoganato, nel modo peggiore possibile, un argomento assai scottante che riguarda l’esteso fenomeno della pedofilia nel nostro Paese.
Io sono contrario ad ogni forma di censura ma credo che la libertà non debba mai essere disgiunta dalla responsabilità sempre e specialmente quanto si discute di fronte a milioni di persone che possono soltanto ascoltare e non intervenire. E quando si parla di un turpe reato contro la persona punito dal codice penale.
L’arte non può giustificare tutto quando non è limitata soltanto a coloro che scelgono di goderne ma messa a disposizione di tutti.
Un grande scrittore triestino descrive l’episodio dello stupro di un bambino consenziente che avviene ad opera di un magazziniere. Ma la descrizione del turpe evento che lo scrittore alleggerisce con l’arte della sua scrittura può essere conosciuta soltanto da chi apre il libro e legge. Lo stesso non può dirsi della canzone di Gino Paoli che è assai meno poetica ed innocente di quanto si vuole fare apparire. Intanto la bambina è descritta come ha descritto i bambini "tentatori" un noto monsignore quando ha affermato "i bambini provocano". Si parla di una donna di undici anni e mezzo.
Insomma una Lolita corrotta, una donna..... Dobbiamo accettare l’idea che una bambina di undici anni e mezzo è una donna?
Questa idea ha uno scopo che è quello usato dai criminali pedofili: alleggerire la colpa. Insomma, tutto sommato, è una donna!!
L’idea della bambina che abbraccia il pedofilo dopo l’infarto e lo carezza come un giocattolo che si sia guastato accredita l’idea di una volontà di unirsi al vecchio delusa come delude un giocattolo si cui si rompe il meccanismo.
Insomma la descrizione della bambina è tutt’altro che poetica.
Gli occhi da pettirosso sono in funzione del meccanismo di un evento in cui la sequenza è scandita dalla gonna alzata del vestitino rosso e dal "salto del fosso" cioè dall’offerta di disponibilità corporale.
Sono sconcertato e scandalizzato di tutta questa storia e non condivido per niente il tono generale della intervista che tendeva a circondare di una coltre di poesia e di arte la storia.
L’affermazione di Gino Paoli che si tratta di emozioni che ognuno percepisce secondo la sua sensibilità e che, insomma, chi non le percepisce come una delicata e struggente storia di arte e di poesia è sporco è particolarmente cinica ed inaccettabile.
Pietro Ancona
http://bellaciao.org/it/



martedì 27 gennaio 2009

OGGI E' LA GIORNATA DELLA MEMORIA...

L'Italia fascista partecipò attivamente alla SHOAH...con le sue odiose leggi razziali,con due campi di sterminio in territorio "italiano",con tutto il suo apparato politico-propagandistico,con le sanguinarie Brigate nere della Rsi di Mussolini...

lunedì 26 gennaio 2009

DONNE UNITE PER FONDARE IL PARTITO DELLE DONNE (SOLO) BELLE(di Giovanna Mulas)

Mi chiedo di quale partito io debba farmi la tessera, affinché qualcuno possa definirmi bella e quindi meritare un poliziotto al fianco quando vado a farmi mettere i bigodini dalla Gina, lì all’ angolo tra la forneria Podda e il lavavetri che tutti sanno quanto sia donnaiolo, il ragazzo.Occorrerebbe, inoltre, che il poliziotto sia gay, altrimenti pure lui potrebbe provarci con me, vista l’aria che tira. Se non gay, almeno eunuco…esistono i poliziotti eunuchi? Ecco: come donna consiglio di crearne una squadra intera, tutti affetti poveracci da impotentia generandi o da una più radicale impotentia coeundi. La FTF, la Fall Tagliò Force. Però, a pensarci bene il problema si complicherebbe davvero: si renderebbe necessario aprire un tesseramento per poliziotti eunuchi o gay; legalizzarli insomma visto che non lo fa il Vaticano: non lo fa coi preti stessi immaginate se lo fa coi poliziotti. Così noi donne belle ( per le brutte nessun problema di violenza. Andate sul sicuro, cosce e seni al vento ragazze mie) potremmo cominciare a girare tranquille pure davanti all’ officina del lavavetri che ci prova ogni volta; e capirai, con un poliziotto figo e FTF al fianco chi mi tocca. In verità potrebbe nascere un altro problema, soprattutto da noi del sud ( isole in particolare: qualcuno, naturalmente scherzando, dice che siamo più focosi): coi mariti gelosi come la mettiamo? Insomma, sapere che le mogli belle ogni volta devono andare in giro scortate da bei maschioni dell’arma, seppure FTF, non è una cosa molto accettabile, per il Santo Maschio Italico. Allora facciamo che fondiamo il Partito anche Per I Mariti Gelosi Ma Sereni Perché Sanno Che Lo Stato Provvede A Tutto Quindi Le Mogli (Belle) Vanno In Giro Protette Da Un Poliziotto Gay O Eunuco. Il PPIMGMSPSCLSPATQLMBVIGPDUPGOE . La tessera dovrà essere un pochino più…voluminosa del solito per ospitarne tutta la sigla, ma forse è meglio; mi coprirà il seno e quindi minor rischio di raptus nei maschi vogliosi che puntano pene e neuroni verso le donne solo belle. Sempre che io venga definita bella. Quindi riassumiamo signori: è necessaria la tessera dopo la tessera.Un punto fon-da-men-ta-le, Siori e Siore: c’è un esame particolare da passare per vincere la tessera di Bella Col Poliziotto Al Fianco?E se una proprio bella bella non è, ma nella norma diciamo, in che categoria la rientriamo; nel partito delle belle (con tessera e poliziotto part time, visto che in total time non è possibile ché le uniformi non basterebbero per cotanta –tanta tanta- bellezza mediterranea?) o in quello delle sfigate in attesa della promozione in classifica? Desidero aggiungere un pensiero, tra me e voi e qualche altro amico che davvero giudico di lotta intellettuale vera. Ne conto pochi, purtroppo.Ricevo quasi quotidianamente lettere da persone con un’ impotenza, una voglia di farla finita con la vita e questa società così pressapochista e superficiale che, vi assicuro, mi fanno pensare in continuazione alle generazioni che stiamo formando. A ciò che stiamo preparando per loro. Un mondo di lotta amicimiei, lotta intellettuale quando non può farsi con le armi, e già la penna è arma potente, da zittire. O tagliare, comprare.Le Sue Signorie d’una certa “intellettualità” nazionale scelgono in genere un’opzione di tre: o non sanno, o fanno finta di non sapere, o vengono pagati profumatamente perché non sappiano.A tanta simpatica affermazione del premier, una tra tante ma che, per chiara esperienza di vita, molto mi tocca: "dovremmo avere tanti soldati quante sono le belle ragazze" ( in rif. agli stupri in Italia); la risposta degna del ministro della Difesa La Russa è stata, come sapete, “che la proposta è fattibile, anche se ci vorranno sei mesi per predisporre un tale numero di soldati”.In effetti, in questa tanto scherzosa panoramica, non sai se riderci o piangere; ma non semplicemente, proprio piangere dandoci di testa al muro ché arriva un momento prima o poi ( si spera), nella vita di ognuno, un momento appunto nel quale i neuroni, e per fisiologica maturità e per saggezza, cominciano a funzionare non dico nel pieno vigore ( non è da tutti) ma almeno si sforzano di collaborare tra loro. Avviare dei contatti produttivi, diciamo.E' evidente che su certe Alte Signorie l'età non è servita.Seguivo, tempo fa, un servizio nell' ammiraglia delle reti televisive nostrane, legato ai disperati che hanno perso casa e coraggio durante l'ultima alluvione nel cagliaritano.La bella giornalista (so che ha anche un fan club: forse “fa” troppo la bella per fare pure la buona giornalista.
Ma oggi è comune. No problem. E’ talmente comune incappare nell’ imbecillità che la gente si stupisce e ha dubbi sui talenti veri, quando impudicamente escono alla luce del sole) da persona coi neuroni evidentemente svegli e concentrati sul domani e l’essenza dell’ uomo; chiedeva alla vecchia in calzette bianche calate e pantofole, in mezzo ad un mare di fango e detriti che doveva essere un tempo la sua casa: "ma signora...come si sente?".
E la povera, inebetita, la guardava chiaramente allucinata, senza rispondere. E se qualche risposta un poco, diciamo così, giustamente alterata c'è stata; chiaramente è stata tagliata per la buona pace di occhi e orecchi d'un Beato Ascoltatore (mio padre, bontà sua, chiamava la tipologia quella del Beato Porco. Va tutto bene, si.
Cose che succedono. Affidiamoci a Dio e accettiamo.
Tanto è successo a lui, grazie a Dio e Gesusumeu. ).
Ci sarebbe altro da dire e scrivere e denunciare…ah, se c’è…si che c’è. E c’è anche il tempo e la rabbia e la penna per farlo. Ma lasciamolo alla prossima puntata, visto che oggi è solo un lunedì.Ecco, danziamo sorridenti e scherzosi in questo che è il nostro attuale panorama sociale, storico e politico. Al che, anche qui, le cose son due. O danziamo e ci sediamo a riposare le membra guardando in tv ciò che ci fanno guardare e leggere ciò che ci fanno leggere, o ci sforziamo di capire ciò che c’è Dietro, Oltre una notizia, la più apparentemente banale. Dal capire al lottare, anche e soprattutto in difesa di chi non ha le armi o le capacità per farlo, il passo è breve.
E' una questione di onestà intellettuale. Quando, però, il vero intellettuale esiste.
Ai Salottieri Non Pensanti m’inchino dunque, e, pardon, giro le spalle.Non è Arte la vostra, Siori e Siore.E se pure per un istante vi siete illusi che lo sia ( Arte o Verità); vi siete illusi tra voi, da scimmie sciocche, tra un muto che parla ad un sordo.
L’ Arte è lotta, è messaggio coraggioso, costante, troppo fastidioso, urlante.
Non abbassiamola mai questa lotta, mi raccomando.
Tu pure fallo, e pure tu…e Tu.
Per chi è indifeso...avanti.
La poesia, la letteratura sono armi potenti.
L’ Arte vera è arma temibile e potente.
Quando è vera, appunto, e fa pensare.
Tu sai quanto.
Non lasciarla chiusa nel tuo cassetto.
Giovanna Mulas
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VIGOPENSIERO ...A LUTTO !



domenica 25 gennaio 2009

LA SICILIA NON STA IN ITALIA!


OFFESA LA MEMORIA DI PEPPINO IMPASTATO!

Offesa la memoria di Impastato, il Prefetto di Trapani assegni i funzionari ad altri incarichi
"Se non fosse che questa è l'ennesima prova della poca considerazione da parte delle Istituzioni verso chi ha sacrificato la propria vita in nome della legalità, verrebbe da sorridere nel sentire che qualcuno in Sicilia non è ancora a conoscenza della storia e della figura di Peppino Impastato. Se a non conoscerla poi sono dei funzionari di una Prefettura siciliana, quella di Trapani, che più di chiunque altro dovrebbero tenere in somma considerazione l'esempio di chi ha servito lo Stato scagliandosi persino contro una parte dei propri affetti familiari pur di difendere i valori su cui questa nazione si fonda, la vicenda assume le caratteristiche di una burla grottesca". Ad affermarlo è Sonia Alfano, presidente dell' Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia, in merito alla richiesta avanzata al Comune di Marsala dalla Prefettura di Trapani di ottenere il curriculum di Peppino Impastato per poter dare il via libera all'intitolazione di una piazza al giornalista ucciso da Cosa Nostra il 9 maggio del 1978. "Davanti all' ingoranza dei suoi funzionari - ha proseguito la presidente nella nota - il Prefetto di Trapani dovrebbe immediatamente assegnare questi signori ad altre funzioni poichè con il proprio operato hanno arrecato un danno alle Istituzioni dello Stato ed inferto un nuovo doloroso colpo alla famiglia Impastato ed alla figura di Peppino. Gli italiani si aspettano che le Istituzioni preposte alla difesa del territorio anche dalle organizzazioni criminali lo facciano sopratutto in nome e nella memoria delle tante persone uccise dalla mafia e per farlo, il primo e banale requisito, è di conoscerne la storia. Assegnare i funzionari che si sono fatti autori di una cosi odiosa beffa alla figura di Peppino, ad altre funzioni, è un atto dovuto per rimediare all'offesa perpetrata nei confronti della Sicilia e dell' Italia tutta".

venerdì 23 gennaio 2009

PEPPINO IMPASTATO? SCONOSCIUTO!






Il Comune di Marsala ha intitolato una strada a Peppino Impastato, e,UDITE-UDITE, la Prefettura di Trapani ha chiesto il suo curriculum!
Mi chiedo: è mai possibile che la Prefettura di Trapani sconosca la figura di Peppino Impastato,la sua lotta alla mafia, la sua vita, la sua famiglia, il suo assassinio per mano della bestia mafiosa?
La richiesta del curriculum di Peppino è vergognosamente offensiva per lo stesso Impastato e per tutti coloro che abbiamo condiviso e condividiamo la sua battaglia.
CHE NE PENSI?
Orazio Vasta

lunedì 19 gennaio 2009

Che ci facevano i soldati "duosiciliani" sulle montagne piemontesi?

Ricevo e pubblico....
IL LAGER dei SICILIANI
LA PRIGIONE CHE RACCONTA LE OMBRE DEL DOPO UNITÀ
Migliaia di soldati dell'esercito borbonico morirono di stenti a Fenestrelle, la fortezza della cattiva coscienza
Siamo lontani dalla Sicilia, molto lontani.
Tanto più sorprende la lapide murata su una delle fortezze, a commemorazione di «migliaia di soldati dell'esercito delle Due Sicilie» morti di stenti.
Subito non si capisce.
Gli anni ricordati nella lapide sono quelli dell'Unità: che ci facevano i soldati delle Due Sicilie sulle montagne piemontesi?
CLICCA PER CONTINUARE A LEGGERE:
http://comitatosiciliano.blogspot.com/2009/01/i-comitati-delle-due-sicilie-su.html
(A cura di Amelia Crisantino)

ISRAELE-PALESTINA:DENTRO IL CONFLITTO...

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Le guerre tra Israele e i paesi arabi confinanti iniziano nel 1948, quando nasce lo Stato ebraico. I palestinesi rigettano il piano di spartizione delle Nazioni Unite (due stati per due popoli) e una coalizione di stati arabi, tra i quali Iraq, Giordania, Siria ed Egitto attacca Israele,che riesce a difendersi e a ricacciare indietro le truppe avversarie.
LA PALESTINA SECONDO L'ONU
I territori che per le Nazioni Unite spettano alla Palestina sono la Cisgiordania, Gerusalemme est e la Striscia di Gaza.
NASCE L'OLP
Nel 1956 Israele, sfruttando la crisi di Suez, attacca l’Egitto ma viene fermato dalla comunità internazionale.
Nel 1964 nasce l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina che punta a dare una rappresentanza ai palestinesi, slegandoli dalla dipendenza dai paesi arabi. Poco dopo ne diventa capo Yasser Arafat che la guiderà fino alla morte.
GUERRA...SOLO GUERRA
Nel 1967 scoppia la guerra dei Sei Giorni con la quale Israele occupa la Striscia di Gaza, la Cisgiordania e Gerusalemme est.
Nel 1973 Egitto e Siria attaccano Israele; è la guerra dello Yom Kippur. Israele occupa il Sinai in Egitto e le alture del Golan in Siria.
Nel 1979 l’Egitto firma un accordo di pace con Israele. Finiscono così le guerre tra Israele e gli stati arabi, da questo momento in poi allo stato ebraico si contrapporrà solo l’Olp.
Nel 1982 Israele invade e occupa la parte meridionale del Libano per distruggere le basi palestinesi.
INTIFADA
Dal 1987 al 1992 i palestinesi cominciano una forma di resistenza popolare, chiamata Intifada.
GLI ACCORDI DI OSLO
Nel 1993 vengono firmati gli Accordi di Oslo e sembra che il conflitto stia per finire, ma i nodi principali restano irrisolti e rimandati a un secondo turno di negoziati: la nascita di uno stato palestinese indipendente, il ritorno dei profughi palestinesi, il controllo delle scarse risorse idriche e lo status di Gerusalemme.
Nel 1994 la Giordania firma un accordo di pace con Israele.
NASCE L'ANP,CON ARAFAT PRESIDENTE
Nelle zone che dovrebbero diventare il futuro stato palestinese comincia una forma di autogoverno guidata dall’Autorità Nazionale Palestinese, presidente della quale viene eletto nel 1996 Yasser Arafat. Dopo l’entusiasmo degli Accordi, la diplomazia internazionale arresta la sua pressione e israeliani e palestinesi non riescono a trovare un accordo.
Israele si è ritirato dal Libano nel 2000.
SECONDA INTIFADA
La tensione ricomincia a salire e, nel settembre 2000, comincia la seconda Intifada scatenata da una provocatoria passeggiata dell’allora candidato premier israeliano Ariel Sharon sulla Spianata delle Moschee.
Le principali formazioni militari palestinesi
Le Brigate Izz ad-Dīn al-Qassām (braccio armato di Hamas), la Jihad Islamica, il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, le Brigate dei Martiri di al-Aqsa (braccio armato del partito Fatah).
MUORE ARAFAT
Il conflitto ha cominciato a calare d’intensità quando, l’11 novembre 2004, muore Arafat. Il governo israeliano, guidato da Ariel Sharon, e le cancellerie delle grandi potenze mondiali, si dichiarano di nuovo pronte al confronto con i palestinesi, dopo che Arafat era stato considerato negli ultimi anni un interlocutore poco credibile.
ABU MAZEN SUCCEDE AD ARAFAT
Nel gennaio 2005 si tengono le elezioni presidenziali in Palestina e successore di Arafat viene nominato Mahmoud Abbas (Abu Mazen).
Il dialogo riprende, ma il governo Sharon decide unilateralmente di sgomberare la Striscia di Gaza, occupata nel 1967, ad agosto 2005. L’esercito di Tel Aviv sgombera con la forza i coloni israeliani e lascia l’amministrazione del territorio ai palestinesi.
PALESTINA,ELEZIONI POLITICHE:VINCE HAMAS
Il 25 gennaio 2006, le elezioni politiche in Palestina sanciscono la vittoria del partito (armato) degli islamisti di Hamas. Il nuovo governo di Hamas ha però vita breve, dato che viene da subito boicottato dalla comunità internazionale e da Israele. Quest'ultimo sostiene Abu Mazen, sia apertamente che sottobanco, fornendo armi alle forze di Fatah e liberandone i prigionieri, mentre all'opposto i deputati eletti di Hamas vengono arrestati.
HAMAS CATTURA IL CAPORALE ISRAELIANO SHALIT
Nel giugno 2006 Hamas cattura, al confine con la Striscia, il caporale israeliano Gilad Shalit, allora diciannovenne.
Israele, però, rifiuta di barattarne la liberazione con quella di tutti i bambini e le donne palestinesi detenuti, come proposto da Hamas.
GAZA SOTTO IL CONTROLLO DI HAMAS
Nel febbraio del 2007 (in mezzo c'è stata la guerra tra Israele e Libano dell'estate 2006), Hamas e Fatah accettano di formare un governo di unità nazionale, sulla base di un accordo raggiunto alla Mecca. La crisi inter-palestinese continua però ad aggravarsi progressivamente, fino a quando, nel giugno del 2007, sfocia in scontri aperti che culminano con la conquista della Striscia di Gaza da parte di Hamas, mentre in Cisgiordania Fatah accusa il partito islamico di aver fatto un colpo di Stato, e fonda un governo di Emergenza. Israele nei mesi successivi dichiara Gaza “entità nemica” e stringe la Striscia sotto un durissimo embargo, impedendo l'apertura dei confini, incluso quello di Rafah, tra la Striscia e l'Egitto. Un embargo che nel gennaio 2008 spinge Hamas a distruggere tratti della barriera di confine, per consentire alla popolazione di sfondare in Egitto in massa, per procurarsi generi di prima necessità.
COLLOQUI ISRAELE-ANP
Sull'altro fronte, nel novembre 2007, Israele e l'Autorità Palestinese di Abu Mazen e del premier Salam Fayyad, iniziano un percorso di colloqui di pace con la supervisione Usa ad Annapolis. Le trattative, però, procedono da subito a rilento per l'indisponibilità da parte di Israele a discutere i temi chiave del conflitto: lo status di Gerusalemme e quello dei profughi palestinesi. Non solo, Israele prosegue anche imperterrito la costruzione e l'ampliamento delle colonie in Cisgiordania, allo scopo di creare dati di fatto sul terreno, che non potranno essere coinvolti nella trattativa. Le proteste in questo senso della Segretario di Stato Usa, Condoleezza Rice, rimangono inascoltate, mentre le concessioni israeliane ad Abu Mazen si limitano alla liberazione di alcuni detenuti con pene in scadenza, e di militanti delle Brigate dei Martiri di Al Aqsa, a condizione che rinuncino alla lotta armata. Il colloqui di Annapolis promettevano di portare alla nascita di uno Stato palestinese entro la fine del 2008. Ma,nell'autunno 2008, la carriera del premier israeliano Olmert viene compromessa da guai giudiziari che portano la ministro degli Esteri Tzipi Livni a prendere il controllo del partito Kadima. La scadenza dei colloqui a quel punto diventa impossibile da rispettare, e tutto slitta al 2009, dopo le elezioni in Israele e la fine del mandato di Abu Mazen. La contesa per il futuro governo israeliano è soprattutto tra la Livni e Banjamin Netanyahu del Likud, la destra oltranzista. Mentre ancora non è affatto certo che le elezioni palestinesi si terranno.
HAMAS DICHIARA UNA TREGUA CON ISRAELE
Nel giugno 2008, Hamas aveva dichiarato una tregua con Israele, impegnandosi a cessare il lancio di razzi verso il sud del territorio israeliano in cambio della riapertura dei valichi della Striscia. Una tregua interrotta da diversi raid israeliani attuati per compiere omicidi mirati di miliziani, e da sporadici lanci di razzi da parte delle milizie non direttamente legate con Hamas. Nel frattempo i confini della Striscia vengono aperti solo di rado, e la popolazione di Gaza continua a impoverirsi sfiorando in più periodi un'autentica crisi umanitaria.
COMMANDOS ISRAELIANI COLPISCONO A GAZA
Tra novembre e dicembre 2008, corpi speciali israeliani compiono piccoli attacchi dentro la Striscia, provocando la reazione di Hamas che, allo scadere della tregua, il 18 dicembre 2008, riprende massicciamente il lancio di razzi, lasciando intendere l'intenzione di concordare una nuova tregua, che garantisca la reale apertura dei confini.
CAST LEAD,PIOMBO FUSO
Israele non reagisce per alcuni giorni finché, il 27 dicembre, lancia a sorpresa l'offensiva denominata Cast Lead, Piombo Fuso. La Striscia di Gaza viene bombardata per cinque giorni e successivamente viene invasa dall'esercito israeliano...
VITTIME
Le guerre tra Israele e i paesi arabi confinanti, del 1948 al 1973, hanno causato la morte di circa 100mila persone. La prima Intifada, dal 1987 al 1992, ha causato la morte di 2 mila persone, in massima parte palestinesi. Dall'inizio della seconda Intifada (settembre 2000) al 20 giugno 2007, hanno perso la vita 4626 palestinesi e 1050 israeliani. Almeno 214 palestinesi sono morti negli scontri tra le milizie di Hamas e Fatah. Il bilancio provvisorio della guerra nella Striscia di Gaza del dicembre2008/gennaio 2009 è di oltre 1000 palestinesi morti, più della metà civli, e meno di 20 le vittime israeliane.
RISORSE CONTESE
Rispetto al conflitto generale innescato dalla rivendicazione dei Palestinesi per la nascita di un loro stato indipendente, il problema è quello sia dello Stato di Israele che dei palestinesi per il controllo dell’accesso ai fiumi e alle riserve idriche, scarse, della zona.
FORNITURE ARMAMENTI
Israele riceve armi e addestramento soprattutto dagli Stati Uniti, ma anche dalla Francia e dalla Germania, anche se riesce a produrre da solo la massima parte degli armamenti che servono alle sue forze armate. I vari gruppi palestinesi ricevono armamenti ed addestramento dall’Arabia Saudita, dall’Iran dalla Siria.

sabato 17 gennaio 2009

GAZA...I VIDEO DI UN SICILIANO


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dagaza.org

Fonte: www.dagaza.org

GLI USA CONTINUANO AD ARMARE LA MANO DEGLI ASSASSINI DEI BAMBINI

Grecia, proteste bloccano spedizione di munizioni Usa a Israele Dovevano partire dal porto di Astakos. Il Pentagono: "Troveremo un'alternativa".
In seguito alle manifestazioni di piazza della sinistra greca e alle proteste del Partito Socialista all'opposizione, i 325 container di munizioni statunitensi destinate a Israele sono stati bloccato dalle autorità di Atene nel porto di Astakos.La notizia è stata confermata dal portavoce del Pentagono, Geoff Morrell, spiegando che gli Stati Uniti stanno ora cercando delle vie alternative alla Grecia per rifornire di armi l'alleato israeliano."Non so dire - ha detto Morell - se i greci abbiano un problema di sicurezza o un problema politico o qualche altro tipo di problema. Ma, qualunque sia la ragione, sono state sollevate obiezioni e quindi dovremo trovare un'alternativa per fare arrivare queste munizioni in Israele". Morell ha poi aggiunto che la decisione di inviare quella fornitura è stata presa nell'ottobre scorso, dunque ben prima che avesse inizio l'offensiva israeliana nella Striscia di Gaza.
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venerdì 16 gennaio 2009

L’ultima intervista video di Giuseppe Fava...

Clicca,il video:
http://www.youtube.com/watch?v=jAogBSvaSyU
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L’ultima intervista video di Giuseppe Fava
E’ l’ultima intervista in televisione a Giuseppe Fava. Da "Film dossier" di Enzo Biagi, 28 dicembre 1983.L’ultima intervista televisiva di Giuseppe Fava, il 28 dicembre 1983. Lui sarebbe stato ammazzato il 5 dicembre 1984.
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Biagi: Giuseppe Fava, giornalista, scrittore catanese, autore di romanzi e di opere per il teatro. Fava, per i suoi racconti a cosa si è ispirato?


Fava: alle mie esperienze giornalistiche. Io ti chiedo scusa ma sono esterrefatto di fronte alle dichiarazioni del regista svizzero. Mi rendo conto che c’è un’enorme confusione sul problema della mafia. Questo signore ha avuto a che fare con quelli che dalle nostre parti sono chiamati "scassapagliare". Delinquenti da tre soldi come se ne trovano su tutta la terra. I mafiosi sono in ben altri luoghi e in ben altre assemblee. I mafiosi stanno in Parlamento, sono a volte ministri, sono banchieri, sono quelli che in questo momento sono ai vertici della nazione. Bisogna chiarire questo equivoco di fondo: non si può definire mafioso il piccolo delinquente che ti impone la taglia sulla tua piccola attività commerciale… quella è piccola criminalità che credo esista in tutte le città italiane e europee. Il problema della mafia è molto più tragico e importante, è un problema di vertici della nazione che rischia di portare alla rovina, al decadimento culturale definitivo l’Italia.

Biagi: Tu hai fatto conoscenza diretta del mondo della mafia, come giornalista?

Fava: Sì, ho conosciuto diversi personaggi dell’una e dell’altra parte. Attraverso le cronache, le indagini che andavamo conducendo e che abbiamo puntualmente riferito sui nostri giornali.

Biagi: Chi ricordi di più di questi tipi? Dei vecchi mafiosi, ad esempio? Sono cambiati?

Fava: Un uomo sì. C’è un abisso tra la mafia di vent’anni fa e quella di oggi. Allora il mafioso per eccellenza era Genco Russo. Io sono stato a casa di Genco Russo e, mi si perdoni il termine, sono stato l’unico ad avere l’onore di intervistarlo. Ad avere un memoriale firmato che iniziava con le parole "Io sono Genco Russo, il re della mafia". Genco Russo governava il territorio di Mussomeli dove, da vent’anni, non c’era stato non dico un omicidio ma nemmeno uno schiaffo. Non c’era un furto, tutto procedeva in ordine, nella legalità più assoluta. Era la vecchia mafia agricola, la quale governava un territorio di una forza straordinaria che il mondo di allora non poteva ignorare. Controllava tra i 15 e i 40mila voti di preferenza.Nessun uomo politico poteva ignorare questa potenza determinate. Era sufficiente che Russo spostasse quei voti non da un partito all’altro, ma anche all’interno dello stesso partito per determinare la fortuna o meno di un uomo politico.Ecco perché poteva andare alla Regione Sicilia e spalancare con un calcio la porta degli assessori: lui era il padrone.Poi la società si modificò e i mafiosi non furono più quelli come Genco Russo.I mafiosi non sono quelli che ammazzano, quelli sono gli esecutori. Anche al massimo livello. Si fanno i nomi dei fratelli Greco. Si dice che siano i mafiosi vincenti a Palermo, i governatori della mafia. Non è vero: sono anche loro degli esecutori. Sono nella organizzazione, stanno al posto loro. Un’organizzazione che riesce a manovrare centomila miliardi l’anno. Più, se non erro, del bilancio di un anno dello Stato italiano. E’ in condizione di armare degli eserciti, di possedere flotte, di avere una propria aviazione. Infatti sta accadendo che la mafia si sia impadronita, almeno nel Medio Oriente, del commercio delle armi. Gli americani contano in questo, ma neanche loro avrebbero cittadinanza in Italia, come mafiosi, se non ci fosse il potere politico e finanziario che consente loro di esistere. Diciamo che questi centomila miliardi, un terzo resta in Italia e bisogna riciclarlo, ripulirlo, reinvestirlo. E quindi ecco le banche, questo prolificare di banche nuove. Il Generale Dalla Chiesa l’aveva capito, questa era stata la sua grande intuizione, che lo portò alla morte. Bisogna frugare dentro le banche: lì ci sono decine di miliardi insanguinati che escono puliti dalle banche per arrivare alle opere pubbliche. Si dice che molte chiese siano state costruite con i soldi insanguinati della mafia.

Biagi: una volta si diceva che la forza dei mafiosi è la capacità di tacere. Adesso?

Fava: Io sono d’accordo con Nando Dalla Chiesa: la mafia ha acquisito una tale impunità da essere diventata perfino tracotante. Le parentele si fanno ufficialmente. Certo, si alzano le mani quando qualcuno sta per essere ammazzato, si cerca di tirare fuori l’alibi personale e morale. Io ho visto molti funerali di Stato. Ora dico una cosa di cui solo io sono convinto, quindi può non essere vera: ma molto spesso gli assassini erano sul palco delle autorità.

Biagi: cosa vuol dire essere "protetti", secondo il linguaggio dei mafiosi?

Fava: Poter vivere dentro questa società. Ho letta un’intervista esemplare, a quel signore di Torino che ha corrotto tutto l’ambiente politico torinese. Diceva una cosa fondamentale, una legge mafiosa che è diventata parte della cultura nazionale: non si fa niente senza l’assenso del politico e se il politico non è pagato. Noi viviamo in questo tipo di società, dove la protezione è indispensabile se non si vuol condurre la vita da lupo solitario. Questa vita può essere anche affascinante, orgogliosamente soli fino all’ultimo, ma 60 milioni di italiani non potranno farlo.

Biagi: Vorrei fare a tutti una domanda: secondo voi cosa si deve fare per eliminare questo fenomeno?

Fava: A mio parere tutto parte dall’assenza dello Stato e al fallimento della società politica italiana. Forse è necessario creare una seconda Repubblica, in Italia, che abbia delle leggi e una struttura democratica che elimini il pericolo che il politico possa diventare succube di se stesso, della sua avidità, della ferocia degli altri, della paura o che possa anche solo diventare un professionista della politica. Tutto parte da lì, dal fallimento degli uomini politici e della politica. Della nostra democrazia, così come con la nostra buona fede l’abbiamo appassionatamente costruita e che ci si sta sgretolando nelle mani.

Dalla Chiesa: Io ci ho pensato a lungo, credo che la regola principale sia far capire che il delitto non da potere, ma che anzi lo toglie.

giovedì 15 gennaio 2009

SOSTENIAMO EMERGENCY !

...richiedi la tessera AMICI DI EMERGENCY e sostieni in modocontinuativo gli ospedali, i progetti e le attivita' di Emergency inAfganistan, Cambogia, Iraq, Italia, Repubblica Centrafricana, SierraLeone e Sudan.
Alcune catene di negozi, cinema e teatri concedono agevolazioni aitesserati di Emergency, praticando sconti a coloro che esibiscono latessera "Amici di Emergency" completa del bollino dell'anno in corso.
La tessera ha validita' da gennaio a dicembre 2009.

Comunicato congiunto del PdSud e de L'Altro Sud

Ricevo da Enzo Riccio e pubblico...
COMUNICATO STAMPA
Napoli, 15 Gennaio 2009
Il nuovo Sud si organizza e rafforza, nella collaborazione, il suo ruolo politico.
A Napoli L'Altro Sud-UDS e il Partito del Sud, due tra le più attive, rappresentative ed organizzate formazioni politiche meridionali esistenti, avviano, attraverso la creazione di un tavolo di lavoro comune, un processo di avvicinamento e di collaborazione. Temi come la legalità, l'identità e la partecipazione democratica diventano elementi centrali per un'azione politica unitaria e vincente.
Il Partito del Sud prosegue sulla strada della collaborazione e della possibile aggregazione di movimenti meridionalisti, per costruire una realtà meridionalista autonoma che possa dialogare con tutti ma che, superando gli individualismi e le vecchie pratiche trasformiste, metta sempre al centro della proprio programma e della propria azione politica la difesa degli interessi del popolo meridionale e un nuovo modo di intendere la politica.
L'Altro Sud-UDS mira al rilancio del Sud d'Italia sulla base dei suoi antichi e profondi valori etici e culturali e delle sue straordinarie energie sociali e civili, troppo spesso ignorate quando si parla di Mezzogiorno. Obiettivo prioritario è dar vita ad un soggetto politico che sia espressione della parte sana della società civile meridionale, quella che non compare mai, se non marginalmente, nei media, nei tanti ed interminabili dibattiti politici sulla questione meridionale e, soprattutto, nella considerazione dei cittadini italiani.
Le due organizzazioni, dunque, si pongono nel Mezzogiorno alla guida di quel processo politico territoriale unitario, autonomo dalle altre formazioni politiche nazionali, che ha come finalità il controllo diretto delle comunità sulla gestione dei territori e sulle scelte di sviluppo e benessere delle proprie popolazioni.
Gli Uffici Stampa
www.partitodelsud.it

Dolore muto (di Dacia Maraini-da "la repubblica")


Tre, cinque giovani uomini camminano portando in braccio dei bambini avvolti in lenzuoli bianchi. Li tengono riparati come per difenderli dal freddo e dal vento, camminando in mezzo ai detriti. Ma da come cadono all'indietro le piccole teste sulle braccia dei giovani padri si capisce che quei bambini sono morti.Due, tre donne se ne stanno sedute in quella che si indovina essere un'aula scolastica, con le pareti tappezzate di disegni infantili dai colori squillanti.
Le donne stringono al petto dei fagotti avvolti in coperte colorate.
Lì per lì potrebbero essere prese per delle madri che tengono in braccio i figli addormentati. Ma dal colore livido delle facce si capisce che sono bambini senza vita.I giovani uomini camminano verso qualcosa che potrebbe essere una tomba, seguiti da altri uomini. Non gridano, non danno segno di dolore. Le donne nell'aula scolastica anche loro se ne stanno composte, sedute immobili con la testa china, i volti seri coperti da fazzoletti a fiori bianchi e neri.Sono due fotografie che prendono a pugni lo stomaco, uscite sui giornali più popolari. Cosa ci dicono queste fotografie? Che il mondo sta uccidendo i suoi piccoli. Un segno che, quando appare nell'universo animale, è sintomo di una volontà di suicidio della specie. Uccidere bambini vuol dire sopprimere il futuro. E sopprimere il futuro vuol dire togliere di mezzo la speranza e la gioia di vivere.Sappiamo quanto sia complicata e difficile questa guerra. Sappiamo che Israele è un Paese minacciato, non tanto dai palestinesi quanto da gran parte dei Paesi islamici, soprattutto dall'Iran che ha dichiarato piu volte di volerla distruggere. Certamente questo crea un irrigidimento della difesa ad oltranza. Ma sinceramente non crediamo che i bombardamenti ciechi che uccidono tanti civili, colpevoli solo di abitare in quella piccola striscia, sia un buon sistema per risolvere la questione.Una prova di forza, lo capiamo. Ma quanto la forza militare riesce a risolvere le cose? Sono riuscite le bombe a pacificare un Paese come l'Iraq? Sono riuscite le bombe a liberare l'Afghanistan dai tirannici Talebani? La risposta abbastanza evidente è no. Possibile che queste esperienze recentissime non abbiano insegnato niente a un Paese civile come Israele?Per fortuna molti israeliani in questi giorni stanno protestando contro questi bombardamenti. E non sono solo intellettuali, ma gente comune, di tutte le classi e tutte le età. I bombardamenti oltre che micidiali sono inutili. Più che inutili, decisamente dannosi per il futuro del Paese. Ognuno di questi bambini è un motivo di risentimento in più, un motivo di rabbia e uno sprone all'odio. Come non capire questo semplice meccanismo di causa ed effetto?Qualcuno ha parlato di ingenuità. Sono ingenui i pacifisti, si dice. Il mondo procede solo per rapporti di forza. Quindi è inutile fare i buonisti quando tutto è rapina, dominio, vendetta, voglia di distruzione. Si salva solo chi si mostra più forte.Ammettiamo che sia così. Che il mondo sia regolato solo dai rapporti di forza.
E allora io dico che Israele sottovaluta pericolosamente la forza di quei piccoli corpi morti che colpiscono l'immaginazione di chi guarda. L'immaginazione ha una forza che non possiede nessuna bomba, nessun fucile, nessun razzo al mondo.
L'immaginazione partorisce dolore.
Il dolore partorisce giudizio.
Il giudizio partorisce indignazione.
La grande madre immaginazione, anche quando se ne sta nascosta e silenziosa, alla lunga non può che vincere sulla palese brutale forza degli esplosivi.
Dacia Maraini (la Repubblica del 12/01/2009)

mercoledì 14 gennaio 2009

OGGI,ore 23.30,RAI 2:LA STORIA DI PIPPO FAVA

Per la serie "La Storia Siamo Noi", Rai Educational presenta "Giuseppe Fava. Un uomo", a cura di Silvia Bacci, in onda questa sera alle ore 23.30 su Rai Due.
Nella puntata sarà raccontata la storia di Giuseppe Fava e del tragico 5 gennaio 1984 quando a Catania, venne freddato con cinque colpi sparati alla nuca. Il movente è chiaro fin dal primo momento: è stato ucciso per il suo impegno come giornalista, per le denunce continue fatte nei suoi articoli dell'intreccio ambiguo tra criminalità e politica, tra imprenditoria e mafia. A 25 anni dalla morte di Giuseppe Fava "La Storia Siamo Noi" ripercorre la storia di un uomo e del suo coraggio, del suo talento e del suo amore per la Sicilia. A raccontare quegli anni non sono solo gli amici e i familiari di Pippo Fava, ma anche la testimonianza, eccezionale e inedita di Angelo Siino, pentito di Mafia e testimone chiave dell'accusa al processo per la morte del giornalista.

GAZA NON PUO' ASPETTARE. FIRMA!

Fermiamo questa guerra: Gaza non può aspettare oltre!
Con piu` di 800 Palestinesi e 15 Israleliani morti e l`aria di morte che cresce, è il momento di chiedere ai leader del mondo di aiutarci a porre fine alla spirale di violenza che da sempre caratterizza il conflitto tra Palestina-Israele.

Firma la petizione in basso per un`azione internazionale forte che ci aiuti a giungere ad un cessate il fuoco immediato a Gaza e per un cruciale impegno volto a raggiungere a una risoluzione del conflitto Israeliano-Palestinese.
--
Il nostro messaggio e il numero delle firme sarà pubblicato sul Washington Post (opposite) e consegnato alle principali potenze nei prossimi giorni:
Petizione rivolta al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, L' Europa Unita, La Lega Araba e gli Stati Uniti d'America:
Abbiamo bisogno che tu agisca subito per essere sicuri che il cessate il fuoco nella striscia di Gaza avvenga, per la protezione dei civili di entrambe le parti e per controllare la crescente crisi umanitaria. Solo cn una decisiva e forte azione internazionale potrà rendere possibile la fine di questo bagno di sangue, assicurare la riapertura dei confini di Gaza e un vero progresso verso una solida Pace nel 2009.

Firma su: http://www.avaaz.org/it/gaza_time_for_peace/?cl=168313519&v=2667

A.SIRAGUSA:"L'INTERO SETTORE AGRICOLO RISCHIA IL COLLASSO!"

TRECASTAGNI.Il caso sollevato dall'agronomo Vigo approda alla Camera con una interrogazione
Agricoltori in crisi
Interrogazione a Zaia
TRECASTAGNI
La protesta degli agricoltori siciliani partita da Trecastagni approda alla Camera con una interrogazione di Alessandra Siragusa del Pd al leghista Luca Zaia,Ministro per le politiche agricole .

"La crisi-dice Siragusa-derivata dal crollo dei prezzi all'origine di tutti i prodotti agricoli e dal notevole incremento dei costi di produzione,determinando il tracollo del reddito per migliaia di aziende agricole.Inoltre, la finanziaria 2009 ha cancellato le agevolazioni contributive per l'assunzione di manodopera agricola, sottraendo al settore ben 150 milioni di euro. L'intero settore agricolo siciliano rischia il collasso, con gravissime ricadute in termini occupazionali e tra i comparti maggiormente in sofferenza vi è quello della viticoltura,a cui l'attuale Governo ha tagliato il fondo nazionale di 50 milioni di euro destinato a viticoltori danneggiati nel 2007 dalla peronospora; anche l'agrumicoltura soffre una grave crisi, a causa di un previsto calo della produttività previsto del 50 per cento, per le gelate e si attende il riconoscimento dello stato di calamità naturale.Inevasa la richiesta dell 'Assessorato regionale all'agricoltura dello stato di crisi. Nel settore cerealicolo c'è il crollo dei prezzi: quello del grano è diminuito del 70 per cento in sei mesi, passando da 48 centesimi al chilo a circa 16".
Orazio Vasta

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Dal GIORNALE DI SICILIA del 13 gennaio 2009-ediz. di Catania,pag.20

martedì 13 gennaio 2009

INTERROGAZIONE dell'On.SIRAGUSA:"Gli agricoltori siciliani da mesi denunciano l’aggravamento della crisi dell’intero settore"

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Gentile Vasta,
sempre a proposito della crisi agricola siciliana le invio una interrogazione presentata dall' On. Siragusa in data 10 dicembre 2008 e l'Odg accolto dal Governo in sede di conversione del decreto-legge n. 171 del 2008 presentato a seguito della bocciatura degli emendementi.

Cordialmente,
Giulia Loffredi

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Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-00750 presentata da ALESSANDRA SIRAGUSA mercoledì 10 dicembre 2008, seduta n.101
SIRAGUSA. Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali.- Per sapere - premesso che: gli agricoltori siciliani e le loro associazioni da mesi denunciano l'aggravamento della crisi dell'intero settore; tale crisi deriva, oltre che da fattori strutturali, dal crollo dei prezzi all'origine di tutti i prodotti agricoli e dal notevole incremento dei costi di produzione (energia, sementi, concimi, antiparassitari, farmaci veterinari, eccetera); i fattori sopra descritti hanno determinato il tracollo del reddito per migliaia di aziende agricole; la finanziaria 2009 ha cancellato, per il triennio 2009-2011, le agevolazioni contributive per l'assunzione di manodopera agricola, sottraendo al settore ben 150 milioni di euro; quasi un centinaio di Consigli comunali, manifestando la volontà politica dei territori e degli operatori del settore, hanno approvato un ordine del giorno proposto dalla Cia con il quale si chiede il finanziamento della legge 81/2006, ossia la proroga per altri 3 anni delle agevolazioni contributive per le aziende che assumono manodopera agricola e operano in aree svantaggiate, come le zone montane e le regioni dell'ex obiettivo 1; in caso di mancato e tempestivo intervento, l'intero settore agricolo siciliano rischia il collasso, con gravissime ricadute in termini occupazionali; tra i comparti maggiormente in sofferenza vi è quello della viticoltura, la quale, dopo il crollo dello scorso anno dovuto alla peronospora, ha visto mortificato il tentativo di recuperare la produttività perduta a causa dei prezzi nettamente al di sotto della media nazionale; nonostante la grave crisi del settore vitivinicolo, l'attuale Governo ha tagliato il fondo nazionale di 50 milioni di euro destinato a viticoltori danneggiati nel 2007 dalla peronospora; anche l'agrumicoltura soffre una grave crisi, a causa di un previsto calo della produttività previsto del 50 per cento, dovuto alle gelate della scorsa pri- mavera e per il quale si attende ancora da parte del Ministero il riconoscimento dello stato di calamità naturale; nel mese di novembre l'Assessore all'agricoltura e alle foreste della Regione Sicilia, ha proposto al Governo nazionale la dichiarazione dello stato di crisi del settore agrumicolo; anche il settore cerealicolo registra un crollo dei prezzi: in particolare, il prezzo del grano è diminuito del 70 per cento nell'arco di sei mesi, passando da 48 centesimi al chilo a circa 16; anche sulla questione sopra menzionata le organizzazioni di categoria sono intervenute chiedendo il ripristino dei dazi sul prodotto extra Ue temporaneamente eliminato lo scorso anno al fine di favorire il ritorno delle quotazioni a livelli normali; la Cia siciliana ha denunciato che molte aziende agricole dell'isola sono esposte al racket, ad estorsioni, ad usura, ad abigeato, alla macellazione clandestina, a sofisticazioni, al condizionamento dei mercati ortofrutticoli e ad un complessivo intervento delle organizzazioni criminali e mafiose nella filiera agroalimentare; la Cia ha chiesto l'istituzione di una cabina di regia per migliorare il sistema dei controlli sulle derrate agricole di provenienza extra UE; le associazioni degli agricoltori siciliani hanno promosso giornate di mobilitazione e chiesto un tavolo di confronto con il Governo regionale e con quello nazionale -: se non intenda aprire con urgenza un tavolo di confronto con le associazioni degli agricoltori siciliani, al fine di individuare misure condivise per fronteggiare la crisi del settore agricolo e le sue prospettive future; se non ritenga opportuno assumere iniziative normative volte a ripristinare il fondo di 50 milioni di euro in favore degli agricoltori colpiti dalla peronospora, impegnandosi affinché sia modificato il tetto massimo del de minimis che, attualmente, prevede un intervento non superiore a 7.500 euro in tre anni, aumentandolo a 50.000 euro, nel triennio, come avviene per gli altri settori; se non ritenga altresì opportuno assumere iniziative normative volte a introdurre agevolazioni fiscali, quali la riduzione del 50 per cento delle aliquote Iva per l'acquisto dei beni e dei servizi necessari all'esercizio dell'attività agricola, la riduzione dell'Iva al 4 per cento sui carburanti utilizzati in agricoltura e l'abolizione delle accise sulle attività agricole e zootecniche.(5-00750)

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Ordine del giorno
La Camera,
premesso che:
gli agricoltori siciliani e le loro Associazioni da mesi denunciano l’aggravamento della crisi dell’intero settore;
tra i comparti maggiormente in sofferenza vi è quello della viticoltura, la quale, dopo il crollo dello scorso anno dovuto alla peronospora, ha visto mortificato il tentativo di recuperare la produttività perduta a causa dei prezzi nettamente al di sotto della media nazionale
nonostante la grave crisi del settore vitivinicolo, l’attuale Governo ha tagliato il fondo nazionale di 50 milioni di euro destinato a viticoltori danneggiati nel 2007 dalla peronospora;
lo stanziamento di 10 milioni di euro contenuto nel provvedimento in esame per indennizzare i viticoltori danneggiati dalla peronospora nella scorsa campagna produttiva è insufficiente;
Impegna il governo
a reperire al più presto le risorse necessarie per risarcire i viticoltori siciliani.



lunedì 12 gennaio 2009

ASCOLTA ISRAELE! (di Stefano Nahmad)

10 gennaio.
Ascolta, Israele!
Stefano Nahmad, della Rete degli ebrei contro l’occupazione:
«Hai fatto una strage di bambini e hai dato la colpa ai loro genitori dicendo che li hanno usati come scudi.
Non so pensare a nulla di più infame (…) li hai chiusi ermeticamente in un territorio, e hai iniziato ad ammazzarli con le armi più sofisticate, carri armati indistruttibili, elicotteri avveniristici, rischiarando di notte il cielo come se fosse giorno, per colpirli meglio.
Ma 688 morti palestinesi e 4 israeliani non sono una vittoria, sono una sconfitta per te e per l'umanità intera(...)
Io oggi sono palestinese.
Io sto dalla parte del popolo palestinese e della sua eroica resistenza.
Io sto con l'eroica resistenza delle donne palestinesi che hanno continuato a fare bambine e bambini palestinesi nei campi profughi, nei villaggi tagliati a metà dai muri che tu hai costruito, nei villaggi a cui hai sradicato gli ulivi, rubato la terra.
Sto con le migliaia di palestinesi chiusi nelle tue prigioni per aver fatto resistenza al tuo piano di annessione (…)
Ascolta Israele, ascolta questi nomi: Deir Yassin, Tel al-Zaatar, Sabra e Chatila, Gaza.
Sono alcuni nomi, iscritti nella Storia, che verranno fuori ogni qualvolta si vedrà alla voce: Israele".

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Nota sulle foto di questo post inserite dal blog : dal 16 al 18 settembre del 1982, circa tremila abitanti palestinesi e libanesi dei campi di Sabra e Chatila, alla periferia di Beirut, donne, vecchi e bambini, venivano massacrati dai miliziani delle forze filo-israeliane, sotto la supervisione e con il sostegno logistico dell’esercito di Tel Aviv ,che aveva occupato da poche ore Beirut ovest. Pochi giorni prima le forze multinazionali ,che avrebbero dovuto difendere i campi profughi dopo la partenza da Beirut dei fedayin palestinesi e far rispettare l’impegno israeliano a non entrare nella parte occidentale della città assediata dal giugno precedente, si erano prematuramente ritirate...E,se questa non è PULIZIA ETNICA,come la vogliamo chiamare?

Orazio Vasta